[L'intervista] Zingaretti: "Rischiamo il caos politico. E' il prezzo che si paga quando si ignorano i problemi di chi poi vota"
Il presidente della Regione sa che nel "suo" Lazio si gioca una partita determinante per i destini nazionali. "Bisogna ritrovare i motivi che ci tengono uniti"

Nel Lazio si gioca una partita che è anche nazionale. Il M5S si gioca il salvataggio dell’esperienza amministrativa su Roma, Parisi gioca sua la partita interna con Forza Italia, e lei si gioca il progetto di una ricomposizione del centro-sinistra attraverso una grande alleanza che se funziona, automaticamente costruirà il cantiere per la ricostruzione del Pd al prossimo congresso. Dopo le regionali nascerà la corrente unitaria di Nicola Zingaretti? Di questo e altro abbiamo parlato con il presidente della Regione Lazio.
“La partita che si gioca nel Lazio è sulla vita dei cittadini - spiega - ed è la partita più importante. In questa Regione nessuno è mai stato confermato alla guida dell’ente, qui si è sempre dovuto ripartire da capo. Noi invece siamo arrivati fino in fondo e ora ce la giochiamo, con una squadra che ha saputo sempre stare unita, nel rispetto delle differenze. Credo che la nostra esperienza di governo e la forza del Lazio sia un valore per tutti”.
A chi le chiede se si candiderà alla segreteria del PD nella fase post Renzi lei risponde che non è un tema di “leadership” ma di progetti e di cultura politica. Significa che in questi anni al Nazareno sono mancati gli uni e gli altri?
“La mia non vuole essere una critica. Piuttosto è un appello. In un momento in cui l’Italia rischia di andare verso una fase di vero e proprio caos politico, ribadisco quello che ho sempre detto con franchezza in questi anni: ai destini personali dobbiamo anteporre le soluzioni ai problemi che colpiscono le persone, le idee per creare sviluppo e lavoro e i progetti politici più utili ad aiutare il Paese, ricercando sempre i motivi che ci tengono uniti anziché quelli che ci vorrebbero divisi”.
I sondaggi sembrano premiare il tentativo di tenere dentro tutti, da LeU a Più Europa. Con tanta eterogeneità non c’è un tema di coesione, di tenuta?
“Noi abbiamo governato cinque anni con una coalizione larga ed eterogenea. Se c’è una cosa di cui vado orgoglioso, è che la nostra maggioranza, in anni di divisioni e polemiche su tutto, non ha litigato neanche una volta. Discussioni, punti di vista differenti, soluzioni diverse.. Ma poi si è sempre riusciti a trovare una sintesi. Anzi, posso dire che questo spirito di collaborazione si è allargato in alcune occasioni anche alla minoranza, che ci ha aiutato a trovare soluzioni giuste e utili per la comunità: penso, per fare un esempio, al registro tumori. In un tempo in cui la politica è concepita spesso come continua lotta tra fazioni, io continuo a pensare che debba essere soprattutto contaminazione e capacità di sintesi. La nostra forza è l’unità”.
Sanità: lei rivendica l’uscita da commissariamento e la risalita nella qualità delle prestazioni che era agli ultimi posti in Italia. I suoi principali competitor contestano però questi dati e parlano di finta uscita dal commissariamento e di nodi ancora da sciogliere come le liste d’attesa. La Lombardi in particolare, la accusa di aver ridotto i posti letto, i presidi ospedalieri sul territorio e le ore ospedaliere, senza aver bloccato la crescita della spesa sanitaria.
“Io non ho tagliato nulla. Casomai abbiamo risolto problemi. Vedo una difficoltà enorme degli altri candidati a parlare delle loro proposte e idee. Per questo si gridano i problemi, spesso dicendo vere e proprie bugie, come quella sul commissariamento. L’uscita è un dato oggettivo, e verrà sancita entro l’anno. Non è un regalo, ma il frutto di un enorme lavoro fatto dall’intera nostra comunità e una grande conquista per il Lazio, di cui dovremmo essere tutti contenti. Soprattutto se ci si candida a guidare la Regione. I tagli di cui parlano alcuni candidati sono una balla. Dalla fine del 2013 abbiamo interrotto l’emorragia di posti letto nel Lazio. Abbiamo ripreso ad assumere personale, dopo un blocco durato 10 anni, si pensi che nel 2013 c’erano state 60 assunzioni, tra il 2017 e il 2018 ce ne saranno 2300. Abbiamo ricomprato 16 ospedali svenduti nel 2002, con risparmi per la Regione di circa 200 milioni. La qualità delle cure nei monitoraggi del Ministero continua a salire di anno in anno. Il disavanzo è praticamente azzerato. Abbiamo investimenti importanti che ci consentiranno di migliorare le strutture e di curare meglio. Non tutto è risolto, ma i passi fatti in questi anni sono oggettivi e innegabili”.
Caos Rifiuti: di chi è la colpa? quali soluzioni adottare? In che tempi?
“Il caos su 378 comuni da cui è composto il Lazio riguarda solo la capitale. Ci sono carte e verbali che dimostrano che i ritardi sono tutti di Roma Capitale che, non solo sulla partita dei rifiuti, sembra incapace di fare le grandi scelte. Ora però chiedo a tutti, di superare la polemica e riportare concretezza alla discussione. Quando siamo arrivati il 70% dei rifiuti veniva interrato in discarica così com’erano. Oggi neanche un grammo di rifiuti indifferenziati finisce in discarica. In questi anni abbiamo aiutato tutti i Comuni, a partire da Roma, a far crescere la differenziata, che è passata nel Lazio dal 22% al 43% in 5 anni. Adesso abbiamo risorse e progetti per cambiare radicalmente il ciclo dei rifiuti nel Lazio. La Regione e la rete dei Comuni, insieme: metteremo a disposizione di tutti i Comuni un fondo di 57 milioni di euro con cui realizzare isole ecologiche, impianti di compostaggio e di autocompostaggio e portare la differenziata nel Lazio a quota 70%; investiremo su impianti di trattamento biologico che trasformino e valorizzino invece di bruciare. In 5 anni recupereremo il 50% dei rifiuti indifferenziati. E introdurremo tariffe più giuste in tutti i Comuni: meno rifiuti produci, meno paghi”.
