Ucraina al centro del vertice Biden-Putin. L’Europa convitato di pietra
<div style="font-size: 17px"><p>Roma – Il fronte caldo dell’Europa orientale preoccupa gli Stati e l’ultima emergenza migratoria al confine con la <strong>Bielorussia</strong> ne è solo un aspetto. Rilevante ma che comprende una questione più ampia che coinvolge l’<strong>Ucraina</strong> e i Paesi dell’ex influenza sovietica ora nell’UE.</p> <p>Nodi che saranno al centro del <strong>summit virtuale tra Joe Biden e Vladimir Putin</strong> fissato per oggi. Un vertice che riguarda soprattutto l’Europa e a dimostrazione di ciò ieri sera il presidente americano ha chiamato al telefono per un confronto allargato Mario Draghi, Emmanuel Macron, Angela Merkel e Boris Johnson.</p> <p>“I leader hanno condiviso la preoccupazione per l’incremento del <strong>dispositivo militare russo</strong> ai confini con l’Ucraina, concordando sull’esigenza che quest’ultima si adoperi per una distensione – riferisce Palazzo Chigi – ribadendo che <strong>la diplomazia resta l’unica</strong> via per risolvere il conflitto nel Donbass dando attuazione agli <strong>Accordi di Minsk</strong>”.
</p> <p>Scongiurare dunque l’attacco a Kiev, su cui il dipartimento di Stato americano insieme alla CIA da giorni lancia l’allarme per il concentrarsi di truppe al confine. Da parte di <strong>Mosca</strong> si rispedisce la palla nel campo opposto, addebitando l’escalation delle tensioni a Washington e ribadendo la richiesta di tenere lontana l’Ucraina nell’influenza NATO. “<strong>La Russia non attaccherà</strong> nessuno ma abbiamo le nostre preoccupazioni e le nostre linee rosse” ha detto il portavoce <strong>Dmitri Peskov</strong> ed è questo il primo punto che Putin sottoporrà a Biden nel vertice a distanza, in cui Bruxelles è per forza di cose il convitato di pietra.</p> <p>Europa che su questo delicato crinale non ha una posizione granitica e finora non è andata oltre la <strong>condanna dell’ingerenza del Cremlino</strong> con la conferma delle sanzioni. Queste, secondo l’amministrazione americana, potrebbero diventare ancora più pesanti, al livello più elevato come l’isolamento del <strong>sistema bancario russo</strong> o le misure di restrizione contro gli oligarchi. La Nato finora è stata allertata e gli Usa hanno già assicurato agli alleati un supporto ulteriore, qualora le truppe della federazione Russa varcassero i confini ucraini.</p> <p>La <strong>voce grossa</strong> avrebbe tuttavia come paradosso l’intenzione di stemperare la tensione in Europa e Biden avrebbe chiesto agli alleati proprio un’azione distensiva, specialmente nei confronti dei Paesi baltici da parte dei quali gli americani temono reazioni azzardate. La difesa dello status quo e il <strong>contenimento dell’escalation militare</strong>, avrebbe l’obiettivo di evitare le <strong>ritorsioni russe</strong> in campo energetico che come effetto immediato farebbe emergere una spaccatura tra i Paesi europei. L’altro strumento di pressione è stato già messo in campo da Mosca con il via libera indiretto dei migranti al <strong>confine tra Polonia e Bielorussia</strong>, e che ha riproposto ai piani alti di Bruxelles il tema irrisolto dei suoi confini, dei rifugiati e dell’applicazione dei principi di solidarietà e integrazione.</p> <p>Un <strong>vertice “schermato</strong>”, non solamente dal punto di vista tecnologico, quello tra Biden e Putin, che avrà come tema centrale l’Ucraina ma si porta dietro molti altri nodi che investono direttamente l’Europa, il suo <strong>ruolo internazionale</strong>, il progetto di difesa compatibile con la NATO, le sue relazioni economiche. Nodi che forse dovrebbero far scattare qualche urgenza nel dare concretezza a una politica estera comune.</p> </div>.