Israele ricorda il 7 ottobre ma la guerra non si ferma. Iran, se Israele ci attacca sveleremo una nuova arma
Un anno di dolore per le famiglie degli ostaggi israeliani. Ce ne sono ancora 101 nelle mani dei terroristi, 35 già dichiarati morti.
Israele si ferma alle 6.30 del mattino per ricordare le vittime del massacro del 7 ottobre. Un anno di dolore per le famiglie degli ostaggi israeliani. Ce ne sono ancora 101 nelle mani dei terroristi, 35 già dichiarati morti. Ma non si ferma la guerra in Medioriente. E mentre da Gaza, Libano e Yemen arrivano nuovi attacchi con razzi, droni e missili contro Tel Aviv, va avanti l'operazione di terra israeliana nel Paese dei Cedri, ma anche quella nell'enclave palestinese.
Iran, se Israele ci attacca sveleremo una nuova arma
Lo ha affermato il vice presidente del Parlamento di Teheran, Ali Nikzad. Secondo quanto riferisce Mehr, Nikzad ha ricordato che durante l'attacco dell'Iran contro Israele la scorsa settimana è stato svelato un nuovo tipo di missile che non era stato utilizzato nelle precedenti operazioni contro lo Stato ebraico.
Netanyahu: "Avanti finché ostaggi saranno a Gaza"
Il 7 ottobre "rappresenterà per generazioni il prezzo della nostra rinascita, esprimerà per generazioni la grandezza della nostra determinazione e la forza del nostro spirito". Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un messaggio registrato, in occasione della cerimonia per commemorare l'attacco di un anno fa in Israele. Incontrando i soldati israeliani feriti e le famiglie in lutto, ha detto Netanyahu, "sentiamo sempre lo stesso messaggio: la campagna (militare) non deve essere interrotta in modo prematuro". E, ha detto, "finché il nemico minaccerà la nostra esistenza e la pace del nostro Paese, continueremo a combattere". "Fin quando i nostri ostaggi saranno a Gaza - ha insistito - continueremo a combattere". "Finché i nostri cittadini non torneranno nelle loro case in sicurezza, continueremo a combattere - ha proseguito Netanyahu - Insieme continueremo a combattere e insieme, con la grazia di Dio, vinceremo". Il premier ha ripetuto gli "obiettivi della guerra" a cominciare dalla volontà di "rovesciare Hamas", che nel 2007 prese il controllo della Striscia di Gaza. "Riportare a casa tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti, è una missione sacra, che non abbandoneremo fin quando non l'avremo conclusa", ha affermato ancora, ribadendo di voler "sventare ogni futura minaccia da parte di Gaza" e di voler "riportare i residenti del sud e del nord nelle loro case in sicurezza".
Hamas: "Battaglia continua"
"La nostra scelta è quella di continuare una lunga e dolorosa battaglia di logoramento con il nemico, e le battaglie hanno dimostrato il successo di questa opzione”, ha quindi assicurato Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al Qassam, ala militare di Hamas nella Striscia di Gaza, anche lui in un messaggio video trasmesso dall’emittente Al Jazeera. "Se e gli omicidi mirati fossero una vittoria, la resistenza contro l’occupazione sarebbe già finita”, ha sostenuto. "E' passato un anno dall'operazione più professionale e di successo dell'era moderna" avvenuta dopo che "il nemico era impegnato in insediamento, giudaizzazione e aggressione contro i prigionieri palestinesi", le parole di Obeida.
Idf, ucciso a Beirut comandante quartier generale Hezbollah
L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso a Beirut Suhail Hussein Husseini, comandante del quartier generale di Hezbollah. L'aviazione israeliana ha condotto un attacco sulla base di informazioni di intelligence. Secondo l'Idf, Husseini svolgeva un ruolo cruciale nel trasporto di armi tra l'Iran e Hezbollah ed era responsabile della distribuzione delle armi avanzate tra le unità di Hezbollah. Inoltre, era membro del consiglio della Jihad, organismo della leadership militare di Hezbollah.