[L’intervista] Sechi: "Senza bambini l’Italia è un paese perduto. Solo bonus a pioggia, non si progetta il futuro"
Il noto giornalista ha commentato con Tiscali.it i dati Istat che hanno evidenziato un forte calo delle nascite negli ultimi anni
Le statistiche parlano chiaro: in Italia si fanno sempre meno figli. Nel 2016 i nuovi nati sono stati poco più di 473 mila, ben 107 mila in meno rispetto a otto anni prima. Nelle classifiche internazionali siamo in coda. Il nostro tasso di natalità è pari a 7,8 ogni 1000 abitanti. La Spagna è a 8,7, la Germania a 9,3, la Francia addirittura a 11,7 e il Regno Unito ancora più su a 11,8. Meglio di noi anche la Grecia con un tasso di natalità di 8,6. Il dato del 2016 sarebbe potuto essere ancora peggiore. Ci hanno salvato gli immigrati. Oltre 100 mila dei nuovi nati hanno almeno un genitore straniero. Il numero medio di figli per donna è calato a 1,34 ma mentre quello delle straniere residenti in Italia è pari a 1,97 quello delle italiane si ferma a 1,24. Quali le cause di questo fenomeno? Tiscali.it lo ha chiesto ad uno dei giornalisti italiani più attenti ai numeri, Mario Sechi, fondatore della nuova iniziativa editoriale List che punta sull’informazione e sulle analisi di qualità.
Cause sia economiche che culturali
Per l’ex direttore de Il Tempo “le cause sono sia economiche che culturali. La crisi, come confermato dall’Istat, sta incidendo sulla natalità ed ormai è sempre più evidente che le donne stanno contribuendo allo sviluppo della società quanto gli uomini. Sono molto attive, brave e questo implica che la maternità non sia più una priorità come prima. Ci stiamo trovando di fronte ad una trasformazione enorme e il risultato è che non facciamo più figli”.
Andare oltre i bonus bebè
Possono bastare i bonus bebè per risolvere il problema? Sechi non ha dubbi. “No”. “Il problema – ha spiegato - va affrontato con politiche di aiuti alla crescita della famiglia nel suo complesso perché nel nostro Paese la natalità è ancora molto legata al matrimonio e quindi bisogna dare una mano a chi si vuole sposare, a chi vuole mettere su casa come si diceva un tempo”.
Fondi a pioggia, non si progettà il futuro
“Gli strumenti che si stanno utilizzando – ha proseguito - non sono però adeguati. Guardiamo per esempio alla legge di Bilancio, c’è una dispersione pazzesca, ci sono bonus a pioggia ma sono tutti interventi micro settoriali. Si vede che è una manovra elettorale. Invece proprio di fronte ai grandi trend storici che stiamo vivendo in questo momento avrebbe dovuto essere una legge di Bilancio che incominciava a progettare il futuro. Non c’è niente di tutto questo. Dunque pochi soldi per tutti e niente risorse per il futuro del Paese”.
Senza bambini non c'è futuro
Ma di fronte alla crescita esponenziale della popolazione mondiale il calo della natalità in Italia è davvero una brutta notizia? Anche di fronte a questa domanda la posizione del fondatore di List è netta. “Sì per mille motivi”. “Un paese forte – ha spiegato - è un paese che ha un saldo demografico positivo. Senza bambini un paese non può avere un futuro perché diventa un luogo di vecchi”.
Il futuro è dell'Africa e dell'Asia
“I trend demografici – ha aggiunto - sono il grande motore della storia. Secondo un recente rapporto del World Economic Forum quelli che cresceranno di più saranno gli africani. Da qui al 2050 aggiungeranno 400 milioni di abitanti. Poi naturalmente c’è l’Asia che anche se sta rallentando nella crescita della popolazione sarà l’area più importante del mondo per la forza straordinaria della Cina e dell’India”.
Europa continente di vecchi
“E poi c’è l’Europa che è in costante declino, il nostro è un continente perduto, siamo un grande mercato ma un mercato di vecchi. In questo scenario l’Italia è un nano fragile. Siamo piccoli e anziani con una economia che cresce meno degli altri, esposta alle incertezze del momento. Fare bambini significa fare futuro e noi non lo stiamo facendo” ha concluso amaramente Sechi.