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Ddl Zan che "così non si può votare", legge sul fine vita e il dopo Mattarella: Rosato a tutto campo

Intervista con il vicepresidente di Italia Viva, la creatura politica di Renzi senza la quale non si riesce più a fare nulla in Parlamento. Ecco perché

Ettore Maria Colombodi Ettore Maria Colombo   
Rosato a colloquio con Renzi, di cui è braccio destro (Foto Ansa)
Rosato a colloquio con Renzi, di cui è braccio destro (Foto Ansa)

Pur avendo il 2% dei voti (così, almeno, dicono i sondaggi…), Italia viva, il partito di Matteo Renzi, è diventato il ‘Ghino di tacco’ della Politica italiana. Senza i suoi voti in Parlamento (17 senatori e 28 deputati, totale 45 parlamentari), in pratica, non si fa nulla. Abbiamo intervistato il presidente di Iv, e vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, sui temi di più stringente attualità.

Presidente Rosato, non si può non partire dalla situazione in Afghanistan. Oggi tutti buoni a dire ‘accogliamo i collaboratori dell’Italia’. Ma poi, domani, quando arriveranno ondate di migliaia di profughi, cosa succederà?
“Il presidente Mattarella ha detto parole nette, nettissime, che dovrebbero scuotere la politica della Ue e la politica italiana. L’accoglienza dei profughi afghani non può che essere ‘aperta’, da parte del nostro Paese, e disponibile a un lavoro di seria integrazione di chi arriverà da noi. Non dobbiamo accoglierne ‘qualcuno’ per qualche mese, ma accoglierne tanti, integrandoli nella nostra comunità nazionale. Consapevoli che si tratterà di flussi migratori importanti e che bisognerà trovare il coraggio di integrarli”.

A proposito. Alle Olimpiadi, è tornato fuori il tema dello ius soli. Che fare di questa legge?
“Io ho fatto il capogruppo del Pd, nella passata legislatura. Approvammo lo ius soli con soli 60 voti contrari su 630 deputati. Poi, la legge andò al Senato e lì si arenò, diventando una bandiera contrapposta di destra e sinistra, tra chi diceva che era troppo e chi diceva che era ‘troppo poco’. Bisogna evitare di strumentalizzare questo tema e assicurare la cittadinanza a chi manca solo di un timbro ufficiale per essere riconosciuto ‘italiano’. Dipende da come la si fa. Se facciamo il bis del ddl Zan, se giochiamo a ‘braccio di ferro’, in questa legislatura non la vedremo mai approvata. Se invece ci si mette di buzzo buono, si può arrivare a una legge condivisa e civile”.

A proposito di ddl Zan. Non volete approvarla ‘così com’è’. Perché? Siete omofobici, in Iv?
“Ma non scherziamo. Un voto c’è già stato, quello sulle pregiudiziali di costituzionalità, ed è passato per un solo sì di scarto, e a voto palese. Chiunque mastica di Parlamento sa che il ddl Zan non passerà mai ‘così com’è’, a maggior ragione con i voti segreti. Chi è interessato ai diritti, ma per davvero, come noi, vuole una legge contro l’omofobia, ma bisogna fare dei compromessi. Più che dividere il Paese, su questi temi, bisogna trovare un accordo e, poi, una volta ‘blindato’ si chiude in 2 mesi alla Camera”.

Ci sarebbe il ddl sul fine vita, ma rischia di arrivare prima il referendum sull’eutanasia.
“Su questo tema, nei partiti in cui ho militato, dalla Dc al PPI, passando per la Margherita, e anche per il Pd, ogni singolo parlamentare deve rispondere alla propria coscienza. C’è un chiaro richiamo della Consulta a fare una legge e un progetto di legge in Parlamento. Che si faccia”.

