"Non sarà qualche minaccia ad impedirmi di dire che occorre vaccinarsi, perché è l’unico modo di salvarsi"
L'infettivologo Matteo Bassetti racconta a Tiscali News il dramma delle minacce e degli insulti subiti dai "No vax". Ma lui assicura: "Non mollo". E su Salvini e Meloni dice: "MI sento politicamente orfano"

Era in vacanza in Sardegna, a Pula, Matteo Bassetti quando l’hanno informato che qualcuno aveva divulgato il suo numero di telefono personale, immediatamente viralizzato su gruppi di Telegram e in varie chat no vax e no Green Pass. Tempo pochi istanti e hanno iniziato ad arrivargli decine di telefonate anonime, messaggi whatsapp e tutto l’armamentario della violenza verbale: “Ti ammazziamo”, “Sappiamo dove abiti”, “Per te è finita…”. Addirittura una telefonata sul luogo di lavoro di sua moglie: “Auguriamo la morte a tutta la vostra famiglia, bambini compresi”. Tutto materiale immediatamente finito in mano alla sua legale Rachele Selvaggia De Stefanis, che è una che non molla mai un centimetro e quindi non lascerà nulla impunito.
E poi un tizio che ha rincorso il primario della clinica universitaria di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, il più grande d’Europa, insultandolo per strada, davanti a casa sua. E poi la sorveglianza della Digos sempre più attenta e il percorso casa-ospedale sotto scorta e la telefonata delle autorità di pubblica sicurezza… Un clima sempre più avvelenato, che ha portato Matteo Bassetti addirittura a porsi domande sulla sua collocazione politica, lui che da sempre a Genova è conosciuto come un liberale storico, di area moderata.
Professor Bassetti, lei che era visto come il fumo negli occhi dalla sinistra, ora è diventato un loro beniamino. Posso chiamarla “compagno Matteo”?
“Lei ci scherza, ma io che fin dai tempi della scuola sono sempre stato lontanissimo dalla sinistra, oggi sui vaccini sono vicino alle posizioni portate avanti dalla sinistra”.
E il centrodestra in cui lei si riconosceva?
“Mi sento politicamente orfano, fatta eccezione per il presidente della mia Regione, la Liguria, Giovanni Toti, con cui portiamo avanti questa posizione, che condivide con me questa battaglia di civiltà e purtroppo anche gli insulti. Invece, mi fa male politicamente la posizione non netta di Matteo Salvini e Giorgia Meloni”.
Eppure, lei era il loro idolo. Addirittura la invitavano come relatore ai loro convegni e postavano i suoi interventi in televisione sui loro profili social. Che è successo?
“Non nego che avevo un ottimo rapporto anche personale con Matteo Salvini a cui davo volentieri una mano spiegandogli l’andamento della pandemia quando mi chiamava”.
Diciamo la verità: lei piaceva a loro anche perché era il contraltare dei virologi che predicavano chiusure sempre e comunque ed era preso un po’ come il libertario del lockdown.
“Penso di aver sempre mantenuto una posizione equilibrata e di buonsenso. Invece, oggi vedo drammaticamente che uno 0,5 in più o in meno nei sondaggi fa venire meno quel buonsenso e quell’equilibrio. Ecco, io sono diverso da quella cosa lì”.
Prima la insultavano da sinistra, oggi da destra. Cosa si prova a mettere d’accordo tutti? Lei è meglio delle larghe intese.
“I toni e l’odio sono gli stessi, uguali a destra e sinistra. Il punto è che non sono io quello che ha cambiato idea”.
La accusano anche di aver preso contributi per le sue ricerche dalla Pfizer che produce uno dei vaccini e quindi la sua posizione iper-vaccinista potrebbe essere condizionata da questo. Carta canta?
“Carta canta ma nel senso diametralmente opposto a chi dice queste sciocchezze. Innanzitutto, diciamo una cosa: queste attività sono ovviamente tutte lecite, come tutto ciò che faccio e ci pago le tasse fino all’ultimo centesimo. Poi, chi mi ha seguito nei congressi e nelle pubblicazioni scientifiche sa perfettamente che la prima delle mie slide è dedicata proprio ai miei “conflitti di interesse”, cioè alla dichiarazione di quali sono le case farmaceutiche che hanno finanziato alcuni miei studi, come è giusto e corretto che sia. In questo quadro, esattamente come capita per le multinazionali mondiali di cui sono advisory board, ho fatto una consulenza per la Pfizer sugli antibiotici. Ma erano cose di due anni fa e, soprattutto, la Pfizer è un’azienda enorme, dove la divisione antibiotici è completamente separata da quella che si occupa di vaccini. Anzi, le dico di più: nonostante me l’abbiano chiesto in molti, non ho mai accettato di essere advisoy board sui vaccini, scelta che dà ancora più forza alle mie idee e alla mia libertà di esprimerle”.
A proposito di esprimere le sue idee, non si è mai pentito di essere andato così tanto in televisione e sui giornali. Le vergognose minacce che riceve nascono anche dalla sua esposizione mediatica. Non si pente di nulla, nemmeno di essere stato troppo presente?
“Io ho fatto semplicemente quello che mi sentivo e che ritenevo giusto e, visto che credo profondamente in ciò che faccio, non mi pento di nulla, anche se ho peggiorato la qualità della vita mia, di mia moglie e dei miei figli, che fortunatamente sono come me e mi supportano. Se io, oggi, all’improvviso sparissi dalla televisione o smettessi di dire ciò che penso e di cui sono profondamente convinto, sarebbe una resa alla violenza e ai violenti”.
Quindi Bassetti non lascia, ma raddoppia?
“Mantengo la barra dritta, allargo ulteriormente le mie spalle, che sono già belle larghe con ciò che è successo negli ultimi due anni e non sarà certo qualche idiota che mi dice “T’ammazzo” a mettermi paura o ad impedirmi di dire al mondo che occorre vaccinarsi, perché è l’unico modo di salvarsi. Eppure, paradossalmente, a me converrebbe il contrario”.
Addirittura converrebbe?
“Vede, oggi camminavo in reparto e vedevo tre piani pieni di posti letto, quasi deserti. Quei letti un anno fa non bastavano. Ora gli unici che arrivano da noi, purtroppo e dico purtroppo, sono i non vaccinati. Se ragionassi egoisticamente, il fatto che la pandemia si prolungasse potrebbe “convenirmi”: più lavoro, più indispensabilità del ruolo degli infettivologi, più richieste di pareri… Ma non penso alla mia convenienza personale. Sono un medico e penso al bene dei miei pazienti. A qualcuno non piace, ma non basterà a farmi cambiare”.