[L'intervista] “Nessun tampone gratis ai docenti no vax. Ma per la scuola è necessario il vaccino obbligatorio”
Parla Maddalena Gissi (Cisl scuola). “Abbiano firmato un buon protocollo per le scuola, fissato regole e garantito ai dirigenti di non essere accusati dei focolai"
“Accordo-accordo”… Ieri mattina sul presto, in una vigilia di Ferragosto da subito rovente, telefonini e pc cominciano a brillare. “Trovato l’accordo con i sindacati della scuola sulle regole anti Covid. L’anno scolastico è salvo, tutelato lo svolgimento in presenza…”. Tanta roba, se è veramente così. Solo che poi leggi i sottotitoli e capisci che tanto giubilo è dovuto in sostanza a tre concessioni fatte dal ministro dell’Istruzione agli agguerriti sindacati della scuola: tamponi gratuiti per il corpo docente; corsia preferenziale per i vaccini del personale scolastico; misure per evitare le classi pollaio. Su questo punto basterebbe, ad esempio, capire come sono stati utilizzati i fondi già previsti e stanziati lo scorso anno. Circa 350 milioni che al netto dei banchi a rotelle (per cui c’era uno specifico capitolo di spese della struttura commissariale) dovevano servire anche a fare circa quaranta aule in più. Pare ne siano state fatte la metà. Altrettanti sono stati stanziati per l’anno scolastico 2021-2022. Quello che balza agli occhi e fa scattare subito la polemica sono quei “tamponi gratis per il corpo docente e amministrativo”. Ma come, così si aiuta che non vuole vaccinarsi. Esattamente il contrario della strada intrapresa dal governo che nel decreto green pass (il secondo) ha evitato la gratuità dei campioni (il governatore Zaia l’ha deciso ancora prima del governo centrale) per togliere di mezzo un potenziale e sublime alibi per chi non vuole vaccinarsi e pensa di cavarsela con i tamponi rapidi. Urgono chiarimenti. Che arrivano da Maddalena Gissi, segretario della Cisl scuola nonchè uno dei protagonisti della lunga trattativa.
Gissi, trattativa difficile?
“Una lunga settimana dove l’obiettivo comune - tornare a scuola in presenza e in sicurezza - a volte sembrava allontanarsi perchè le variabili sono veramente tante perchè non si vuole capire che le variabili sono veramente tante e, più di tutto, non si vuole capire che la scuola è un luogo di per sè aperto, dove ci si mescola per definizione - e parlo di centinaia e centinaia di persone ogni giorno - ed è di per sè quasi impossibile tenere fuori dalla porta un virus”.
Soddisfatta del risultato?
“Molto, sono stati fatti passi importanti. Non abbiamo ancora la soluzione in mano però stanotte alle tre del mattino è stato definito un ottimo punto di partenza”.
Chi eravate al tavolo?
“Direi tutti. Abbiamo lavorato una settimana tutti a distanza: Jacopo Greco, Capo dipartimento delle risorse, del personale e delle misure di sicurezza; lo staff del dipartimento, e poi i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals, DirScol, Anp e Anief. Gilda (vale circa il 6%, ndr) non è mai stata invitata. e anche l’ Anief dei presidi. Prezioso il lavoro di regia fatta dal capo di gabinetto del ministero Luigi Fiorentino”.
Il patto di Ferragosto. Anche perchè tra cinque giorni sarebbe scattata la tagliola del commissario Figliuolo e i sindacati scuola non avrebbero fatto una bella figura dopo un anno e mezzo di scuola in dad, dove senza generalizzare, alcuni docenti se ne sono abbastanza fregati pur sapendo di essere pagati alla fine di ogni mese. Avete firmato tutti?
“No. Anief (leader Marcello Pacifico, ndr) si è rifiutata perchè sostiene che aver assunto nel protocollo firmato stanotte il contenuto del decreto green pass è non solo sbagliato ma vizia tutto il documento e lo rende illegittimo: il decreto è ancora in discussione in Parlamento che lo dovrà cambiare e quindi secondo Anief noi dovevano stare fermi ed aspettare”.
