"Il governo davanti a un'intercettazione trema e scatta. Ma il vero conflitto d'interessi riguarda l'Enel"
"All'ex ministra Guidi l'onore delle armi per le dimissioni. L'esecutivo però non vede nulla quando deve ragionare e decidere da solo, senza il pungolo dei magistrati"

Prima le domande seminate e lasciate aperte dalla vicenda Boschi sul caso Etruria, poi la questione della ministra per lo sviluppo economico Federica Guidi, costretta alle dimissioni dalla divulgazione delle intercettazioni relative a un emendamento (già ritirato in precedenza) che si sarebbe rivelato utile a favorire gli interessi del suo compagno, Gianluca Gemelli, e riguardante il centro per l’estrazione di petrolio di Tempa Rossa in Basilicata. Due episodi capaci di riproporre con forza il problema del conflitto di interessi in Italia. Abbiamo chiesto un commento in merito al senatore del Pd Massimo Mucchetti, attuale presidente della decima commissione Industria, commercio e Turismo di Palazzo Madama.
Senatore ha fatto bene la ministra Guidi a dimettersi?
“Credo di sì. E le va dato atto di aver agito tempestivamente con coerenza e coraggio”.
La politica italiana tuttavia si muove ancora male in tema di conflitti d'interesse, non trova?
"Ho avuto modo di scrivere che il caso di Federica Guidi fa emergere il problema di come la politica italiana si regoli sui conflitti di interesse, sulla politica industriale e sulla politica della concorrenza. Il "come" attuale ovviamente è da definire, a dir poco, deludente".
Lei ha anche sostenuto - parafrasando un antico detto - che "Tempa rossa humanum, Enel diabolicum”. Può spiegare meglio?
"Come dicevo va dato atto alla Guidi di aver compiuto un gesto apprezzabile rassegnando le dimissioni. Non è da tutti e dunque le va dato l'onore delle armi. Ma non si può ignorare il conflitto di interessi ben maggiore recentemente emerso nell'azione di governo dell'ex ministra e che coinvolge la maggioranza. Nel ddl Concorrenza si prevede infatti il superamento del servizio in maggior tutela (opzione che garantisce al consumatore l'erogazione di energia elettrica alle condizioni economiche e contrattuali stabilite dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, A.E.E.G., ndr) nell’ambito del mercato elettrico, già liberalizzato nel 2007, in modo tale da favorire l’Enel e danneggiare i consumatori".
E quindi?
"La Ducati Energia, azienda bolognese che appartiene alla famiglia Guidi, è fornitrice dell’Enel. Lo apprendiamo dallo stesso sito internet dell’azienda. È stato finora inutile ogni tentativo di convincere il ministero e la maggioranza a correggere la distorsione della concorrenza insita nel suo modo di superare la maggior tutela. Noto che - quando si trova davanti a un’intercettazione telefonica - il governo trema e scatta, mentre non vede nulla - diciamo così - quando deve ragionare e decidere da solo, senza il pungolo dei magistrati".

(L'ex ministra Federica Guidi)
In definitiva lei si augura di veder modificato sotto tali aspetti il ddl concorrenza.
"Se la telefonata per l’emendamento sblocca Tempa Rossa può essere umanamente capita e perdonata (non politicamente) confermare questo favore all’Enel - le cui iniziative su altri fronti come le telecomunicazioni vanno peraltro viste con apertura - sarebbe diabolico. Sì, non ho perso la speranza di raddrizzare il ddl concorrenza".
Ma nel merito, l'operazione per lo sfruttamento del giacimento petrolifero lucano la considera giusta?
"Gli impianti per sfruttare quel giacimento petrolifero comportano un investimento di 1,6 miliardi. Uno dei maggiori in atto in Italia da parte di soggetti esteri, nella fattispecie il pool guidato da Total. Un investimento che allarga la base produttiva e migliora l’autonomia energetica del Paese, ancorché da sola non basti certo a garantirla. Non è per altro la solita acquisizione di imprese già esistenti. Si tratta dunque di un’operazione da difendere".
Nonostante la telefonata intercettata dell'ex ministro?
"Sì, nonostante la telefonata galeotta di Federica Guidi. Una telefonata che ha comportato un prezzo che lei ha doverosamente pagato".
Cosa pensa del preteso coinvolgimento dell'altra ministra Maria Elena Boschi?
"Il ministro dei rapporti con il Parlamento non ha un ruolo specifico nell'elenco delle proposte che vengono dai singoli ministeri, ma ne organizza il passaggio alle Camere. Allo stato non vedo ragioni specifiche per coinvolgere la ministra Boschi. Del resto, sulle misure per il Tempa Rossa è sceso in campo il premier. E su questo ha fatto bene".