La metà degli adulti europei ha ricevuto la dose di richiamo, ma il divario immunitario in UE resta un problema

<div style="font-size: 17px"><p>Bruxelles – Il <strong>52,4 per cento degli adulti europei</strong> (over 18 anni) ha già ricevuto la dose di richiamo di vaccino contro il coronavirus mentre l’82 <strong>per cento degli adulti dell’UE ha completato il ciclo vaccinale primario</strong>. E’ <strong>Ursula von der Leyen</strong> a comunicare oggi (28 gennaio) in un <a href="https://twitter.com/vonderleyen/status/1486962599350738944?s=20&t=gvmN1F5fnHD_845CrEXmvw" target="_blank" rel="noopener">video pubblicato sui suoi canali social</a> l’ultimo tassello importante nella sua corsa alle vaccinazioni in Unione Europea. Importante, ma non risolutivo. “Questo è positivo, ma dobbiamo fare di più”, ammette la presidente della Commissione Europea. Esorta “tutti quelli che possono” a “vaccinarsi e avere una dose booster”. “Perché i medici e i dati hanno mostrato molto chiaramente: la vaccinazione e i booster sono la migliore protezione contro la COVID, inclusa (la variante) Omicron”.</p> <figure id="attachment_167870" aria-describedby="caption-attachment-167870" style="width: 249px" class="wp-caption alignright"><a href="https://www.
eunews.it/wp-content/uploads/2022/01/Schermata-2022-01-28-alle-12.31.07.png"><img loading="lazy" class=" wp-image-167870" src="https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2022/01/Schermata-2022-01-28-alle-12.31.07-189x300.png" alt="" width="249" height="395" srcset="https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2022/01/Schermata-2022-01-28-alle-12.31.07-189x300.png 189w, https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2022/01/Schermata-2022-01-28-alle-12.31.07.png 398w" sizes="(max-width: 249px) 100vw, 249px" /></a><figcaption id="caption-attachment-167870" class="wp-caption-text">Dosi di richiamo sugli over 18 (Dati ECDC)</figcaption></figure> <p>La presidente della Commissione Europea mette a fuoco uno dei problemi di questa strategia:<strong> le forti divergenze che persistono nei tassi di vaccinazione passando da una parte all’altra del continente</strong>. Mentre alcuni Stati membri pensano già alla quarta dose per le persone fragili o immunocompromesse (in attesa dei dati scientifici dell’<strong>Agenzia europea dei medicinali</strong>), <strong>Romania e Bulgaria</strong> <a href="https://vaccinetracker.ecdc.europa.eu/public/extensions/COVID-19/vaccine-tracker.html#uptake-tab" target="_blank" rel="noopener">non hanno nemmeno raggiunto il 50 per cento delle vaccinazioni complete</a> (seconda dose o una con il vaccino monodose di Johnson&Johnson) soprattutto a causa di una forte esitazione alla vaccinazione.</p> <p>Von der Leyen ha insistito sul fatto che i <a href="https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/covid-19-omicron-risk-assessment-further-emergence-and-potential-impact" target="_blank" rel="noopener">dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC)</a> dimostrano che le terze dosi prevengono i ricoveri e in generale lo sviluppo grave della malattia. “Se tutti gli europei vaccinati ricevessero un richiamo, potremmo evitare circa <strong>un milione di ricoveri”</strong>, ha stimato. “La pandemia non è terminata e la variante Omicron si sta espandendo molto rapidamente in molti Paesi UE, quindi proteggiamoci”, ha concluso.</p> <p>Anche con le dosi di richiamo la distribuzione delle vaccinazioni varia molto da Stato a Stato: secondo i dati ECDC 11 Paesi membri non hanno ancora raggiunto la metà della loro popolazione adulta vaccinata con il booster, mentre <strong>Danimarca, Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Malta, Lussemburgo</strong> hanno già superato la soglia del 60 per cento e qualcuno di loro <a href="https://www.eunews.it/2022/01/24/belgio-quarta-dose-vaccinale-covid/167442" target="_blank" rel="noopener">pensa già a come organizzare la quarta campagna di richiamo, sulla scia di Israele e Cile.</a></p> </div>.