E far saltare così l’inizio della scuola. Anief è la sigla dove ha militato l’ex ministro Azzolina nominata ieri preside?
“Anief nasce come onlus a Palermo, l’acronimo sta per Associazione nazionale insegnanti e formatori. E sì, l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è stata una dirigente Anief fino a quattro anni fa e credo ne sia tuttora un importante rappresentante”.
Possiamo intendere questa non firma come un bastone dei 5 Stelle di Conte nel difficile ingranaggio della scuola che, come sappiamo bene, è il primo termometro dello stato di salute di un governo?
“Su questo non saprei proprio cosa rispondere. Anief al momento almeno non ha firmato. Però non sono soli: anche Anp, la mediatica associazione dei presidi, non ha firmato. Dice che attendono “precisazioni””.
Cosa avete ottenuto esattamente?
“Un protocollo per la sicurezza lungo 23 pagine necessario per entrare ogni mattina a scuola e garantire il governo e la gestione delle attività didattiche secondo regole precise che mettono i dirigenti scolastici in condizione di non essere accusati di eventuali casi di contagi. Lei non sa quanti genitori e anche insegnanti minacciano e hanno minacciato denunce…”.
Cosa c’è nelle 23 pagine?
"Sono fondamentali alcune precondizioni. La prima soprattutto: l’obiettivo nel mese che resta prima dell’inizio dell’anno scolastico è ampliare la platea da vaccinare e dare precedenza a insegnati, personale Ata e dirigenti”.
A questo proposito, ci può dare qualche numero sul numero docenti e personale Ata non ancora vaccinato?
“Siamo a circa 218 mila. Ieri però il capo dipartimento del ministero ha tenuto a dire che nell’ultimo mese è stata registrata una elevata partecipazione. E che ci sono fondati motivi per ritenere che a metà settembre ne mancheranno all’appello centomila. In realtà il censimento sfugge un po’ di mano. Non sappiamo bene a quali categorie del “personale scolastico” appartengono questi centomila: bidelli, personale amministrativo, assistenza all’infanzia e terzo settore che presta servizio nelle scuole. Però credo di poter dire che il ministero conta, tra un mese, di avere circa 50 mila unità di personale da vaccinare”.
Sia gentile e ci faccia capire.
“Il decreta stanzia 358 milioni per finanziare e coprire le supplenze di quelli che non si vaccinano. Più o meno quella cifra serve a coprire 50 mila posizioni. Comunque aspettiamo il 20 agosto per avere dati certi: per quella data il commissario Figliuolo vuole i dati da tutte le regioni. Ci sono problemi in qualche regione, ad esempio la Sicilia…”.
Dove il tasso di vaccinazione, così come in Sardegna e Calabria, è molto basso. Dove è mancata quella fase in cui i governatori sono andati a cercare casa per casa ch iancora non si era vaccinato.
“In effetti non è solo la Sicilia che non riesce a mandare i dati. Io comunque mi sono permessa di dare una soluzione: incrociare i codici fiscali delle buste paga con quelli dei certificati vaccinali. Basta fare un programma apposta e un foglio excel: in 48 ore ogni regione è in grado di dare il neutro preciso di chi non è vaccinato e con quale ruolo”.
Parlava di precondizioni alla base dell’accordo siglato. La prima è chiara. La seconda qual è?
“Abbiano ottenuto cento milioni per lo screening generale di ragazzi, docenti, amministrativi. Sarò il commissario Figliuolo a dirci come impiegarli. Intanto è un’operazione preventiva per evitare cluster.
Da dove viene fuori questa cifra?
“Nel 2020 erano arrivati 350 milioni per il fondo di funzionamento, ovverosia l’acquisto di materiali, beni e servizi. Al netto dei banchi a rotelle. Abbiamo risparmiato 8 milioni. Quest’anno abbiamo quindi a disposizione 358 milioni. Nel protocollo abbiano scritto che le scuole utilizzano queste risorse anche per la messa in sicurezza del personale scolastico attraverso tamponi diagnostici che potranno essere fatti in convenzione”.
