[L'intervista] "I piccoli negozi non sono condannati a morire, ecco come si sopravvive alla minaccia di Amazon"
Per il sociologo Aldo Bonomi la partita è ancora aperta ma a patto che i commercianti puntino su prossimità e gioco di squadra

I numeri del commercio al dettaglio italiano sono impietosi. Negli ultimi anni il fatturato è diminuito di circa 7,7 miliardi, pari a quasi 300 euro di spesa in meno per famiglia. La causa principale è la crisi economica, la peggiore del dopoguerra da cui il Paese ancora non è uscito completamente, ma un altro fenomeno, forse ancora più pericoloso, sta erodendo le vendite: l’ascesa dirompente delle grandi piattaforme di commercio elettronico. E il primo nome che viene in mente è ovviamente Amazon vero e proprio cannibale digitale che non fa mistero di voler puntare a conquistare l’intera torta.
Warren Buffet ha venduto tutte le sue azioni di Walmart
Il “mostro” creato da Jeff Bezos, ora l’uomo più ricco del mondo, sta mettendo in difficoltà non solo i piccoli commercianti ma anche la grande distribuzione tradizionale. E questo sta avvenendo non solo in Italia ma praticamente in tutti i paesi del mondo. Resta esclusa la Cina ma solo perché le autorità locali impediscono l’ingresso degli stranieri. Una conferma dello strapotere di Amazon è arrivata da Warren Buffet, l’oracolo di Omaha, il più grande e ascoltato finanziere vivente, che ha venduto quasi tutte le sue azioni di Walmart, la più grande catena di distribuzione americana.

Per sfidare il nuovo capitalismo delle reti non basta un sito web
Diversi esperti affermano che l’unica strada per i negozi fisici è sviluppare maggiormente la presenza online per farla convivere con i punti vendita. Insomma, abbracciare l'ecommerce per rispondere alla dirompente minaccia di Amazon. Operazione che tuttavia appare quasi velleitaria perché come ha spiegato a Tiscali.it il sociologo Aldo Bonomi “il commercio elettronico non è solamente un sito web ma anche algoritmi sofisticati e soprattutto reti di logistica e distribuzione” territori nei quali “il nuovo capitalismo delle reti è difficilmente battibile”.

I piccoli negozi vincono sul terreno della prossimità
La sfida per il sociologo va giocata su un altro terreno, quello della “prossimità” ovvero quella forma di economia comunitaria “importante per produrre coesione e inclusione sociale” fondata “sui legami interpersonali che si instaurano tra venditori e clienti derivanti dalla quotidianità delle relazioni”. Per Bonomi “nella società c’è una forte spinta verso questa direzione” che va assecondata per esempio “curando sempre di più la bellezza dei centri storici e delle città”. Il commercio non è dunque solamente puro e semplice acquisto ma anche una esperienza sociale che non può essere riprodotta in rete.
L'esempio del consorzio Conad
Ma per affrontare la sfida dei grandi giganti del web i piccoli devono anche fare “gioco di squadra”. E a questo proposito lo studioso cita il caso di “Conad, il Consorzio Nazionale Dettaglianti formato da 7 grandi cooperative multiregionali capaci di aggregare i piccoli commercianti per aumentare la dimensione e quindi i vantaggi sul fronte dell’acquisto dei prodotti, della finanza, della logistica, senza però perdere la forza della prossimità tipica del commercio minuto”. La partita dunque non è ancora persa e c'è ancora una speranza per non assistere alla desertificazione commerciale nei centri storici delle nostre città.
