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Cottarelli: "Guerra, clima sconvolto, caro prezzi e sanzioni. Come affronteremo l'autunno che ci attende"

Un'estate di riaperture frenetiche nella pausa del Covid per poi trovarci di fronte a una seconda parte dell'anno molto impegnativa per tutti. Intervista

Cristiano Sanna Martinidi Cristiano Sanna Martini   
Carlo Cottarelli (Foto Ansa)
Carlo Cottarelli (Foto Ansa)

L'anno che verrà. ll titolo omaggia Dalla e apre una riflessione a tutto campo sullo scenario che attende l'Italia dopo la breve parentesi spensierata estiva. E Carlo Cottarelli, membro del Consiglio esecutivo del Fondo Monetario Internazionale e di Programma Italia, affronterà il dibattito in un botta e risposta con il cantautore Francesco Gabbani, nell'ambito della XXI edizione del festival Libro Possibile (cartellone ricchissimo partito il 6 luglio a Polignano a Mare e che prosegue fino al 29 a Vieste). Con lui parliamo dell'autunno che verrà, che già basta a tenere vive le peggiori preoccupazioni. 

Com'è nato questo duo pop con Francesco Gabbani su temi scorbutici come quelli economici?
"Perché io sono un suo grande fan, al punto che il mio libro sulle bufale economiche l'ho intitolato usando una delle sue canzoni. Gli organizzatori di Libro Possibile ci hanno chiesto un botta e risposta sui temi che riguardano il futuro, da quelli sulla qualità della vita delle persone alla creatività fino alle sfide economiche in cui saremo immersi".

Eccoci quindi al futuro prossimo dell'Italia, inserita in un ambito di crisi di governo e di istituzioni europee traballanti: su cosa bisognerà impegnarsi al massimo?
"Sicuramente sugli effetti economici della guerra, e poi sulla corsa dell'inflazione".

Hanno quindi ragione gli esperti che parlano di mix micidiale di depressione economica e caro prezzi?
"Ma bisogna anche dire che sia l'Italia che l'Ue non hanno per ora indicatori così critici. Parecchi però insistono sull'autunno in arrivo come portatore della tempesta perfetta. A me preoccupano tre cose: l'escalation militare, la possibilità è che si estendano sanzioni severe al gas russo e cosa farà la Banca centrale europea contro l'inflazione. La tendenza come vediamo è a sollevare i tassi perché altrimenti chi ha soldi in banca va a perdere l'8 per cento l'anno, cioè la più grossa patrimoniale mai subita dagli italiani. Ma aumentando i tassi si creano scossoni sui mercati finanziari in zona euro perché lo spread italiano sale. Da qui la necessità di questo Scudo anti spread già presentato ma di cui si conoscono pochi dettagli".

Dobbiamo prepararci ad una nuova stagione di austerity?
"La Bce ha annunciato che smetterà di comprare titoli di Stato italiani. Nello scorso biennio la Banca centrale ha assorbito qualcosa come 350miliardi di debito nostro, nella prima metà di quest'anno ne avrà comprati un'altra quarantina. Anche se c'è un titolo tedesco in scadenza, la Bce tende ad arrivare comunque prima in nostro soccorso. Ma con l'inflazione che sale a oltre l'8% diventa molto difficile per Lagarde spiegare agli altri Paesi che deve continuare a dare soldi a noi. Guardiamo alla Fed: la banca centrale americana fa questo tipo di interventi in modo ancora più generoso ma a nessuno, che so, in Texas, viene l'idea di lasciare gli Usa. Qui abbiamo esponenti politici che parlano di uscire dall'Ue e circa il 30% degli italiani che ha nostalgia della lira. Attorno a questo c'è la tendenza internazionale a lasciarsi sfuggire l'inflazione di mano".

Su questo forse avrà letto il paper pubblicato sul sito di Harvard da Furman e Summers. Quest'ultimo è uno dei guru dell'economia americana. E dice chiaramente che l'epoca del turboliberismo Usa è finita e che lo Stato sarà chiamato ad intervenire pesantemente per affrontare il problema di un mercato poco regolato, dell'inflazione e degli effetti perversi della politica dei tassi di interesse bassi. Che ne pensa?
"Attenzione agli slogan però. Il deficit pubblico americano è a livelli che non si vedevano dal 1945, questo significa che la mano pesante dello Stato c'è eccome. Agli inizi del 2021 è stato proprio Larry Summers a prendere posizione dicendo che sì, la politica espansiva va bene ma che Biden stava esagerando e questo avrebbe fatto impennare l'inflazione. Si trova ancora su Youtube il dibattito in due parti fra Summers e il premio Nobel Paul Krugman che negava gli effetti inflativi e poi li ha dovuti riconoscere. Ed è quegli effetti che bisognerà contenere".

C'è grandissimo dibattito sull'effetto boomerang delle sanzioni Ue contro la Russia: caro prezzi, scarsità di alcune materie prime, bollette alle stelle. Fino a quando uno scenario del genere è sostenibile?
"Un po' di contraccolpi ci sono stati ma non esagererei. La verità è che le sanzioni stanno colpendo pesantemente l'economia Russa il cui Pil si è ridotto dello 0,8% nel primo trimestre del 2022 e andrà a perdere a seguire fino al 3%, il Pil dell'Eurozona il Pil nel primo trimestre è cresciuto dello 0,6% e con una tendenza simile si attesterà a +2,4% annuo. Le sanzioni fermeranno la guerra e faranno cambiare idea a Putin? Manco per idea. Anche in Iran e Venezuela ci sono state sanzioni, e molto pesanti, ma questo non ha scalfito il potere di quei leader. Allora perché insistere? Perché le sanzioni diventano uno strumento di negoziazione".

C'è in ballo però la questione del gas.
"Vero, questo è il problema principale. Molto dipenderà da come ci si muoverà nel frattempo. Da un lato è già in atto una serie di movimenti dei governi dei Paesi Ue per trovare nuovi partner fornitori, dall'altra anche la Russia sta cercando a trovando nuovi acquirenti. E' una partita complessa. Voglio anche dire che io sono contrario ad una parte di queste sanzioni, non capisco perché impedire l'esportazione di beni di lusso italiani verso la Russia. Questo ci danneggia parecchio".

Per concludere, eccoci al tema del rapporto fra tecnologia utilizzata e impatto sull'ambiente. Per fare un esempio, le auto elettriche invece di quelle diesel o a benzina non sono a portata di tutte le tasche. Che si fa?
"Serve tempo, anche per realizzare da noi le batterie che ora vengono dalla Cina. L'obiettivo sono le emissioni zero ma questa strada abbiamo appena cominciato a percorrerla. Molti dettagli vanno precisati e saranno influenzati dalle vicende geopolitiche". 

 

 

 

Cristiano Sanna Martinidi Cristiano Sanna Martini   
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