Senza Iv non si fa nulla, questa è la verità. Siete il ‘Ghino di Tacco’ della politica italiana? Senza i vostri voti, per dire, la mozione di censura a Durigon non sarebbe mai passata.
“Siamo fedeli allo stile del presidente Draghi. Preferiamo lavorare senza parlare. La questione Durigon si è risolta senza nessuna discussione di parlamentare, come auspicavamo. Iv è un partito di marca antifascista, questo è sicuro. Per quanto riguarda il paragone con ‘Ghino di Tacco’, mi viene da sorridere. Preferisco dire, come Renzi, che, più che un partito, siamo un air bag… Quando si creano frangenti pericolosi per il Paese, come accadde con la crisi di Salvini al Paapete (2019, ndr.) e per l’arrivo del governo Draghi (2021, ndr.), si apre il nostro ‘ombrello’. Abbiamo salvato il Paese due volte, pronti a rifarlo. Poi, quanti voti prenderà Iv lo si scoprirà alle elezioni politiche, che saranno nel 2023”.

A proposito di elezioni. Si avvicinano le elezioni amministrative. Con chi sta Iv?
“Tranne i casi in cui è stato impossibile farlo, cioè chiudere un’alleanza con il centrosinistra, come è successo in Calabria, dove resteremo alla finestra ad assistere a un suicidio politico, costruito con straordinaria precisione, dove hanno scelto un candidato senza neanche interpellarci e si sono disgregati. Noi privilegiamo, e privilegeremo sempre, alleanze per il buon governo, riformiste e riformatrici, come a Milano con Beppe Sala o a Roma con Carlo Calenda. Questa è la verità”.

Ma Iv e M5s sono davvero incompatibili?
“Ormai i 5Stelle non esistono più. Esiste un partito guidato da Giuseppe Conte. Vedremo quanto vale, alle elezioni, e come si comporterà. Se il progetto politico di Conte è quello di Travaglio e Di Battista, allora sì, siamo e saremo incompatibili, e spero che il Pd se ne renda conto e si dimostri alternativo a questa strada del M5s. Se invece il Pd sceglierà di allearsi con un partito di stampo giustizialista e populista, lo vedremo”.

Venendo al Pd. A Bologna da un lato candida le Sardine, dall’altro esclude gli ex renziani.
“Mi ha davvero meravigliato il silenzio complice di quel pezzo di Pd riformista che, da un lato, si trova le Sardine in lista e che, dall’altro, subisce l’umiliazione di veder escludere l’ex assessore Aitini e altri riformisti che hanno appoggiato la Conti alle primarie. Una reazione debolissima, la loro, di fronte a un vero e proprio sopruso deciso dal Pd lungo una deriva che vede i riformisti soccombere e il riformismo perdersi di vista”.

Inutile che io le chieda se Iv darà i suoi voti, fondamentali, al centrodestra per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, giusto?
“Sono sicuro che il prossimo capo dello Stato sarà eletto a larghissima maggioranza e noi, come Iv, giocheremo tutte le nostre carte per una scelta all’altezza di tale obiettivo. In più, faccio notare che di Draghi abbiamo bisogno, secondo m,e non ‘almeno’ al 2023, ma ‘almeno’ al 2026”.

Al ‘papà’ del Rosatellum non posso non chiedere, in chiusura, della legge elettorale. Enrico Letta la vuole cambiare, introducendo le preferenze e lottando contro il trasformismo. Come risponde?
“Sono d’accordo! Quando una legge elettorale non è in vista, si dice sempre, nei preliminari del dibattito, di volere reintrodurre le preferenze e che bisogna lottare contro il trasformismo… Solo che, per cambiare una legge elettorale, serve un accordo e regole molto e largamente condivise. Faccio sommessamente notare che la legge elettorale che porta il mio nome (il Rosatellum, ndr.) è stata votata, a scrutinio segreto, con il più alto consenso mai registrato, nel Parlamento repubblicano, su una legge elettorale. Parlare male della legge elettorale vigente è uno sport ‘nazionale’ della Politica. Vedremo…”.

Ettore Maria Colombodi Ettore Maria Colombo   

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