Pagamenti digitali: il resto del mondo corre. La Cina si apre a PayPal, Revolut annuncia risultati record
Per disincentivare l’uso del contante il governo pensa di introdurre meccanismi di cashback. Ma la misura ha solo l’obiettivo di combattere l’evasione fiscale e non affronta il nocciolo del problema: il nostro ritardo culturale sul fronte dell’innovazione digitale

Il mondo del fintech continua a sfornare novità a getto continuo. La notizia più rilevante dell’ultima ora riguarda PayPal che battendo la concorrenza di colossi del calibro di Visa e Mastercard è diventata la prima società straniera ad ottenere una licenza per i pagamenti in Cina. Il via libera delle autorità cinesi è avvenuto grazie all’acquisizione, da parte dell'azienda americana, del 70% del capitale di Goufubao, piccola società cinese di pagamenti online.
Con Paypal pagamenti anche in Renminbi
Paypal, che secondo molti esperti del settore può essere considerata la prima società fintech della storia, potrà offrire servizi di pagamento online in valuta locale (il Renminbi ovvero la moneta del popolo) e rivoluzionare anche in Cina il trasferimento di somme finanziarie, in particolare tra privati. Ma il colosso americano potrà anche emettere carte di debito per il commercio elettronico.
Risultati record per Revolut
Un'altra notizia di rilievo riguarda Revolut, la fintech britannica del momento, attiva anch’essa nel settore dei pagamenti digitali e del mobile banking. L’azienda prevede di chiudere l’anno in corso con ricavi triplicati rispetto al 2018 e una base clienti in Europa di oltre 7 milioni di utenti, il doppio rispetto all’anno precedente. L’azienda ha annunciato lo sbarco in 23 nuovi mercati e l’assunzione di 3500 dipendenti entro l’estate del prossimo anno. per arrivare a quota 5000. Un bel salto in avanti rispetto ai 1500 dipendenti attuali.
Boom di utenti per Revolut anche in Italia
Revolut sta crescendo velocemente anche in Italia. Gli utenti iscritti alla piattaforma sono 220 mila utenti, di cui quasi la metà negli ultimi 3 mesi. Numeri destinati a crescere grazie al recente accordo commerciale con Visa e allo sviluppo senza sosta di nuovi servizi: l’ultimo in ordine di tempo quello di trading.
Il fintech è una cosa seria
Quali indicazioni trarre dalle notizie di PayPal e Revolut? Le più rilevanti sono probabilmente due. La prima è che il fintech (ovvero la tecnofinana) è una cosa seria e non un fenomeno esclusivamente mediatico. Il numero di nuove aziende tecnologiche che stanno aggredendo specifici settori di business della finanza tradizionale è sempre maggiore. In Italia si stanno mettendo in luce Moneyfarm nel settore della gestione del risparmio e Satispay in quello dei pagamenti digitali. In Europa oltre a Revolut da segnalare N26, la mobile bank tedesca che ormai sfida apertamente le banche tradizionali.
Pagamenti digitali trend inarrestabile
La seconda indicazione è che i pagamenti digitali sono ormai un trend inarrestabile in tutti i Paesi avanzati del mondo e questo (al contrario dell’Italia) sta avvenendo spontaneamente. Da noi invece per favorirne la diffusione il governo sta pensando di introdurre meccanismi di cashback ovvero premialità fiscali (iva più basa) per chi paga tramite carte e non in contante.
Italia in ritardo nel digitale
Senza entrare nel merito del meccanismo di cashback una riflessione dovrebbe essere comunque fatta: la misura allo studio del governo punta unicamente a contrastare l’evasione fiscale e non invece ad affrontare il nocciolo del problema: il ritardo culturale dell’Italia sul fronte dell’innovazione digitale. Un gap che andrebbe colmato il prima possibile se vogliamo restare un Paese competitivo a livello internazionale.