[L’intervista] “Il caso dei 600 euro? E’ una campagna per il Sì al taglio dei parlamentari. La solita ammucchiata orgiastica”
Intervista al senatore De Falco, ex M5s. “Indegno di stare in Parlamento chi se n’è approfittato. Ma denuncio il fatto che l’INPS stia centellinando questa notizia ad uso e consumo del Si. In omaggio all’antipolitica e all’anticasta”. Sotto accusa la mala politica, “ quella del tentennamento”. Dallo stato di emergenza ad Aspi, da Alitalia a Ilva. Quanti soldi buttati via durante il lock down?

I furbetti dei 600 euro sono “indegni” di “ricoprire un ruolo pubblico”. Però, chiarisce il senatore Gregorio De Falco, ora nel gruppo Misto dopo una breve permanenza tra i 5 Stelle, è “necessario e doveroso distinguere tra un parlamentare e un consigliere comunale o regionale. Basta con la solita ammucchiata orgiastica dell’antipolitica che, aggiungo, in questo momento fa comodo soprattutto a chi sostiene il taglio indiscriminato dei parlamentari e la vittoria del Si al referendum del 20 settembre”.
E’ un fiume in piena Gregorio De Falco. Tutto lo ricordano per quel “Capitano, torni a bordo della sua nave, cazzo…” che ordinò a Schettino che aveva abbandonato la Costa Concordia finita tra gli scogli dell’isola del Giglio. All’epoca De Falco era comandante della Guardia costiera. Nel 2018 i 5 Stelle lo hanno coinvolto in politica. A marzo 2018 era senatore. A Natale dello stesso anno era già un ex. “Guardi - spiega - che io sono stato cacciato dal Movimento perchè avevo chiesto di discutere in un’assemblea i decreti sicurezza di Salvini prima di votarli. Sto cercando di rientrarci. Sono in causa per questo”.
Senatore, è d’accordo con Di Maio che ha messo sul patibolo a testa in giù i parlamentari che hanno chiesto i 600 euro?
“Di Maio ha azionato la solita campagna orgiastica dell’antipolitica facendo di ogni erba un fascio, mescolando situazioni diverse che invece vanno tenute distinte. Giudico sbagliato questo modo di fare”.
Distinguere, dice. Come?
“Prima di tutto, col passare delle ore, da cinque siamo passati a tre visto che due deputati…
Sa che sono deputati…
“In effetti si parla di cinque deputati. Non ci sarebbero senatori. Comunque, solo tre di loro lo hanno ottenuto, due no. Non ho dubbi nel dire che è indegno che tre parlamentari, con le indennità mensili che si aggirano intorno ai 13 mila euro, abbiano chiesto i 600 euro poi inventati mille. Queste persone non hanno commesso illeciti penali o amministrativi ma sono persone prive di quelle dignità che sono fondamentali per ricoprire un ruolo pubblico”.
Indegni, lei dice. E quindi? Concorda con chi ne chiede la cacciata?
“Non so se sia possibile cacciarli. Ritengo però che possa essere messa in discussione la loro permanenza nelle aule parlamentari. Però ci sono alcuni passaggi che non tornano”.
Si spieghi meglio?
“Se la norma dei 600 euro è stata concepita come un helicopter money, cioè soldi per tutti senza limiti di tetto nel reddito, credo che sia sbagliato scatenare questa caccia alle streghe. Sarebbe più corretto dire che la norma è stata concepita male. Detto questo , quello che mi chiedo è a quale titolo l’INPS ha fatto trapelare queste informazioni? Forse che l’Inps del presidente Tridico si erge a giudice morale?E poi, perché questo stillicidio di mezze notizie che sembra fatto ad arte per imbastire la solita caccia alle streghe dell’antipolitica?”.
Si spieghi meglio, senatore.
“Quella che sto vedendo è una gogna pubblica. Una forma di violenza insostenibile. Utile a chi, vedi Di Maio, vuole sostenere la campagna per il taglio dei parlamentari. Io credo che tutto questo abbia a che fare con quel movimento e quel risveglio di coscienze di cui si sono percepiti segnali netti in questi ultimi dieci giorni e che ha seri dubbi su taglio dei parlamentari così come è stato concepito dai 5 Stelle”.