Gissi, quindi la vostra sarà l’unica categoria che avrà l’alibi a non vaccinarsi perchè tanto avrà i tamponi gratis o quasi?
“C’ è molta confusione su questo punto. E vorrei approfittare per spiegare. Il personale interessato a questi tamponi non sono no vax ma tutti coloro che non hanno potuto in questi mesi fare il vaccino per mille e uno motivi: questioni di salute; persone rimaste perplesse per il balletto su Astrazeneca con cui la maggior parte di noi è stata vaccinata. Ma anche il precario che è rimasto fuori dai vari turni e quindi anche dalle finestre per farsi il vaccino. Guardate che non tutte le regioni sono uguali, purtroppo, e in molte realtà questi casi sono assai frequenti.Dunque noi con questa cifra destinata ai tamponi diciamo così gratis vogliamo essere pronti anche alle supplenze e alle sostituzioni in corsa per evitare di tenere ferma una classe perchè non ha l’insegnante che è ancora in attesa di vaccino per i mille motivi che ho in parte accennato sopra”.
Lei dice cento milioni per i tamponi su un totale di 358. E gli altri soldi?
“Impianti di areazione, scanner, igienizzazione e tutto quello che servirà per mandare avanti l’anno scolastico in sicurezza”.
Il ministro è stato costretto pochi minuti fa a precisare anche l’obbligo di mostrare il green pass.
“Nel protocollo firmato stanotte non si parla di green pass di cui il ministero parlerà in una nota a parte che sarà inviata ai dirigenti scolastici. Avviso già però che ci saranno enormi problemi di privacy e con il Qr code. Il Garante della privacy dovrà ad esempio chiarire quali certificazioni potranno essere depositate in un istituto e assegnare ai dirigenti un ruolo di verifica…”.
Il Garante si è già espresso su questo, tre giorni fa.
“Deve essere assegnato in modo specifico il ruolo di vrifica ai dirigenti scolastici. E poi, come sarà cambiato il green pass in Parlamento? Come possiamo fare una circolare su questo oggi su una norma destinata a cambiare?”.
Gissi, mentre noi stiamo parlando è in corso una forte polemica. Il ministro Bianchi ha dovuto fare, a poche ora dalla firma del protocollo, una nota interpretativa in cui si precisa che non ci sarà alcun tampone gratis per i prof no vax ma solo una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi e un supporto ai più fragili, ossia chi non può ricevere il siero per particolari e documentate motivazioni sanitarie. I suoi colleghi sindacati, la Cgil ad esempio, è già tornata sul piede di guerra. Sinopoli ha ribattuto al ministro che è “inaccettabile l’interpretazione unilaterale di un accordo”. Sicuri che il patto di Ferragosto regge?
“Come al solito ci fissiamo su un punto, quello su cui è più facile speculare, ovverosia i tamponi. Nel protocollo, che invito a leggere, ci sono molte altre cose. Il ministro ha ottenuto impegni precisi: inquadrare le problematiche introdotte dal decreto del 6 agosto sul green pass; più personale da assumere in base alle graduatorie per la quota supplenti; rivedere progressivamente il rapporto numerico visto che il Pnrr dà gli strumenti per evitare classi pollaio); altro personale che dovrà sostituire la quota che sarà congelata causa green pass; la garanzia della copertura economica non solo fino al 31 dicembre 2021. E poi l’esperto Covid e il mobile manager per vedere di cambiare con i prefetti l’orario della città e quindi fare ingressi scaglionati a scuola”.
Gissi, se ne parla dall’anno scorso e non è stato fatto nulla?
“Per questo rivolgersi ai tavoli in prefettura e al trasporto locale dove ancora non è stato fatto nulla. Noi abbiano messo in sicurezza, speriamo, le scuole e i dirigenti che diversamente rischiano di essere accusati di aver provocato un contagio. Sul resto provvedano gli altri attori di queste emergenza sanitaria”.
La scuola riparte in presenza a settembre sì o no?
“Abbiano ottenuto soldi, regole e più personale. Se però devo essere sincera, avremo la certezza della ripartenza solo quando il vaccino sarà reso obbligatorio”.