Mito dell'industria, grande evasore fiscale o leader e primo influencer pop? Gianni Agnelli in bianco e nero
Nel centenario della sua nascita, dell'Avvocato si dice tutto e il contrario di tutto. Ammirazione, risentimento e un continuo dibattito su di lui. La videointervista
Di lui è stato detto che mentre gli italiani pensando a Torino e alla Fiat vedevano automaticamente lui, Gianni Agnelli negli italiani vedeva una serie sterminata di targhe e di automobili. A cento anni dalla sua nascita (12 marzo 1921) prosegue acceso il dibattito su quello che è stato di volta in volta definito: mito dell'industria italiana, influencer ante litteram per la sua vita sociale e sentimentale, per le sue frasi, gli atteggiamenti, l'abbigliamento, il contributo all'epopea della Juventus, divo pop italiano rispettato e ammirato nel mondo, leader capace di usare alla grande i suoi collaboratori comparendo in modo sempre mirato, grande evasore fiscale, padre duro e incapace di comprensione, figlio e padre a sua volta ferito da una doppia grave perdita negli affetti.
Giancarlo e Alberto Mazzuca, giornalisti (per L'Espresso, Il Corriere della Sera, Il Giornale, La Voce e Il Sole 24 Ore, tra gli altri) tracciano un ricco profilo dell'Avvocato nel libro Gianni Agnelli in bianco e nero, edito da Baldini+Castoldi. La videointervista su quello che è stato definito come l'ultimo vero re sabaudo d'Italia.