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Unioni civili, "Noi mamme di due figli speriamo che l'Italia approvi la legge"

Giuseppina La Delfa, fondatrice ed ex presidente di Famiglie Arcobaleno Associazione Genitori Omosessuali spera che venga approvato l'articolo 5

Paolo Salvatore Orrùdi Paolo Salvatore Orrù   
Unioni civili, 'Noi mamme di due figli speriamo che l'Italia approvi la legge'
Giuseppina La Delfa

Una guerra, mille battaglie, due obiettivi: diventare una famiglia e vedere i loro figli riconosciuti dallo Stato. “L’Italia venti anni fa era all’avanguardia sui diritti degli omosessuali, oggi siamo felici di essere francesi” avevano detto a tiscali.it Giuseppina La Delfa - fondatrice ed ex presidente di Famiglie Arcobaleno Associazione Genitori Omosessuali - e Raphaelle Hoedts, qualche giorno prima del loro matrimonio celebrato in Francia il 5 ottobre 2013 (dopo venticinque anni di convivenza e due figli). Il matrimonio gay è un patrimonio acquisito in quasi tutta l’Europa, l’omogenitorialità è in crescita in tutte le regioni italiane. E queste novità sono state accolte senza troppi scetticismi dagli italiani, ciò nonostante nel nostro Paese matrimonio gay e omogenitorialità non hanno avuto alcun riconoscimento giuridico. Ecco perché molte famiglie gay aspettano con ansia l’approvazione del disegno di legge Cirinnà sulle Unioni Civili, in particolare il passaggio legato all'adozione di un figlio del partner (articolo 5). Ed è proprio la stepchild adoption a far discutere l'intero mondo politico.

La Delfa, lei e Raphaelle siete ormai una coppia a tutti gli effetti anche in Italia: il disegno di legge Cirinnà non vi riguarda.
“Noi ci siamo sposate in Francia, in Italia il nostro matrimonio è stato sancito da una sentenza del tribunale d’appello di Napoli: il giudice ha, in buona sostanza, affermato che il vostro Paese non può negare quanto la Francia ha riconosciuto”.

Cosa ne pensa del disegno di legge "Cirinnà" che verrà discusso il prossimo 28 gennaio?
“Per le nostre famiglie l’approvazione del ddl avrebbe un valore immenso, soprattutto se sarà approvato integralmente l’articolo 5: in tanti potrebbero predisporre le pratiche di adozione”.

Ma a lei, come a molti altri, il ddl non soddisfa, perché?
“Uguaglianza, matrimonio civile, riconoscimento dei figli alla nascita: erano questi i nostri obiettivi. Ma se questo ddl sarà votato così com’è, completo dell’articolo 5, quello sull’adozione dei figli, sarà un grande passo in avanti. Cirinnà, per quanto riguarda l’unione civile, è un buon testo e risolverà molti problemi a tante persone “.

Che differenze ci sono fra quanto è in vigore in Francia e quello che è in fieri in Italia?
“In Francia il matrimonio civile è stato esteso a tutti i cittadini senza grandi storie: hanno cambiato una parola all’articolo che stabilisce chi può contrarre matrimonio, anziché scrivere moglie e marito hanno scritto coniugi. Trés facile. Qui in Italia hanno invece dovuto scrivere una legge ad hoc, arraffando un po’ qua e un po’ là, facendo attenzione a non scrivere – mai – la parola famiglia: per fare contenti i catto-talebani”.

Quali sono i vostri rapporti con la chiesa cattolica?
“Noi siamo preoccupate per la grande attività di lobby compiuta dalle ali più retrive di certo cattolicesimo, organizzazioni che rifiutano qualsiasi tipo di cambiamento. Non so quale sia il peso del Vaticano e della Cei. E neppure il ruolo di certe parrocchie. So però che certi ambienti cattolici stanno facendo pressioni su alcuni senatori, soprattutto per affossare la stepchild adoption. Accoglienza cristiana? Questi hanno dimostrato solo di essere ciechi e ottusi”.

L’approvazione del ddl sarebbe solo un passo in avanti. Merito anche delle sue battaglie portate avanti con Famiglie Arcobaleno.
“Ora possiamo dire di aver avuto successo, soprattutto perché abbiamo saputo mettere in primo piano la tutela dei nostri bambini. Ora il Senato dovrà decidere se vuole un’Italia proiettata nel futuro o restare in un mondo che non esiste più: non ci resta che attendere”.

Tutela dei bambini: La Delfa, mi sembra che il problema non riguardi le famiglie lesbiche, ma quelle gay?
“Questa discussione sulla maternità surrogata è assurda: il 90% dei figli dei gay sono figli di lesbiche; com’è possibile che qualcuno faccia una legge per discriminare i figli delle lesbiche per punire i gay? Perché questo è il problema. La seconda motivazione è assurda, dicono: se si fa stepchild tutti quanti andranno a fare la surrogacy. Una sciocchezza: perché la fanno con o senza la legge in Usa o Canada (gli unici paesi in cui è possibile ndr) pagando somme esorbitanti a ospedali e assicurazioni. Insomma è costosa anche emotivamente. La surrogacy la fanno anche gli eterosessuali sterili: mi piacerebbe fare con loro una battaglia di progresso”.

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