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La Spezia, donna trovata morta in albergo. Il marito: "L'ho uccisa e dovevo farla finita". Erano spariti da 12 giorni

"Volevamo farla finita. Prima dovevo uccidere lei, poi mi sarei tolto la vita io. Ma alla fine non ce l’ho fatta"’, avrebbe detto l'uomo nell'interrogatorio.

di Daniele Boasi   
La Spezia, donna trovata morta in albergo. Il marito: 'L'ho uccisa e dovevo farla finita'. Erano...
Alfredo Zenucchi e la vittima Rossella Cominotti

Era svanita nel nulla da 12 giorni con il marito dal Cremonese, dove risiedevano: Rossella Cominotti, di 53 anni, è stata trovata morta in una camera d'albergo a Mattarana, frazione di Carrodano nella provincia della Spezia, dal personale addetto alle pulizie. A ucciderla, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il coniuge, Alfredo Zenucchi, di 57 anni. L'uomo è stato fermato in Lunigiana dopo una fuga durata poche ore, e ha confessato ai carabinieri. La coppia avrebbe deciso di morire assieme, ma dopo aver ucciso la moglie, lui non sarebbe riuscito a togliersi la vita e sarebbe fuggito. Resta un mistero il movente, dalle prime attività dei carabinieri non sono emerse motivazioni di gelosia né economiche.

Vicino al corpo della vittima, trovato riverso sul letto con profonde ferite da taglio, è stata trovata la probabile arma del delitto: un rasoio a mano libera con cui l'omicida l'avrebbe colpita più volte. Il marito, fermato a bordo di un'auto a un posto di blocco dei carabinieri in Lunigiana in località Terrarossa, nel Comune di Licciana Nardi, in provincia di Massa Carrara, non ha opposto resistenza ed è stato subito sottoposto a interrogatorio.

Vicino al corpo della vittima, trovato riverso sul letto con profonde ferite da taglio, è stata trovata la probabile arma del delitto: un rasoio a mano libera con cui l'omicida l'avrebbe colpita più volte. Il marito, fermato a bordo di un'auto a un posto di blocco dei carabinieri in Lunigiana in località Terrarossa, nel Comune di Licciana Nardi, in provincia di Massa Carrara, non ha opposto resistenza ed è stato subito sottoposto a interrogatorio.

Della coppia non si avevano più notizie da circa due settimane: marito e moglie, residenti a Cavatigozzi alle porte di Cremona, sono i titolari di un'edicola nel centro di Bonemerse davanti al palazzo del Comune. Una parente di Rossella nelle ultime ore aveva lanciato un vano appello su Facebook per ritrovarla denunciando che "in famiglia c'è molta paura" sulla sua sorte. "Stiamo cercando Rossella. Mancano da casa lei e il marito da ormai 12 giorni. - ha scritto - Vive a Bonemerse. I telefoni non ricevono più nemmeno whatsapp e chiamate. Dateci una mano". Ma poi la scoperta del cadavere della donna e la caccia all'uomo tra Liguria e Toscana, dopo una fuga nemmeno organizzata, e infatti durata una manciata d'ore.

Riservati, "persino schivi" a dispetto del lavoro che avevano deciso di svolgere, gli edicolanti, sempre a contatto con la gente: così i vicini di casa di Cavatigozzi e i clienti di Bonemerse descrivono Rossella e Alfredo. In provincia di Cremona, tra il quartiere del capoluogo dove abitavano in una villetta a schiera e il paese della cintura cittadina dove da poco più di un anno avevano rilevato l'attività, "più di una volta trovata chiusa", parlano di una coppia come tante.

"Mai sentiti urlare, mai assistito a liti particolari". Eppure Cominotti e Zenucchi, che proprio ieri ha compiuto 57 anni, a qualcuno dei vicini apparivano "strani". Non fosse perché si vedevano pochissimo e avevano rapporti quasi inesistenti con il vicinato, nonostante il complesso di residenza sia formato da abitazioni una attaccata all'altra. "Lui non lo abbiamo praticamente mai visto e Avremo parlato con lei tre volte in tutto. E per dire buongiorno o buonasera".

Da mesi la casa sembrava come abbandonata. L'erba del giardino è cresciuta in maniera smisurata e abbiamo provveduto a tagliarla noi" raccontano alcuni vicini allungando anche l'ombra di presunti problemi economici. Solo una volta c'è stato un confronto: "Anche piuttosto duro per i cani e il modo in cui li tenevano. Sempre liberi, quasi abbandonati a loro stessi - rivela una vicina -. Ci siamo lamentati e lui ci ha quasi aggrediti". Una banale lite di vicinato, quasi segno premonitore, di quello che sarebbe potuto accadere. Gli inquirenti sarebbero in possesso di elementi sufficienti per convalidare l'arresto di Zenucchi contestandogli il reato di omicidio volontario. Il presunto omicida al momento non avrebbe fatto alcuna confessione.

di Daniele Boasi   
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