Faccia capire, lei crede che queste notizie siano state fatte filtrare apposta per sostenere il taglio dei parlamentari?
“Ribadisco: trovo indegno che cinque parlamentari abbiano fatto la richiesta. Detto ciò, osservo che Di Maio continua a collegare le due cose. Tutti i suoi post insistono su un punto. Cito: “Politici furbetti… No comment. E ci si domanda ancora se il taglio dei parlamentari sia una cosa giusta? Il 20 settembre diamo una bella sfoltita e facciamo la storia”.
Di Maio sta usando questa storia per la sua campagna anticasta e antipolitica?
“Andreottianamente penso che a pensare male non si faccia male e che anzi spesso ci si azzecchi. E’ un fatto che negli ultimi dieci giorni si sentono scricchiolii fortissimi alle ragioni del Si a vantaggio del No. E guarda caso, l’Inps di Tridico ha fatto filtro queste notizie. E non c’è dubbio che il vertici del Movimento stiano cavalcando queste notizie pr aumentare il senso di avversione verso il Parlamento che M5s vorrebbe vedere azzerato. O, in alternativa, occupato con gli amici degli amici. E’ noto a tutti che il poltronificio non sia più solo un vizio della vecchia politica e che trovi largo seguito anche nella cosiddetta nuova politica”.
Torniamo alle distinzioni. Oggi numerosi tra i duemila amministratori locali messi alla gogna per aver chiesto i 600 euro sono usciti allo scoperto spiegando perché li hanno chiesti. E forse non hanno tutti i torti.
“E’ una profonda ingiustizia trattare tutti sullo stesso piano. Un consigliere comunale prende solo gettoni, un assessore di un piccolo comune pende indennità ridicole, diverso ancora il caso dei consigliere regionale che invece hanno indennità alte. La mala-politica è fare di ogni erba un fascio, fare questa ammucchiata senza distinguere. Trattare in ugual modo situazioni differenti è una profonda ingiustizia”.
Lei definisce “mala politica” le misure del governo contro il Covid? Abbiamo fatto cento miliardi di debito.
“Non ho gli strumenti per giudicare le misure in sè. Giudico però un metodo che è stato quello di aver sistematicamente escluso il Parlamento dalla possibilità di fare correttivi alle proposte del governo. Da questo metodo sono originati numerosi errori. Come quello di non prevedere un tetto al reddito per chiedere i 600 euro. Lo so che hanno fatto richiesta 400 notai? E quanti avvocati? Le pare che queste categorie non potessero andare avanti con i propri mezzi lasciando quei soldi a chi ha più bisogno e che magari non ha neppure la partita Iva? La mala politica sono Nembro e Alzano trattati come un centro del sud Italia dove il virus non era ancora arrivato. La mala politica è Quota 100, Alitalia su cui abbiano messo altri tre miliardi senza un progetto, Aspi per cui alla fine pagheremo più dell’indennizzo previsto dalla rescissione per manifesta inadempienza. Questa è la mala politica che dobbiamo combattere, non il numero dei parlamentari. Il vero costo della politica è l’annichilimento del Parlamento”.
Lei teme che in questi mesi abbiamo sprecato danaro pubblico?
“Temo di sì. Prima o poi qualcuno farà i conti e verranno fuori molti sprechi. Ripeto: invece di fare un helicopter money, soldi per tutti a pioggia come negli Usa, dovevamo pensare a chi ha veramente bisogno. E temo che con il Recovery fund sarà ancora peggio. Una cosa è certa: il governo non si può più permettere di venire in Parlamento portando provvedimenti in scadenza dopo cinque giorni. Il Parlamento deve poter lavorare che significa emendare i provvedimenti del governo”.
