"Un festival che va oltre l'architettura delle star. E mette al centro il cambiamento climatico"
Intervista con Paolo Sanjust, docente e coordinatore scientifico del Festival dell'Architettura, in programma a Cagliari dal 18 al 27 settembre. I temi discussi e il programma
Si riparte il 18 settembre. E di ripartenza si può parlare, per il Festival dell'Architettura, sia come risposta culturale e vitale all'ansia da virus e postumi del lockdown, sia perché la manifestazione che prosegue a Cagliari fino al 27 settembre riprende lo spirito con cui erano nati a Cagliari i due FestArch. Nove giorni di performance, gaming, dibattiti, visite guidate e conferenze di architetti di fama internazionale a Sa Manifattura nel capoluogo sardo, in presenza e online. Per far evolvere il territorio, il modo in cui lo pensiamo e lo abitiamo. Qui il programma completo. Ne parliamo in questa intervista con Paolo Sanjust, professore associato di Architettura all'Università di Cagliari e coordinatore scientifico del Festival dell'Architettura. Tiscali è media partner dell'evento.
Professor Sanjust, come nasce il festival?
"Da un bando del Ministero dei Beni Culturali per finanziare festival dell'architettura, previsto inizialmente per tre eventi. Poi il numero è salito a sette, comprendendo oltre a Cagliari anche Bari, Ivrea, Colle Val d'Elsa, Roma, Reggio Emilia, Favara".
Il tema è suggestivo: "I confini del cambiamento" e ancora "Cagliari tra terra e acqua". Come verrà sviluppato nel corso del programma?
"Noi ci siamo dati un tema generale: l'interesse climatico, la modificazione dell'ambiente, l'innalzamento del livello delle acque. Questioni che vanno affrontate in tempi rapidi e se dal generale arriviamo al caso particolare di una città come Cagliari, ci troviamo di fronte ad un impianto urbano che è circondato dalle acque su tre lati. E' importante che ogni soluzione locale su un tema, ad esempio, come l'innalzamento del mare, contribuisca a strategie globali sul medesimo problema".
Ci sono luoghi della città che possono essere considerati simbolo di questo dibattito? Penso alle strutture lungo il Poetto, come il vecchio Ospedale Marino, o a una serie di capannoni industriali in zona portuale e comunque vicino all'acqua.
"Al festival ci saranno quattro mostre: una dedicata alle coste, curata da SardArch, una seconda su Santa Gilla, quindi due esposizioni di progetti di architettura presentate dalla Facoltà di Cagliari e dall'Accademia di Architettura di Mendrisio, dedicate alle aree sensibili sul fronte portuale, nel centro storico, a comprendere il vecchio Ospedale Marino e il Padiglione Nervi. Ad accompagnare questi eventi ci saranno sei dibattiti sulla città di Cagliari e il suo divenire, a cominciare proprio dal suo rapporto con le acque e le aree umide, fino ad arrivare alle aree dismesse come l'Ospedale civile e il carcere di Buoncammino".
Non è più tempo di architettura spettacolo. Serve sostenibilità
Spazio anche al gaming: come lo utilizzate nell'ambito del Festival dell'Architettura?
"Per invitare i partecipanti ad esprimere idee e creatività sulla città di Cagliari. Abbiamo sviluppato un app che serve per giocare, si chiama Urbagram, con cui si può, durante la visita alla Manifattura che ospita il Festival, raccogliere mediante l'uso di un QR Code una serie di oggetti urbani, di animali e perfino di creaturine bizzarre, e usarli per progettare possibili modifiche della zona di via Roma. E' un gioco sviluppato nell'ambito di un progetto chiamato Museo Cagliari che comprende pure una serie di visite guidate tra gli elementi novecenteschi del capoluogo, comprese le opere d'arte. Avremo anche una giornata di hackaton, in cui studenti provenienti da vari corsi confronteranno le loro idee per fornire nuovi spunti su come guardare l'evoluzione possibile di Cagliari".
Molti gli ospiti internazionali nel programma, questo darà modo di confrontare esperienze internazionali su temi comuni.
"Sì, riprendiamo il discorso iniziato dieci anni fa con i due FestArch e lo sviluppiamo con questo evento che ha vinto il primo bando del Mibact per progetti di questo genere. E ospitiamo molti nomi di rilievo. Tenendo conto di quanto avvenuto con l'impatto globale del Coronavirus, che ha cambiato le prospettive. E' andata a concludersi l'era delle archistar, dell'architettura spettacolare, ed è aumentata l'attenzione per la sostenibilità dei progetti, del ruolo sociale degli stessi. Cito i nomi di alcuni ospiti di grande qualità che interverranno: Giancarlo Mazzanti che ha affrontato situazioni urbane critiche a Bogotà e Medellin, Raul Pantaleo che ha realizzato insieme ad Emergency ospedali in Africa e Medio Oriente, Alessandro Melis che in ambito accademico coinvolge gruppi di ricerca internazionali, fino a Balkrishna Doshi che porterà la sua esperienza a contatto con un Paese con mille complicazioni e sfide qual è l'India".