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Mario Tozzi: "Il supervulcano dei Campi Flegrei sta per svegliarsi, potrebbe essere una catastrofe. Lì si è costruito di tutto"

Il noto geologo e ricercatore del Cnr lancia l'allarme: "Almeno 600mila persone sono a rischio, ecco quali sono i segnali del pericolo"

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
I Campi Flegrei e nel riquadro Mario Tozzi
I Campi Flegrei e nel riquadro Mario Tozzi

Se il mostro dei Campi Flegrei dovesse svegliarsi potrebbe seminare morti e distruzione, trattandosi del supervulcano più grande d’Europa, il secondo al mondo dopo quello del famoso Parco di Yellowstone, negli Stati Uniti. Ebbene gli esperti sono concordi nel ritenere che una eruzione potrebbe essere più vicina di quanto si creda e lanciano l'allarme, come ci conferma al telefono il noto geologo e primo ricercatore del Cnr Mario Tozzi.

Tozzi, il suo ultimo libro ha come titolo “Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate” (Edizioni Einaudi), nel caso di cui parliamo è sbagliato tenere alta la guardia?
“Nel caso in questione non direi. Anzi, il problema è proprio che non si teme la catastrofe, visto che nei Campi Flegrei  ci hanno fatto di tutto, da un ippodromo a un ospedale e a una base militare. Tutto tranne quello che si sarebbe dovuto fare, ovvero un  parco naturale per la visita come, per esempio, hanno fatto a Yellowstone”.

I Campi Flegrei e nel riquadro Mario Tozzi

Perché la situazione è tanto pericolosa?
“Quello è il più grande supervulcano d’Europa nella cui zona ci sono almeno 600mila persone a rischio e l’eruzione è probabilmente molto più vicina di quanto si pensasse in passato, stando ai dati del CNR, il Centro Nazionale Ricerche, e di INGV, il Centro Nazionale Terremoti. Per questa ragione dovevamo starci più attenti prima. Va anche detto che quando si è pensato di scavare un pozzo per stabilire come stavano le cose i cittadini hanno temuto il pozzo e non il vulcano, e questo è un po’ paradossale”.

E perché si ritiene l’eruzione vicina, quali sono i sintomi di tale pericolo?
“Sono il cambiamento di temperatura, quantità e qualità delle emissioni gassose delle fumarole, il rigonfiamento del terreno e la portata del pozzo pilota. Ciò ci dice che il magma sta crescendo, spinge (almeno per una parte) e produce il rigonfiamento del suolo”.

Cosa dovrebbero fare le autorità per apprestare le contromisure necessarie a fronteggiare una eventualità del genere?
“La prima cosa è educare i cittadini, spiegare il rischio a tutti e fare esercitazione di evacuazione, perché bisogna sapere cosa fare in caso di pericolo. Del resto ci sarebbe probabilmente qualche giorno di tempo prima della manifestazione vulcanica più importante visto che parliamo del vulcano più monitorato del mondo”.

Temiamo sempre le catastrofi sbagliate” recita il suo libro, è per questo che si continua a costruire anche in un posto pericolosissimo come i Campi Flegrei? La speculazione insomma non ha mai limiti?
“E’ proprio così. Questo è il motivo per cui si continua a costruire anche dove non si dovrebbe e per cui ci si dimentica dei fenomeni vulcanici. La nostra memoria corta un po’ fa bene perché non si può sempre pensare alle catastrofi evitando magari qualsiasi attività, ma il monito dovrebbe rimanere. Invece in Italia non è così. Siamo ancora governati dal profitto e dalla dimenticanza, dalla scarsa attenzione e dalla scarsa memoria”.

 

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
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