Trasporti: Lei ha parlato di “cura del ferro” e di una rete di ciclovie da creare in tutto il Lazio: Roma può davvero diventare come Copenaghen ed Amsterdam?
“Io non sono il sindaco di Roma, ma il Presidente della Regione Lazio, un ente che in questi 5 anni ha rivoluzionato il trasporto pubblico regionale. Abbiamo rinnovato l’83% dei treni, migliorato la puntualità e dato un servizio nell’area metropolitana di Roma con frequenze anche di 10 minuti, negli orari di punta. Inoltre abbiamo acquistato 400 nuovi bus Cotral e altri 400 sono già in cantiere. Noi, con i treni regionali e con i mezzi Cotral, stiamo dimostrando che cambiare il trasporto pubblico non è un’impresa impossibile. Su Roma abbiamo un progetto importante per migliorare ancora la rete ferroviaria nell’area metropolitana, mutuata dalla S-Bahn di Berlino. Intanto, vista la situazione in cui si è cacciata Atac, stiamo dando una mano sulle ex concesse Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo, con l’acquisto di 38 nuovi treni. Vogliamo vivere in maniera nuova e sostenibile Roma e la nostra regione, dare un’opportunità di scoprire il Lazio, attrarre turisti da tutta Europa e dal mondo. Abbiamo una legge all’avanguardia sulla mobilità sostenibile. Ora bisogna andare avanti. Uniremo e riqualificheremo i percorsi ciclabili esistenti e realizzeremo almeno 100 km di nuove ciclovie in tutto il Lazio. Uno dei grandi progetti riguarderà la ciclabilità del Lago di Bracciano”.
La bella stagione è alle porte. Abbiamo assistito tutti impotenti al dramma del lago di Bracciano, il paradigma dell’emergenza idrica nel Lazio, su cui c’è molto da lavorare, dalle reti colabrodo a la ridefinizione degli accordi sul prelievo dell’acqua. Come si possono affrontare questi problemi?
“Mai più senz’acqua. L’acqua manca innanzitutto perché le reti idriche ne disperdono una quantità enorme. È una follia ed è fondamentale che nei prossimi anni gestore e comuni reinvestano utili nella riqualificazione delle condotte. Con la delibera sull'individuazione degli ambiti territoriali ottimali che stabilisce la gestione pubblica dell'acqua nella nostra regione. Una delle grandi missioni che ci siamo dati con il nuovo programma di governo è di destinare nuove risorse e progetti alla lotta agli effetti dei cambiamenti climatici e alla missione della protezione del territorio, delle città e dell’ambiente in cui viviamo. È inaccettabile che una regione la nostra sia stretta nel 2018 nella morsa della siccità o che i nostri laghi vengano utilizzati come riserve idriche della Capitale. Per questo, tra le altre cose, realizzeremo 100 invasi costruiti con sbarramenti naturali, con l'obiettivo di accumulare l'acqua piovana e di scorrimento”.
La Lombardi vorrebbe vedere più turisti e meno migranti. E’ d’accordo o no? E’ vero che Roma ha subito la pressione migratoria più di altre città? La questione migratoria come è stata gestita a livello nazionale?
“L’insensatezza della frase di Roberta Lombardi è stata notata persino dai suoi compagni di partito. C’è il tentativo un po’ goffo di cavalcare l’ondata di xenofobia che sta attraversando il Paese, magari per strappare qualche voto a Salvini. Noi dobbiamo pensare invece a governare i problemi cercando soluzioni. Quello delle migrazioni è un fenomeno complesso, dove innanzitutto è in gioco la dignità e la libertà di tantissime persone, e dove le istituzioni hanno anche il dovere di evitare possibili conflitti sociali. Io guardo quindi il problema da questa prospettiva: garantire integrazione, rispetto della legalità, tenuta sociale e libertà. In questi anni la Regione Lazio è stata impegnata su questi fronti in maniera responsabile, occupandosi dei diritti e mettendo le nostre comunità al riparo da possibili conflitti sociali. Questa è la strada che seguiremo nei prossimi anni”.
Parisi accusa lei ed il ministro Calenda di mancata collaborazione istituzionale col sindaco Raggi. Cosa risponde?
“Noi per la Capitale abbiamo messo a disposizione 2,4 miliardi di euro di investimenti su tutti i temi sensibili per il rilancio della Capitale. Dal trasporto pubblico alla crescita delle imprese. Tanti investimenti e progetti sono ancora fermi per esclusiva responsabilità del Comune. Calenda ha preso un’iniziativa che non si era mai vista prima: un vero e proprio atto d’amore per Roma, a cui si è voluto rispondere con sufficienza e disinteresse. Come se parlassimo di investimenti per Marte. Purtroppo, l’ennesima occasione che la Giunta Raggi sta lasciando scappare via. Noi però non faremo alcun passo indietro: massima disponibilità, sempre, per aiutare Roma”.
Se rieletto, qual è la prima cosa che farà nel suo secondo mandato?
“Istituirò una delega sui diritti per il malato. È un segnale di consapevolezza delle difficoltà che ancora incontrano tante persone e la volontà di metterci ancora più impegno per rimuovere ogni possibile ostacolo”.