[Intervista] “Il problema del codice Salvini è che che non semplifica affatto la realizzazione delle opere”
La senatrice Paita, capogruppo del Terzo Polo al Senato, ha presentato un dossier di proposte per semplificare veramente l’Italia. Il governo “ha perso sei mesi di tempo per occupare poltrone”
Ogni giorno ha la sua polemica. Cosa ne pensa dello scontro tra la Lega e il presidente dell’authority contro la corruzione che ha criticato il nuovo codice degli Appalti cui il ministro Salvini ha dato il suo nome?
"I toni di Lega contro un’autorità di garanzia sono inaccettabili. Da padre-padrone. Detto ciò, il Terzo Polo è molto critico con il nuovo codice degli appalti perchè a nostro avviso non semplifica abbastanza e non interviene dove eè necessario, a monte e a valle dell’appalto”.
Raffaella Paita è capogruppo del Terzo Polo al Senato. Una settimana fa, prima che scoppiasse il caso Pnrr con l’annessa difficoltà tutta italiana a realizzare opere pubbliche e a spendere denari pubblici, ha presentato un piccolo dossier sul nuovo codice degli appalti con proposte di modifica per migliorare un testo che, a suo avviso, non semplifica davvero. Nella passata legislatura la senatrice è stata presidente della Commissione Trasporti alla Camera e segue da sempre il settore infrastrutture e lavori pubblici.
Sul Pnrr è gia iniziato lo scaricabarile. Quanto è alto il rischio di perdere i finanziamenti?
"Il rischio è alto perchè alcune forze politiche e cioè Forza Italia, Lega e 5 Stelle hanno commesso due errori strategici. Il primo è stato aver fatto cadere il governo Draghi e quindi aver perso mesi preziosi in quella fase, intendo da luglio a fine ottobre quando si è insediato il nuovo governo. Il secondo errore, questo tutto della Meloni, è aver iniziato la discussione su eventuali modifiche del piano dopo 5/6mesi di vita del governo. Questo doveva essere il primo dossier per il governo Meloni. Invece arriva dopo tutto questo tempo. Però faccio anche un altro pensiero: Fratelli d’Italia si è astenuta, non ha votato il Pnrr. E adesso è iniziato lo scaricabarile sul governo Draghi ma anche sull’Europa cattiva e matrigna".
Intende dire che due indizi sono quasi una prova?
"Intendo dire che Meloni alla fine potrebbe avere “ragione” su due temi a lei cari: l’inutilità del Pnrr e la dannosità dell’Europa" .
Quali sono le maggiori difficoltà del Pnrr? In generale, non solo sugli appalti.
"Sono diverse. Alcuni progetti devono essere modificati perchè non è giusto che siano finanziati con risorse di tutti".
Un esempio?
"Gli stadi (quelli di Firenze e Venezia su cui Bruxelles ha chiesto maggiori verifiche, ndr) non devono essere costruiti con i soldi del Pnrr. Più in generale temo che i ritardi riguardino i progetti nell’ambito della riqualificazione urbana, cioè legati alle città. Soprattutto del sud".
Lei evidenzia da tempo criticità nelle gare e negli appalti. L’incapacità di spendere, deficit storico del nostro paese, è colpa solo degli appalti?
"Io ho visto un paese bloccato in tutte le fasi, quella autorizzativa, quella degli appalti e della realizzazione e quella dei ricorsi, a volte persino i collaudi. E questo che il legislatore e il decisore faticano a capire: non è solo l’appalto in sè il problema ma tutti i permessi necessari prima e che spesso non arrivano e i ricorsi che scattano inesorabili appena un’opera viene assegnata. Basta un ricorso al Tar e si blocca tutto".
Il codice degli appalti, il Codice Salvini, affronta questi nodi?
"No. Lo ha fatto in parte il ministro Fitto a cui riconosciamo un atteggiamento pragmatico e che ha presentato un decreto semplificazioni pnrr al Senato ora in discussione che va a toccare alcuni di questi punti. Dunque un testo diverso dal codice degli appalti. Il Terzo polo ha proposto di inserire in quel testo due progetti fondamentali come Industria 4.0 e l’unità di missione Italia sicura contro il dissesto idrogeologico".
Cosa c’entrano con il Pnrr?
"C’entrano eccome perchè entrambi questi temi fanno parte delle missioni del Pnrr, della crescita e delle resilienza del paese. Sono state però sotto-finanziate e noi crediamo sia necessario correggere questo punto. Industria 4.0 crea e stabilizza posti di lavoro. In Italia negli ultimi 80 anni ci sono state 5400 alluvioni e 11 mila frane. Sono un milione e 300 mila gli italiani a rischio frane e 8 milioni quelli a rischio alluvioni. Se non è emergenza questa? Fitto ci è sembrato disponibile. Vediamo. Noi non siamo i nimby, quelli che dicono no a tutto".
