[L'intervista] Disastro Moby Prince: quelle 140 persone morte bruciate senza soccorsi e le nuove indagini
Ventotto anni dopo la più grave tragedia della marina mercantile italiana dal Secondo dopoguerra, vengono svelate carte segrete. Si riapre il caso
Era il 10 aprile 1991 quando il traghetto Moby Prince finì contro a petroliera Agip Abruzzo al largo della rada del porto di Livorno. Nell'impatto le due navi presero fuoco. Il bilancio fu terribile: 140 morti, del Moby Prince sopravvisse solo un mozzo che fece in tempo a gettarsi in acqua. Seguirono le inchieste e i processi, il "tutti assolti" e la prescrizione. Le proteste dei parenti delle vittime, l'accordo con diversi di loro per un risarcimento economico. Si disse errore umano, allora, si parlo di come la nebbia avesse tolto visibilità al traghetto fino all'urto con la petroliera, si tirarono in ballo teorie di tutti i tipi, fino a quella del traffico d'armi. Due mesi dopo il più grave incidente della marina mercantile italiana dal Secondo dopoguerra ad oggi, si arrivò a un accordo riservatissimo fra le compagnie Snam e Navarma coinvolte nella tragedia. Mai svelato finora. Lo documenta in dettaglio il libro Il caso Moby Prince - La strage impunita di Francesco Sanna e Gabriele Bardazza, edito da Chiarelettere. Che offre nuovi elementi per le indagini e dà maggiore voce a chi rifiutò il risarcimento in denaro perché tuttora vuole solo una cosa: completa chiarezza, e giustizia. Guarda la videointervista agli autori.
