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Zuppi a Mosca, papa Francesco: "Superare la fase di odio tra Russia e Ucraina"

Premessa necessaria a mediazione di pace. Prudenza vaticana e nel saluto per la pausa estiva il papa richiama due emergenze: patto educativo e i poveri

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
Zuppi a Mosca, papa Francesco: 'Superare la fase di odio tra Russia e Ucraina'
(Foto Ansa)

Fiumi di parole sui media accompagnano la missione del cardinale Zuppi a Mosca, seconda tappa in cerca di spiragli per condizioni di trattare la pace. Parole misurate e stringati commenti invece da parte della Santa Sede. Già agli inizi della visita del presidente della Cei a Kyiv lo stesso segretario di Stato precisava che l’iniziativa voluta da papa Francesco non aveva come “scopo immediato la mediazione” ma l’obiettivo di “cercare soprattutto di favorire il clima, favorire un ambiente che possa portare a percorsi di pace”. Gli “interlocutori saranno Mosca e Kyiv per il momento, poi vedremo”, diceva ancora Parolin, senza pronunciare il nome dei referenti (Cina e USA) del conflitto. “Non vogliamo escludere nessuno” concludeva Parolin.

"Scopo immediato è la mediazione"

Un traguardo intermedio all’apparenza modesto, dunque, perché la Santa Sede e lo stesso Francesco non ignorano le difficoltà crescenti che avvelenano la guerra, ultima in ordine di tempo il chiaroscuro calato sul tentativo di golpe (?) nella Federazione Russa. Nessuno pertanto potrà accusare il Vaticano di essersi arrogato un ruolo improprio o di voler strafare creando scompiglio nell’agenda di chi questa guerra l’ha voluta preparandola o sferrando il primo colpo. Un breve richiamo agli ultimi eventi in Vaticano confortano una lettura prudenziale dell’agire del papa e della sua diplomazia mantenuto fino all’ennesimo appello per la pace ripetuto oggi a chiusura dell’ultima udienza generale in Piazza san Pietro prima della sospensione nel mese di luglio.

Si comunica che nei giorni 28 e 29 giugno 2023, il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, - si legge nella nota stringata con cui si annunciava l’attesa seconda mossa della missione del cardinale Zuppi - compirà una visita a Mosca, quale Inviato di Papa Francesco. Scopo principale dell’iniziativa è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace”.

Nel comunicato conclusivo della prima riunione del nuovo Consiglio dei cardinali (C9) che assistono il papa compare una riga asciutta per informare che si è discusso anche del conflitto in Ucraina senza altri particolari. Chi ha centrato bene il problema presente nella missione di Zuppi a Mosca è stato Antonio Spadaro direttore della Civiltà Cattolica che segue da vicino tutte le iniziative del papa gesuita.

"Lo scopo dell'iniziativa - ha chiarito al TG2 - è incoraggiare gesti di umanità in un momento di grande tensione. Serve qualcuno che usi non solo la retorica della vittoria ma quella della pace: la diplomazia della Santa Sede non taglia ma cuce e non ci sono limiti alla missione del papa". Secondo il direttore di Civiltà Cattolica, "non si tratta di compiere gesti risolutivi e tuttavia il papa vuole contribuire come possibile a una soluzione alla tragica situazione attuale. La Chiesa vuole essere ospedale da campo nella battaglia; l'obiettivo è trovare vie per raggiungere pace giusta". Solo in apparenza si tratta di un compito facile. E’ il primo passo, quello di far decidere i nemici a incontrarsi dopo essersi dileggiati, demonizzati e sparati. Superare la fase dell’odio: senza questo passo la guerra continua. Con tutte le incognite tragiche e terrificanti possibili.

Speranze nella preghiera e aiuti alla poplazione ucraina

Francesco si è scelto la fase solo in apparenza semplice e pertanto non meraviglia che un uomo di fede qual è riponga le speranze specialmente nella preghiera perché Dio tocchi il cuore dei belligeranti. Cerca di apparire equidistante. Senza rinunciare a far sentire la vicinanza più forte a chi attualmente soffre maggiormente la guerra, quindi l’aggredita Ucraina. A tal fine invia frequenti aiuti materiali alla popolazione e in tante circostanze invita a pregare per la martoriata Ucraina. Anche nell’udienza generale di oggi ha fatto due cenni all’Ucraina dopo la catechesi dedicata a raccontare l’azione educativa di una santa suora scozzese vissuta in Australia. Nel saluto cordiale ai pellegrini polacchi ha aggiunto: “Seguendo l’esempio di Santa Maria MacKillop, siate testimonianza concreta del Vangelo per coloro che soffrono per la povertà e la guerra in Ucraina”.

E ricordando che domani si celebrerà la solennità dei Santi Pietro e Paolo, Francesco ha chiesto di affidare alla loro intercessione “la cara popolazione Ucraina, perché presto trovi la pace: si soffre tanto, in Ucraina, non dimentichiamolo”.

Due piccoli fuori programma durante la catechesi: “Oggi – ha premesso il papa - dobbiamo avere un po’ di pazienza, con questo caldo! Grazie per essere venuti con questo caldo, con questo sole, grazie tante della vostra visita!”. E poi una encomiabile rapidità con cui Francesco ha riacciuffato al volo lo zucchetto che una folata di vento gli aveva strappato. Parte interessante della catechesi è stata quella dedicata all’educazione come forma di evangelizzazione e ai poveri, due interessi primari di santa Mary MacKillop.

Una caratteristica essenziale del suo zelo per il Vangelo – ha rimarcato Francesco - consisteva nel prendersi cura dei poveri e degli emarginati. E questo è molto importante: nella strada della santità, che è la strada cristiana, i poveri e gli emarginati sono protagonisti e una persona non può andare avanti nella santità se non si dedica anche a loro, in un modo o nell’altro. Essi, che hanno bisogno dell’aiuto del Signore, portano la presenza del Signore. Una volta ho letto una frase che mi ha colpito; diceva così: “Il protagonista della storia è il mendicante: i mendicanti sono coloro che attirano l’attenzione sull’ingiustizia, che è la grande povertà nel mondo”; si spendono i soldi per fabbricare armi e non per produrre pasti... E non dimenticate: non c’è santità se, in un modo o nell’altro, non c’è la cura per i poveri, per i bisognosi, per coloro che sono un po’ al margine della società”.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
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