Andiamo sugli appalti e cerchiamo di fare chiarezza, se possibile. Prima di tutto, se oggi uno deve partecipare ad una gara, a quale normativa deve fare riferimento?
"Ora andremo a conoscere nel dettaglio il Codice Salvini: ricordo che è stata una delega, il Parlamento sa poco o nulla. Il testo originale era quello di Teresa Bellanova all’epoca viceministro alle Infrastrutture. Ci pare però che quella delega sia stata molto snaturata. Per venire alla sua domanda, noi crediamo che ci sia molta, troppo confusione, che è l’esatto contrario della semplificazione".
Può fare un esempio?
"Oggi esiste un regime di norme di semplificazione per il Pnrr (il decreto al Senato, ndr), uno per le opere comuni (il Codice Salvini, ndr) e uno per quelle commissariali. Sembriamo matti, per non dire isterici. Che paese presentiamo anche agli investitori? Oggi come oggi è una complicazione in partenza".
La vostra proposta?
"Ci sono direttive comunitarie, seguiamo quelle, semplifichiamo e facciamo una norma uguale per tutti. Nel codice di Salvini, secondo noi, ci sono anche altre criticità. Ad esempio riduce la concorrenza. E c’è il via libera al sub appalto a strascico. Soprattutto, come dicevo, non c’è nulla su autorizzazioni e ricorsi. Contiene una cosa positiva sul potere di firma che tutelare l’amministratore pubblico, finalmente. Però, in generale, come può semplificare un testo che conta 229articoli e 35 schede attrattive?".
Vede il rischio delle infiltrazioni criminali?
"Mi fido degli anticorpi del nostro sistema. Non avrei però soppresso l’elenco delle amministrazioni che operano mediante affidamenti diretti nei confronti di proprie società in house. L’articolo 23 del vecchio codice. Quello e’ necessario. So che Busia aveva sollevato questo punto".
Il Terzo polo propone da tempo ricette, prima per sveltire i cantieri, ricordo un ddl in sette punti sul modello Ponte di Genova, e poi per accelerare il Pnrr. Ce le può riassumere?
"Noi chiediamo di semplificare le autorizzazioni, ridurre i tempi della Conferenza dei servizi, togliere il potere di veto di alcuni enti ad esempio delle sovrintendenze, obbligare i ministeri a tempi certi e congrui, sbloccare alcune opere con i commissari come ha fatto Draghi. I ricorsi, secondo noi, non devono bloccare le opere ma essere discussi quando è il loro momento".
Le opposizioni vanno in piazza sabato contro il codice degli appalti. Dicono che apre le porte alla criminalità. Il Terzo Polo ci sarà?
"Il Terzo Polo cecherà di migliorare dove si può ancora migliorare. Noi siamo perchè le opere vengano davvero realizzate. Diciamo no alle campagne demagogiche. Il fatto è che anche questo governo ha semplificato troppo poco. Nessuno ha ancora avuto il coraggio di andare fino in fondo. Noi siamo quelli che dicono sì al rigassificatore di Piombino, alla Tav, al Terzo valico a Genova e al Ponte sullo Stretto. Non andiamo in piazza ma stiano in Parlamento a proporre correttivi".
Il governo Meloni accusa il governo Draghi di non aver fatto le cose come avrebbe dovuto. Cosa ne pensa?
"Draghi aveva una sua autorevolezza determinante. Meloni purtroppo non ce l’ha. La premier dopo sei mesi litiga con Bruxelles sul Mes e sul Green deal, dalle auto alle case. Poi non ci possiamo stupire se i commissari sono sospettosi".
Fitto vuole cambiare i progetti del Pnrr?
"Ho capito che lo ritiene a questo punto necessario. Se vuole inserire i dissalatori la canalizzazione delle pianure contro la siccità, il potenziamento di Invitalia per fare in modo che gli enti locali abbiano progetti pronti quando servono. Se vorrà fare tutto questo, cioè cose utili al Paese, ci confronteremo. Ma per farlo serve visione e una strategia".
Quanto influisce nello stallo aver cambiato la governance del Pnrr?
"Tanto perchè la governance di Draghi, con le varie unità di missione nei vari ministeri, funzionava bene. E’ chiaro che questi sei mesi sono stati persi. E ora siamo dove siamo. Capisco lo spoil system e non mi stupisco. Ma qui stiamo parlando del Pnrr, un’occasione unica di riscatto, ripartenza e prestigio per l’Italia. Non possiamo svilire questa opportunità in nome dell’occupazione delle poltrone".