Le voci italiane dal Myanmar: "Danni imponenti". Tra primi soccorritori ong italiane: "Tanti dispersi e vittime"
Secondo Cesvi la regione più colpita è la Dry Zone, al centro del paese, in cui vivono circa 7 milioni di persone in un raggio di 100 chilometri dall'epicentro ad ovest della città di Mandalay
Tra i primi a intervenire nelle zone colpite figurano diverse ONG italiane, da anni attive sul territorio con progetti umanitari e sanitari.
Medacross: “Situazione drammatica, servono aiuti urgenti”
I volontari di Medacross, organizzazione torinese impegnata nella regione di Kawthoung, raccontano le prime ore dell’emergenza: “Abbiamo iniziato subito a monitorare la situazione per offrire assistenza alla popolazione. Un sisma di questa entità in un Paese poverissimo può devastare la vita di migliaia di persone”. Medacross gestisce un ambulatorio medico, cliniche mobili e le cosiddette boat clinic, barche attrezzate per raggiungere le isole dell’arcipelago delle Andamane, dove vivono intere comunità di pescatori.
Cesvi: crolla il ponte di Sagaing, danni anche alle infrastrutture principali
Anche la Fondazione Cesvi è operativa sul campo e segnala crolli parziali di edifici, danni infrastrutturali e la caduta dello storico ponte di Sagaing, fondamentale per i collegamenti nel nord del Paese. Interrotta anche la principale autostrada nazionale nei pressi di Mandalay. Secondo Cesvi, l’area più colpita è la cosiddetta Dry Zone, nel centro del Myanmar, dove vivono circa 7 milioni di persone nel raggio di 100 km dall’epicentro.
“Anche il nostro ufficio di Kalaw, a sud di Mandalay, ha subito danni strutturali – riferisce l’organizzazione – ma tutto il personale è in salvo. Purtroppo abbiamo perso i contatti con un team operativo nella zona di Chauk, a causa delle interruzioni delle comunicazioni”.
Caritas: "Si temono migliaia di vittime, case crollate a Mandalay"
Preoccupazioni confermate anche da Caritas, che opera nella diocesi di Mandalay: “I nostri operatori stanno bene, ma alcune delle abitazioni dove risiedevano sono crollate. Le telecomunicazioni sono fortemente compromesse. Molte persone risultano disperse nella città. È impossibile contattare i propri familiari”.
Italiani in Myanmar: la situazione dei connazionali secondo la Farnesina
La Farnesina ha comunicato che attualmente si trovano in Myanmar circa un centinaio di italiani, tra iscritti all’AIRE e registrati sul portale “Dove siamo nel mondo”. In Thailandia, Paese confinante, risultano registrati circa 7.000 italiani AIRE e 700 iscritti alla piattaforma di sicurezza del Ministero degli Esteri. La presenza imprenditoriale italiana nel Myanmar si è fortemente ridotta negli ultimi anni, con pochissime aziende ancora operative sul territorio.