E' allarme: il mostro dei Campi Flegrei si sta per svegliare. Il supervulcano di Pozzuoli è uno dei più grandi del mondo
In un comunicato della University College di Londra l'SOS per l'eruzione che potrebbe essere vicina. In quella zona ci sono 600mila persone. Necessario tenere alta la guardia
Un mostro terribile dorme nei Campi Flegrei, vicino a Pozzuoli, e potrebbe svegliarsi da un momento all’altro lasciandosi dietro morte e distruzione. Il supervulcano nell’area a Nord-Ovest di Napoli è il secondo più grande al mondo dopo quello di Yellowstone nell’omonimo parco degli Usa, e potrebbe “esplodere” prima del previsto, stando a un comunicato della University College di Londra che si basa su una ricerca realizzata da Christopher Kilburn, del Dipartimento di scienze della terra, insieme a Giuseppe De Natale e Stefano Carlino, dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Eruzione vicina
La notizia rimbalza sulle pagine de La Stampa che spiega perché l’eruzione potrebbe essere dietro l’angolo. Sicuramente non imminente ma certo non lontana, sottolineano gli esperti. L’importante è “tenere alta la guardia”, afferma Kilburn. Anche perché - aggiunge il geologo e primo ricercatore del CNR Mario Tozzi (ascolta l'intervista) – la caldera di Pozzuoli, nonostante sia più piccola, “è molto più pericolosa di quella di Yellowstone perché quella sta dentro un parco nazionale con pochissimi abitanti, mentre nell’altro caso sono 600mila le persone a rischio”. Le istituzioni devono dunque approntare tutti i criteri di intervento per una simile eruzione.
Nel 2012 la Protezione Civile ha innalzato il livello di guardia da “verde” a “giallo” ma la situazione va monitorata assiduamente. Nella sua storia i Campi Flegrei hanno prodotto violente e ciclopiche eruzioni 40mila anni fa e poi 15mila anni fa. L’ultima manifestazione di una certa entità risale però al 1538, quando si formò il Monte Nuovo, il più giovane vulcano d’Europa, sul lago Lucrino.
Deformazione e sismicità
Ma come mai gli scienziati lanciano l’allarme? Nel loro studio hanno rilevato deformazioni del suolo comparando le stesse al tasso di sismicità dell’area. Un metodo innovativo “utilizzato per prevedere le eruzioni dei vulcani da lungo tempo quiescenti”. Finora per fare le previsioni ci si era basati “sull’eventuale presenza di intrusioni magmatiche superficiali – fa presente De Natale – mentre adesso si pone l’attenzione sulla risposta della caldera alle sollecitazioni interne”.
In pratica stando a quanto si riporta nella ricerca occorre esaminare deformazione e sismicità. Ovvero l’eruzione va considerata probabile “quando il terreno viene allungato fino al punto di rottura, dal quale il magma può fuoriuscire”.
Le esperienze precedenti
I tempi in cui questo avverrà tuttavia non sono mai certi, perché il magma può anche ristagnare prima di fuoriuscire in superfice. Ciò premesso bisogna tuttavia dire che i Campi Flegrei presentano un “trend visto durante le ricerche condotte su altri vulcani che hanno prodotto eruzioni spettacolari e danni negli ultimi 20 anni, come il Tarvurvur in Papua Nuova Guinea, l’El Hierro alle Canarie e il Soufriere Hills sull’Isola di Montserrat”, spiega Kilburn.
Il sollevamento del suolo
Fatto sta che il suolo dei Campi Flegrei, fino agli anni ’50, ha cominciato a sprofondare, poi l’area ha iniziato a sollevarsi. Il picco si è avuto tra il 1982 e il 1985 quando il sollevamento del suolo ha raggiunto i 2 metri. A questo si sono accompagnati terremoti. Migliaia di abitanti di Pozzuoli furono in quel periodo evacuati. Negli ultimi 10 anni il terreno si è poi sollevato di 30 centimetri, il che denota – secondo gli esperti – la presenza di un laghetto di magma a bassa profondità. Una ulteriore conferma del fatto che le autorità dovrebbero stare davvero all’erta e non farsi trovare impreparate davanti a un evento potenzialmente devastante.