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"Un vero soldato non si arrende mai"

Un guardrail gli tranciò i piedi, ora Moreno Marchetti parteciperà agli Invictus Games. L' atleta gareggia per il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa

Paolo Salvatore Orrùdi Paolo Salvatore Orrù   

“In un giorno che sarebbe dovuto essere uno qualunque del 2010 mi sono svegliato in una stanza d’ospedale con i piedi amputati, tremendo”. Ma anche quando sembra che non abbia più nulla da dare o da dire, la vita può ricominciare. Lo sa bene Moreno Marchetti, un soldato che dopo il dramma (“dovuto a un banale incidente d’auto”), ha saputo ritrovare, grazie all’Esercito e alla sua grande forza di volontà, la gioia di vivere “un’altra vita”.

L'altra vita di Moreno Marchetti

L’altra vita la sta vivendo da atleta: dopo aver partecipato a missioni di pace (nelle file della Brigata Sassari e dei bersaglieri dell’Ariete) ad altro rischio in Kossovo, Libano e Iraq, Moreno ora si allena nel comprensorio polisportivo militare di Generale Rossi di Cagliari. E’ diventato in poco tempo uno degli atleti di punta del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa (GSPD), un’associazione che favorisce il recupero psico-fisico dei militari di tutte le armi che, operando in Patria o al di fuori dei confini nazionali, hanno contratto lesioni o malattie invalidanti e permanenti nell'adempimento del proprio dovere.

Tutto gli crollò addosso come un castello di carte

La natura tutto ad un tratto era diventata matrigna, insopportabile per un uomo che aveva deciso di vivere come un soldato. Tutto gli era crollato addosso come un castello di carte, insieme ai piedi erano svanite anche le speranze per un futuro migliore. “Non sapevo se sarei mai più riuscito a camminare”, dice, mentre un’ombra si palesa per un attimo in un viso altrimenti sereno. Se gli angeli esistono, per Moreno si chiamano tutti Davide Melis, un atleta dell’associazione sportiva A.S.D.A.O: è lui l’uomo che riuscito con le sue parole e con i fatti a fargli “riprendere in mano la vita”. La struttura fisica del gigante di Ierzu (Ogliastra-Sardegna) e un “nuovo paio di zampe di metallo e plastica” fanno il miracolo.

Oggi gareggia in tutte le parti del mondo

Oggi, il bersagliere si cimenta negli stadi di tutto il mondo: è specialista nel getto del peso e si difende da par suo anche nel lancio del giavellotto e del disco. “Ho iniziato il mio percorso di lanciatore con il tecnico dell’Amsicora Francesco Tumatis, con lui ho cominciato a cogliere le prime soddisfazioni”, spiega. I risultati sono venuti abbastanza presto: nel maggio 2013 a Grosseto durante i Campionati Paralimpici Assoluti Italiani, “ho vinto due medaglie di bronzo, una nel getto del peso, l’altra nel lancio del disco”. Successivamente ci sono state altre gare di minore risalto, ma dove la sua stella è sempre riuscita a farsi scorgere su uno dei gradini che contano.  “Ad oggi sono pluri primatista italiano nei lanci per la mia categoria e sono stato campione italiano assoluto nel giavellotto e nel disco”, conferma.

Il suo sogno? Partecipare alle Paralimpiadi

Parteciperà alle Paralimpiadi? “Vorrei ma per ora non posso: devo migliorare i miei record per riuscirci”. E sì, perché i suoi incubi sono diventati sogni realizzati o da realizzare. Di sicuro, lui vuole sempre andare oltre, del resto il motto del suo gruppo sportivo - per Aspera, ad Astra" (attraverso le difficoltà, verso le stelle) - glielo impone. E siccome la vita va vissuta a pieno, il bersagliere vuole imparare a cavalcare. “Non si dica che io so andare a cavallo – afferma serio – ma, questo sì, sono stato il primo bi amputato a salire in sella con un qualche risultato”.  “Per aspera, ad Astra", Moreno.

Paolo Salvatore Orrùdi Paolo Salvatore Orrù   

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