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[Esclusiva] La Direttrice Generale INPS: "Salvati i conti ma andare in pensione a 67 anni è dura. Cosa serve per migliorare l'ente? Tremila assunzioni"

Gabriella Di Michele, Lady Pensioni, guida una nave in un mare insidioso. In questa intervista ci spiega cosa bisognerebbe fare per migliorare l'Istituto e i suoi servizi. Parla di bilancio, assistenza, Ape social e ci rivela cosa le servirebbe per un netto miglioramento del suo ente

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
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Il sistema pensionistico è al centro delle discussioni generali e non c’è da meravigliarsi. Ogni novità sul tema influisce infatti sulla vita dei cittadini, dei lavoratori, degli anziani e dei giovani. Mentre il governo cerca una intesa con i sindacati sulle deroghe all’aumento dell’età pensionabile, portata a 67 anni a partire dal 2019, gli italiani si interrogano su quale futuro li attenda. Quali nuove altezze raggiungerà l’asticella relativa all’età in cui poter godere dell’agognato riposo? Perché la decantata Ape social viene negata a due richiedenti su tre? E sono davvero in crisi le casse dell’Inps? Quali problemi ha l’Ente per il futuro? Ne abbiamo parlato - a margine della presentazione del Rapporto Annuale 2016 dell'istituto sardo - con una delle persone più indicate: la Direttrice Generale dell’INPS nazionale, Gabriella Di Michele, che si è guadagnata i gradi di “Lady pensioni” sul campo e in questo momento dirige una nave in un mare insidioso.

Dottoressa Di Michele, cosa dovrebbe fare l'INPS per risolvere i suoi problemi?
“Lavorare bene e fornire dei buoni servizi al miglior costo possibile, garantendo cioè anche una efficienza economica. Questo è quanto può fare l'ente. Poi altre persone, altri soggetti pubblici sono tenuti a fare buone leggi e a dare le giuste direttive per farle applicare. L’Istituto di Previdenza Sociale deve insomma fare il suo lavoro, ma è un lavoro molto esecutivo. Non lo voglio svilire ma di questo si tratta”.

In questo momento si discute dell’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni in ragione dell’aumento dell’attesa di vita, lei pensa sia equo e per tutti arrivare alla pensione a un’età così avanzata?
“In questo momento mi sento molto vicina a quelle che sono le prospettive di evoluzione che si stanno intravedendo in campo politico, nel senso che la Legge Fornero indubbiamente ha messo in sicurezza i conti pensionistici, ma allo stesso tempo arrivare a 67 anni al pensionamento, specie per alcune categorie di lavoratori, è indubbiamente molto pesante. Per cui individuare strade alternative e ipotesi di flessibilità che consentano all’operaio che sta sul tetto o al lavoratore agricolo che sta nei campi di andare in pensione prima credo sia un’operazione innanzitutto di giustizia sociale".

Gabriella Di Michele, Direttrice Generale INPS

Si parla della necessità dell’Inps di tenere i suoi bilanci in ordine. Cosa bisognerebbe fare a suo avviso per uscire da questa situazione? Si dice anche che a carico delle vostre casse ci siano dei trattamenti che non dovrebbero essere a carico dell’Inps ma della fiscalità generale.
“Onestamente la polemica sul bilancio dell’INPS è una polemica strumentale, data da contrasti tra organi, da letture politiche. L’INPS gestisce il suo bilancio solo per le spese di funzionamento, per tutto il resto segue le leggi dello Stato. Paga le prestazioni che lo Stato gli chiede e riscuote i contributi. Nell’ambito di tale riscossione l’INPS sta incrementando il gettito corrente di circa il 5 per cento in più rispetto allo scorso anno (parlo di contributi) e questo vuol dire che la capacità di riscossione corrente, non di recupero crediti, dell’INPS è molto alta ed è molto migliorata rispetto agli anni precedenti. Quindi, a questo proposito, l’INPS sta facendo bene. Sulle pensioni eroga quello che gli chiedono di erogare. Sul bilancio spese obbligatorie possiamo fare ben poco. Comunque non credo che la gente debba preoccuparsi, là dove non dovessero bastare le somme accantonate in virtù della contribuzione interverrà la fiscalità generale, perché è comunque un obbligo verso i lavoratori".

L’assistenza?
“Anche questo è uno pseudo problema. Tranne ipotesi particolari le somme che escono per assistenza e quelle che escono per trattamenti previdenziali sono nettamente distinte”.

A proposito dell'Ape social è nata una polemica per il fatto che solo il 30 per cento di chi ha fatto domanda, e presumibilmente aveva i requisiti, ha ricevuto una risposta positiva. Cosa è successo?
“E’ successo che probabilmente le indicazioni normative, le leggi che sono state costruite, erano un pochino troppo rigide”

Cosa vorrebbe fare la dottoressa Di Michele immediatamente per migliorare ancora di più le prestazioni dell’INPS, ovvero il servizio ai cittadini?
“Assumere 3mila persone”

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
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