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Guerra in Ucraina, Kiev distrugge un altro ponte. L’ira di Putin nei confronti degli Usa. Saltano i colloqui di Doha

Le accuse di Mosca: “A Kursk sono stati utilizzati missili Usa”. Cresce la paura per una possibile guerra nucleare

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Foto Ansa
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L'aeronautica militare ucraina ha colpito un altro ponte sul fiume Seim nella regione russa di Kursk. A darne notizia su Telegram il comandante dell'aeronautica militare ucraina, il tenente generale Mykola Oleshchuk, riferisce Ukrinform. "Direzione Kursk. Un altro ponte in meno!" ha scritto. Secondo Oleshchuk, "gli aerei dell'aeronautica continuano a privare il nemico delle capacità logistiche con attacchi aerei di precisione, il che influisce in modo significativo sul corso delle operazioni di combattimento". Il ponte, che si troverebbe vicino al villaggio di Zvanoe. Non è chiaro se sia stato distrutto. L'infrastruttura è la seconda a cadere sotto i colpi di Kiev. Il primo ponte distrutto nell'area di Kursk ha fatto infuriare Putin, ponendo la Russia nell'inedita condizione di Paese invaso, con forze nemiche dentro il proprio territorio. "Per la prima volta la regione - ha protestato il ministero degli esteri russo - è stata colpita da sistemi missilistici di fabbricazione occidentale, probabilmente Himars americani. L'effetto è stato la distruzione completa del ponte e l’uccisione dei volontari che stavano assistendo l'evacuazione della popolazione civile".

La Russia, a seguito del nuovo attacco, sta lottando per rafforzare le sue difese nella regione meridionale di Kursk. Funzionari statunitensi hanno fatto sapere che la Russia ha dirottato migliaia di soldati dai territori occupati all'interno dell'Ucraina per contrastare la minaccia interna. Il presidente russo Vladimir Putin ha dovuto richiamare i soldati di leva, venendo meno alla promessa fatta di non utilizzarli in prima linea. Una trincea considerevole è stata scavata nella campagna vicino alla città di Selektsionnyi, a circa 45 chilometri dal confine, a Kursk, come mostrano le immagini satellitari.

Saltano i colloqui

Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin erano pronti a inviare questo mese delegazioni a Doha, in Qatar, per negoziare un accordo per una tregua nei raid contro infrastrutture dell'energia. L'attacco di Kiev in Russia ha fatto saltare il possibile avvio delle trattative in cui il Qatar avrebbe dovuto svolgere un ruolo di mediatore, con incontri separati con le due delegazioni. Le forze armate ucraine sono avanzate per decine di chilometri nel territorio russo, acquisendo il controllo di almeno 800 km quadrati. L'operazione, come riferisce il Washington Post, ha fatto "deragliare gli sforzi per un cessate il fuoco parziale con la Russia" e cancellato - almeno per ora - i piani che prevedevano di tenere colloqui indiretti in Qatar sulla sospensione degli attacchi alle infrastrutture energetiche. "L’Ucraina e la Russia - spiega il quotidiano citando diplomatici e funzionari a conoscenza delle discussioni - avrebbero inviato delegazioni a Doha questo mese per negoziare un accordo storico destinato a porre fine agli attacchi contro le strutture energetiche e le infrastrutture elettriche di entrambe le parti. L'intesa sarebbe stata l'equivalente di un cessate il fuoco parziale e avrebbe concesso una tregua a entrambi i paesi".

E ora la Russia accusa apertamente l'America

Giorni fa il Cremlino aveva già sottolineato che dietro l'avanzata degli ucraini ci fosse genericamente l'Alleanza Atlantica. Ora invece ha alzato il tiro: affermare esplicitamente che questi missili fossero di produzione statunitense non può che avere un significato geopolitico: provocare un inasprimento dei toni nei confronti di Washington. "Chiediamo alle organizzazioni internazionali, in particolare alle Nazioni Unite e all'Aiea, di condannare immediatamente le azioni provocatorie preparate dal regime di Kiev e di impedire una violazione della sicurezza nucleare e fisica della centrale nucleare di Kursk, che - ha aggiunto Mosca - potrebbe provocare un disastro su vasta scala provocato dall'uomo in Europa". Al di là delle minacce di catastrofe nucleare, è evidente che i russi siano molto preoccupati dalla possibilità che Kiev possa occupare la centrale, considerata una delle infrastrutture più importanti della regione, in modo da bloccare i rifornimenti energetici.

Kiev e Mosca, le posizioni

Kiev, attraverso le parole del presidente Volodymyr Zelensky, ha chiarito ripetutamente che prenderebbe in considerazione una tregua solo con il ritiro delle truppe russe dal suolo ucraino, Crimea compresa. Vladimir Putin, da Mosca, ha sempre considerato territorio russo le 4 regioni annesse dall'inizio del conflitto. Gli ultimi contatti ufficiali tra i due paesi per una soluzione negoziale risalgono al 2022, con gli incontri di Istanbul nella fase iniziale della guerra: il dialogo è naufragato.

Secondo le fonti interpellate dal Washington Post, non è ipotizzabile che Mosca sia disposta a negoziare ora, con soldati ucraini sul proprio territorio: "Dopo Kursk, i russi hanno frenato", la sintesi di una fonte a conoscenza della situazione relativa ai colloqui. Dal lato ucraino, si sottolinea l'importanza di preservare la rete energetica in vista dell'inverno: "L'energia è un settore critico per noi. A volte ci dimentichiamo dell'economia, ma andiamo verso un precipizio senza luce e riscaldamento in inverno".

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