"La sinistra esca dall'equivoco: Macron, Renzi, l'UE espressione delle elites."
Il politologo Angelo d'Orsi presenta il suo ultimo libro su Gramsci e parla della crisi della sinistra in Italia e in Europa. "Occorre ripartire dalla lotta alla diseguaglianza"
Ripartire dal pensiero gramsciano e dalla proposta di una rivoluzione culturale per l'emancipazione degli oppressi: ecco come uscire dalla crisi della sinistra in Italia e in Europa. Occorre al più presto uscire dall'equivoco di una sinistra che diventa altro da sè, fino al punto di tifare in Francia per il turboliberista Macron, e in Italia per una prospettiva di spostamento permanente al centro, come sembra suggerire anche ultimamente Renzi. Angelo D'Orsi, politologo, ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino, è tra i massimi esperti di studi gramsciani in Italia. Nell'ottantesimo anniversario della morte del grande intellettuale sardo, pubblica per Feltrinelli "Gramsci, una nuova biografia", in cui ripercorre le tappe della vita e l'evoluzione del pensiero gramsciano analizzando il suo messaggio alla luce delle domande che pone il tempo presente: oggi più che mai, dice d'Orsi, in questa Europa dei banchieri che è ben altra cosa rispetto all'Europa dei popoli immaginata da Spinelli, è necessario costruire una "controegemonia" che rappresenti le istanze degli oppressi e la premessa della loro emancipazione.
Il grande inganno: combattere la destra populista con la destra turboliberista
"La sinistra, in Italia come in Europa, è in una fase di crisi profonda", spiega d'Orsi, che è un attento conoscitore della contemporaneità e ne commenta abitualmente gli sviluppi. "Certamente i partiti che un tempo rappresentavano la "sinistra" o non esistono più o hanno mutato l'essenza stessa del loro essere. Per rintracciare la "sinistra" oggi dobbiamo guardare a forze non ancora organizzate, agli svuluppi della società reale, che esiste nell'associazionismo e nei movimenti". E il PD? "Dovrebbe ricordarsi la lezione di Bobbio, che non era certo un comunista. Lui, da una posizione liberal-democratica ha sempre detto che la dicotomia destra-sinistra esiste ed esisterà sempre. E' sul concetto di eguaglianza che si gioca l'identità della sinistra: è di sinistra chi lavora per costruire l'eguaglianza fra gli esseri umani, sotto il profilo politico, sociale, economico. Renzi non appartiene a questa tradizione e continua a lavorare in tutt'altra direzione". Occorre al più presto uscire dal grande equivoco della sinistra, per cui è giusto schierarsi con il turboliberista Macron per contrapporsi alla "populista" Le Pen. "La verità è che entrambi sono due facce dello stesso male, davanti alle quali un elettore di sinistra non può essere costretto a scegliere. Mi pare grottesco questo tifo per a Macron in Italia. Come si fa a dire che con Macron nasce un nuovo centro sinistra?". Presupposto ed analisi sono entrambe sbagliate, per il professor D'Orsi: "Macron rappresenta la destra internazionale della finanza, cioè di coloro che hanno provocato la crisi economico-finanziaria nel 2007 e 2008 nella quale ci dibattiamo tuttora e che ha allargato a dismisura le differenze sociali e le diseguaglianze tra gli individui. Fra sommersi e salvati, Macron appartiene alla schiera dei privilegiati, inteso come i gruppi finanziari a cui fa riferimento". Pensare di votare lui in nome di un malinteso europeismo e di una non meglio precisata "resistenza europea", prosegue D'Orsi, fa sorridere ma è l'indicatore di una mancanza di consapevolezza pericolosa per la nostra confusa sinistra. La conclusione è ancora una volta una citazione di Bobbio: ". Forse il comunismo storico è fallito ma è rimasta la richiesta di ugliaglianza e di inclusione che milioni di esseri umani pongono, e questa richiesta deve rovare un soggetto politico che la rappresenti. Oggi quel soggetto politico non c'è e l'Europa va in tutt'altra direzione. L'Europa oggi è quella dei banchieri, della moneta, dei grandi potentati finanziari. Bisogna avere il coraggio di smantellare questa organizzazione e di ricostruirla su nuovi presupposti".