[L’intervista esclusiva] “Dopo Fidel Cuba ha voltato pagina, ma il rapporto con il nostro Vaticano è molto forte”
Tra Cuba e Santa Sede dialogo serio e responsabile. Permane anche dopo l’elezione del Presidente Diaz-Canel. Sul tema delle relazioni bilaterali Tiscali.it ha raccolto una intervista esclusiva all’Ambasciatore presso la Santa Sede S.E. Jorge Quesada Concepción

Cuba volta pagina ma solo in chiave anagrafica; la rivoluzione non è infatti in discussione. L’ideale di una società solidale e socialista di uguali che si fa carico anche della giustizia e della pace nel mondo, perseguito dalla generazione dei “barbudos” guidati da Fidel Castro ha reso possibile storicamente almeno in parte un’utopia sociale. Il loro inedito esperimento umanista non è ancora archiviato.
Lo ha garantito Miguel Diaz Canel nuovo presidente del Consiglio di Stato che da dal 19 aprile rappresenta l’unità della nazione. Diaz-Canel era già considerato il delfino designato da Raùl Castro che a motivo dell’età avanzata ha lasciato l’incarico. Il nuovo presidente, nato subito dopo la vittoria della rivoluzione, ha indicato le innovazioni che reputa necessarie per migliorare la vita dei cubani. E anche sul delicato fronte dei rapporti con la Santa Sede non dovrebbero esserci scossoni, ma nuovi orizzonti di collaborazione reciproca. Lo ha assicurato a Tiscali.it Sua Eccellenza Jorge Quesada Conceptiòn ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede. Del resto quando era ancora vivo Fidel i buoni rapporti tra S.Sede e Cuba avevano raggiunto traguardi invidiabili. Giovanni Paolo II aveva visitato Cuba chiedendo la fine dell’embargo e Benedetto XVI aveva rinnovato tale richiesta. Con Francesco l’intesa è stata consolidata e rafforzata da Raùl prima e dopo lo storico incontro a l’Avana tra il Vescovo di Roma e il Patriarca Kirill di Mosca.
Ora l’ambasciatore garantisce che “le relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica di Cuba vivono un momento favorevole dovuto ad un livello di maturità raggiunto. Prossimamente si celebreràl’ottantatreesimo anniversario delle relazioni ininterrotte tra Cuba e la Santa Sede nonostante il fronteggiarsi nel tempo di congiunture complicate ma oggi superate dalla volontà decisa da entrambi le parti di crescere nei loro rapporti sulla base del rispetto reciproco e del riconoscimento delle proprie peculiarità”.
Perché sembra persistere una sorta di speciale attenzione – forse simpatia – tra Cuba e la S. Sede?
"Io lo definirei rispetto. In questi ultimi anni tanto la Santa Sede quanto Cuba siamo stati capaci di creare una relazione seria e responsabile. Cuba si é impegnata in questo sforzo con la sua serietà, la sua professionalità e con le garanzie che le posizioni che difende sono trasparenti e legate a principi intorno ai quali é stata costruita la nostra identità nazionale, identità che noi cubani difendiamo con responsabilità e convinzione".
Quale è stato il contributo del presidente uscente Raul Castro al miglioramento delle relazioni?
"Nella sua qualità di Presidente della Repubblica di Cuba, Raul Castro é stato colui che ha continuato un processo bilaterale in gestazione da anni. Durante il suo mandato sono stati consolidati i progressi ed ha avuto seguito una politica di avvicinamento rispettoso. Senza dubbio al risultato ha contribuito il miglioramento delle relazioni Chiesa-Stato nel nostro paese, relazioni caratterizzate attualmente dalla ricerca di una cooperazione su temi di interesse reciproco in base alla constatazione delle realtà di entrambe le parti ed il totale attaccamento alla legalità e al senso di giustizia cubane".
Con il Presidente Miguel Diaz-Canel Cuba comincia un’epoca nuova per Cuba dopo la lungapermanenza al governo della generazione che fece la rivoluzione. Con il ritiro del Presidente Raul sono finiti anche quegli ideali di giustizia e promozione umana all’origine della lotta di liberazione di Fidel nella Sierra?
La necessità del ricambio generazionale a Cuba é stata ribadita dai suoi dirigenti storici, coscienti del fatto che si tratta di un processo che contribuisce al progresso del sistema cubano. Sono sicuro che le nuove figure politiche che avranno la responsabilità di dirigere il paese proseguiranno l’opera iniziata nella Sierra Maestra nella misura in cui é stata confermata come l’opzione più adeguata per la nostra realtà che gode di un ampio consenso popolare per aver realizzato i sogni di giustizia, uguaglianza e libertà per i quali ha lottato la generazione che ha realizzato la rivoluzione cubana".
Nelle relazioni con la Santa Sede dopo l’era segnata dalle eccezionali figure dei fratelli Castro subirà cambiamenti radicali o si registrerà una continuità?
"Come spiegavo precedentemente, le attuali relazioni tra Cuba e la Santa Sede sono il risultato di un continuo sforzo per conoscerci meglio e progredire nelle relazioni sulla base del mutuo rispetto".
Durante il lungo periodo delle nostre relazioni abbiamo dovuto affrontare ostacoli, in certe occasioni per niente facili, ma alla fine superati cercando ciò che era di interesse per entrambe le parti.
"Senza dubbio in questo processo il leader della rivoluzione cubana, Fidel Castro, ha giocato un ruolo fondamentale. La sua visione chiara inerente la complessità di questi fenomeni e la sua decisione di avanzare rispettando le nostre realtà sono stati dei contributi che formano la base dei progressi di cui oggi godiamo e che avranno una continuità’ nella misura in cui verranno mantenute le condizioni di rispetto e la volontà condivisa di avanzare".
Come viene valutata a Cuba l’azione dei Papi degli ultimi venti anni nei confronti della Rivoluzione che segna l’indipendenza e la nuova storia del popolo cubano?
"La storia della lotta del popolo cubano per la propria indipendenza risale al secolo diciannovesimo, sogno di indipendenza che finalmente si e’ trasformato in realtà con la Rivoluzione cubana del gennaio 1959. Durante questo lungo cammino il popolo cubano ed i suoi dirigenti si sono dovuti sforzare per difendere ideali che considerano come la base dello sviluppo della nostra Nazione. In questo sforzo sono stati influenzati da fattori interni ed esterni di differenti segnali. La chiesa cattolica ed i suoi massimi rappresentanti, i Papi, hanno potuto dare contributi diversi in congiunture varie che sono state il riflesso di realtà differenti. Questo é stato un processo lungo che si é consolidato nella misura in cui la realtà di Cuba é stata conosciuta meglio ed é stato constatato che per il popolo cubano risulta prioritaria la salvaguardia delle proprie radici, della propria cultura e della propria storia".