Torniamo al referendum. Lei con altri fuorusciti dei 5 Stelle siete stati tra i primi a firmare per indire il Referendum. Eppure siete entrati in Parlamento in nome della buona politica e contro la casta. Crede che questa storia peserà sul referendum che deciderà il taglio dei parlamentari?
“Questa storia dei 600 euro nelle intenzioni di qualcuno dovrebbe essere l’arma finale in favore del taglio dei parlamentari. Ma alla fine sarà un boomerang. Le persone stanno iniziando a capire. Posso garantire che anche tra i 5 Stelle stanno sorgendo molti dubbi”.
Perchè è stato espulso dal Movimento?
“Perchè avevo chiesto di poter discutere in assemblea di gruppo la posizione sul decreto Sicurezza e sul decreto Genova che aveva all’interno un condono edilizio. Sa quale fu la risposta? Che non si poteva fare perchè era “un provvedimento della Lega”. Io e la collega Paola Nugnes, anche lei da allora ex 5 Stelle, sostenevamo allora e ancora oggi che quel provvedimento avrebbe trasformato 500 mila clandestini in altrettanti invisibili. E che sarebbe stato motivo di forte insicurezza. Non ci fu concesso esprimere il nostro punto di vista. Che oggi è riconosciuto dalla Corte Costituzionale”.
Perchè è contro il taglio dei Parlamentari?
“Perchè è fatto male. E’ un taglio lineare, non è assistito da un criterio nè da un motivo. Dire che risparmiamo 57 milioni è una balla: quei soldi saranno spesi comunque per non pregiudicare il funzionamento della struttura visto che le Commissioni saranno le stesse di oggi e dovranno funzionare con assai meno parlamentari”.
Quali sono i rischi più grandi che intravede in queste riforma?
“E’ violato, per dire la conseguenza più macroscopica, il principio di uguaglianza, l’articolo 3 della Carta. In Trentino avranno sei senatori per ottocentomila abitanti. In Calabria sempre sei senatori per un milione e ottocentomila abitanti. Il voto di un calabrese peserà la metà del voto di un trentino. E questo viola l’articolo 3 della Carta. Che dire poi della rappresentanza? E’ il fondamento della nostra democrazia ma con il taglio non sarà più garantito. Le persone stanno iniziando a capire. Vige un principe chiave: una norma costituzionale diventa illegittima se contrasta con i principi fondamentali. Uno degli articoli fondamentali è il numero 3”.
Il 12 giugno la Corte Costituzionale deciderà sui primi quattro ricorsi contro il taglio dei parlamentari presentati da vari avvocati e costituzionalisti. Previsioni?
“Non so, vedremo. C’è molta attesa. Noi del No intanto ci stiamo dando da fare nell’indifferenza purtroppo dei grandi media. Ma stiamo avendo un buon seguito. Del resto, sta diventando chiaro a molti che tagliare i parlamentari senza un progetto politico chiaro e concludente è una tafazzata”.
Anche lo stato di emergenza è mala politica?
“Non in sè ma nel merito. Conte si è contraddetto rispetto ai verbali del Cts che abbiamo potuto leggere dopo la desecretazione. Oggi è chiaro che il governo ha agito come se avesse avuto un Canadair che ha volato su tutta Italia dimenticando che l’incendio era solo in alcune zone. Dunque, non lo stato di emergenza in sè ma il tentennamento, l’opacità e perdere di vista l’interesse comune sono mala politica. Ma per fortuna oggi è anche una bella giornata…”.
In che senso?
“Ricorderete tutti la Nave Libra che l’11 ottobre 2013 non fece in tempo a salvare un peschereccio con 280 persone di cui almeno 60 bambini. Bene: il gip ha ravvisato nel comportamento della comandate Catia Pellegrino “una condotta non improntata a parametri di diligenza e prudenza”. Significa che l’inchiesta va avanti nonostante la procura di Roma avesse chiesto per la seconda volta l’archiviazione. Vede, non ci si può mai nascondere dietro ordini che sono manifestamente criminali o illegittimi. Questo vale per tutti: per un militare e per un politico”. Ogni riferimento non è casuale.