Un assegno "alimentare" per il dipendente pubblico sospeso per assenteismo
Lo prevede la Riforma Madia per i lavoratori sospesi dal lavoro per aver abbandonato il posto dopo aver timbrato

La riforma Madia prevede una novità anche per gli assenteisti che abbandonano il loro posto di lavoro pubblico dopo aver timbrato. Viene introdotto infatti “l’assegno alimentare” che segue la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Secondo la riforma Madia questa deve arrivare entro 48 ore ed è una delle condizioni poste dal parere formulato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato sul “Decreto anti-furbetti”.
Le condizioni
Il tema dell’assenteismo – come mette in rilievo il Sole 24 Ore è di estrema attualità, come dimostra il caso dei 13 dipendenti assenteisti dell’agenza delle Entrate di Asti. Sul decreto anti-assenteismo Palazzo Madama segue la linea già tracciata dal Consiglio di Stato e vincola il parere positivo a una serie di “condizioni” sui punti più critici. In primo luogo al riconoscimento – appunto – dell’”assegno alimentare” dopo la sospensione del dipendente che venga sospeso dallo stipendio e dal lavoro.
Un aiuto di natura assistenziale
Un aiuto che viene descritto come “di natura assistenziale e non retributiva”. Una disposizione tesa ad alleggerire la condizione del dipendente ma di breve durata, visto che entro 30 giorni si deve giungere necessariamente a una conclusione che potrebbe comportare anche il licenziamento. Si chiede inoltre a fissazione di un “termine di contestazione e di preavviso per garantire il diritto di difesa ed evitare incertezze nella procedura”.

Riforma regole Scia
Dalla prima Commissione della Camera è “arrivato anche il via libera al decreto che rivede le regole della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Il fine è accelerare l’avvio delle attività economiche ed edilizie attraverso modelli standard per le segnalazioni e le comunicazioni alla Pa. Si richiede al governo di “rafforzare l’impianto del testo, per evitare il rischio che gli ostacoli cancellati sulla carta tornino a ripresentarsi nella realtà. A questo fine sarebbe necessario un divieto esplicito per la Pubblica Amministrazione nel suo complesso di chiedere documentazione ulteriore rispetto a quella indicata nel modulo standard. Dovrebbero poi essere fissati i termini del silenzio-assenso e comunicata la data di avvio del procedimento.