"Le Unioni civili? Dopo la manovra, Renzi obbligato a fare qualcosa di sinistra"
Gaetano Quagliariello, ex coordinatore nazionale di Ncd, dice a Tiscali: "Non tornerò in Forza Italia". Ma assicura: "Non farò l'ennesimo partitino"

Situazione tesa, alleanze di governo in bilico ed equilibri politici a rischio davanti alla legge sulle Unioni civili in discussione al Senato. Contesto interlocutorio si potrebbe dire, non privo di toni aspri, sul quale Renzi impone la sua voce salvifica. “Le Unioni civili si faranno, ma no a muri ideologici”, tuona il premier da Palazzo Chigi. Basta tanto a smorzare le tensioni laddove gli steccati sono già spuntati? “Sono stati fatti molti errori che certamente complicano una situazione già difficile”, dice Gaetano Quagliariello, esponente Ncd, dimessosi pochi giorni fa da coordinatore nazionale in polemica con Alfano, a suo dire, "spalmato" sulle posizioni di Renzi.
Errori fatti: quali, senatore?
“Le unioni civili non fanno parte del programma di governo e in merito le opinioni sono contrastanti. Si pensi alla possibilità che un bambino abbia genitori dello stesso sesso oppure anche di sesso diverso. E stiamo parlando della possibilità che il bambino possa avere due o tre genitori, mamme o…”
Tre genitori?
“Esattamente, contando il genitore biologico. Parliamo del fondamento della nostra convivenza civile. Ma chiarisco…”
Chiarisca.
“Non stiamo parlando dei diritti sacrosanti a fare le proprie scelte sessuali senza essere discriminati: fino a che i diritti fanno riferimento alla persona nessuno li mette in dubbio. Quanto questi investono anche la sfera di altri come nel caso dei bambini - parte debole - la cosa si complica”.
Maggioranza con opinioni molto differenti.
“Questo è certo, ma proprio per questo ci si deve muovere con estrema cautela. Bisogna prima vedere se ci sono le condizioni per un accordo senza forzare la mano. E poi, eventualmente, giungere ad una scelta oculata”.
Renzi però non transige: la legge s’ha da fare.
“Io non credo che lo stia facendo Renzi, ma piuttosto i renziani. Lo schema è molto chiaro: tenere insieme il suo partito facendo cose di sinistra, ma anche cercare di conquistare in altri ambiti il voto dei moderati”.
Cosa ha da farsi perdonare il premier?
“Innanzi tutto una manovra su cui si possono nutrire molti dubbi. L’eliminazione della tassa sulla prima casa è una cosa che appartiene chiaramente alla concezione di quello che un tempo si chiamava centrodestra. Così come l’innalzamento dei pagamenti in contanti. Queste cose vanno riequilibrate.
Una concessione di qua e una di là insomma.
“E’ un riferimento che più che l’interno riguarda l’opinione pubblica. Quindi tenere insieme il proprio partito e innestare su principi di sinistra battaglie che vanno nell’altro senso”.
La settimana scorsa le sue dimissioni. Sempre convinto della necessità di rompere con Renzi?
“Le riforme sono state approvate, quindi noi abbiamo tenuto fede al nostro percorso. E poi la nuova legge elettorale apre a nuovi scenari”.
Quali sono?
“Tre schieramenti, due già definiti: lo schieramento renziano e quello antisistema. Io credo che se l’Italia arrivasse ad avere uno scontro tra il sistema renziano e l’antisistema grillino sarebbe una sconfitta per tutti”.
La sua soluzione?
“Un terzo schieramento: l’alternativa a Renzi che può essere ancora costruita e non è ancora definita. E credo che non sia possibile partecipare a questa alternativa rimanendo ancorati al governo senza nemmeno passare al sostegno esterno”.
Qualcuno prefigura un abbandono di Ncd da parte sua e altri dieci.
“La riflessione l’ho fatta da solo, ma vediamo. Quello che di sicuro non farò è un altro piccolo partitino. Ovviamente se ci sarà molto distacco, dovremmo darci degli strumenti per fare politica...”.
Potrebbe tornare in Forza Italia? Berlusconi sembra voglia nuovamente scendere in campo.
“E’ del tutto legittimo ma questa cosa per quel che mi riguarda la si fa guardando avanti e non guardando indietro”.
A Forza Italia, insomma, dice di no.
“Ma, direi che l'ipotesi non c'è… a parte che nessuno me l’ha proposto…”
Il futuro Centrodestra potrebbe avere l'imprimatur di Salvini?
“Cosa sarà il Centrodestra si saprà solo dopo le elezioni comunali, è lì che passa il fronte. Il futuro non si fa nei palazzi ma lo fanno gli elettori nelle urne”.