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Tutto in un mese. Il governo gioca il suo destino sul Pnrr, e non solo, entro la fine di aprile

Tra i progetti a rischio molti riguardano i comuni. Non hanno le forze per realizzare in tre anni quello che dovrebbero. Il governo punte sulle infrastrutture affidate alle grandi aziende. Doppio esame di credibilità per il governo Meloni. Lo scaricabile non funziona: ecco perché

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
Tutto in un mese. Il governo gioca il suo destino sul Pnrr, e non solo, entro la fine di aprile
Meloni e, sullo sfondo, Mattarella (Ansa)

Il governo Meloni si gioca tutto in questo mese di aprile.  Pur avendo messo molte mani avanti con il più vecchio dei giochini - è colpa di quelli che cerano prima di noi - è evidente che un fallimento su Pnrr avrebbe ricadute sullagibilità politica dello stesso governo. Perché per quanto si possa fare lo scaricabarile, è innegabile che sono stati buttati nove mesi: da agosto a ottobre 2022, perché la cacciata del governo Draghi ha fermato il cammino di alcune riforme (concorrenza, fisco, giustizia, implementazione della Pubblica amministrazione, giusto per dirne alcune); da ottobre a ora perché Giorgia Meloni non aveva ancora giurato da premier che già diceva che il Pnrr non andava bene e che andava cambiato tutto. Hanno iniziato dalla governare - la delicatissima struttura di tecnici che ha guidato per un anno e mezzo la realizzazione di 526 progetti - e proseguito denunciando la irrealizzabilità di decine ci progetti. Guarda caso soprattutto nei comuni. E soprattutto al sud.

Giorgia Meloni, poi il ministro Raffaele Fitto che ha la delega al Pnrr. Ieri è stato il turno del sottosegretario Giovambattista Fazzolari, uno degli uomini ombra del premier. Che ha ritoccato un po' la narrazione: e la colpa è passata dal governo Draghi direttamente al Conte 2"Sul Pnrr purtroppo l'attuale governo si è trovato a dover risistemare molte cose che non vanno perchè il piano è stato fatto in modo troppo frettoloso dal governo Conte II. Che ci siano delle criticità lo abbiamo sempre detto, noi di FdI ci siamo astenuti dal votarlo in Parlamento e lo rivendichiamo, il Pnrr è stato portato in Aula con meno di 24 ore di anticipo rispetto a quando il Parlamento lo ha dovuto votare".

Date e scadenze

Questa polemica, e le altre annesse, ci accompagneranno nei prossimi mesi. Con alcune scadenze. Entro la fine di aprile deve essere risolta la questione legata alla terza tranche da 19 miliardi che la Commissione ha congelato sollevando questioni su tre progetti: lo stadio di Firenze e il Bosco dello sport di Venezia perchè poco pertinenti; sulle concessioni portuali perché ancora una volta (come come tutte le concessioni) saremmo troppo timidi nel mettere a gara; il teleriscaldamento.

Il ministro Fitto e il commissario Gentiloni sono al lavoro, filtra ottimismo e nasce qualche sospetto"Erano tutti progetti già approvati ai tempi del governo Draghi, perché sollevano adesso questi problemi?" dicono allungando lipotesi di qualche pregiudizio. Il compromesso dovrebbe comunque arrivare. E sbloccare la rata entro fine aprile. Ma è un precedente. La prova che lItalia è un osservato speciale. Per due motivi: ha avuto la cifra più alta (209 miliardi, di cui 2/3 a debito, daremo cioè restituirli); se fallisce lItalia, o anche solo le cose non andranno come devono, è la prova provata che lEuropa non può fare debito comune. Il governo Meloni ha una enorme doppia responsabilità.

A inizio maggio il ministro Fitto presenterà la relazione semestrale al Parlamento italiano e per quella data avrà pronto il nuovo Pnrr: quali progetti saranno cassati, quali andranno avanti, quali quelli che entreranno. La scorsa  settimana Raffaele Fitto aveva ha invitato i colleghi a effettuare in tempi rapidi un'analisi netta e chiara di tutte le criticità relative ai progetti di competenza di ciascun Ministero elaborando delle proposte concrete. Nel fare questo si è intrattenuto per quasi due ore solo con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Ciascuna modifica, come è noto, deve ovviamente essere trattata con la Commissione che deve dare il via libera finale. E qui lottimismo negli ambienti di governo si fa assai più tenue. Fonti di maggioranza nei giorni scorsi anticipavano quello che succederà"Le risorse saranno tutte centralizzate e redistribuite sui grandi progetti infrastrutturali gestiti da grandi aziende. Dispiace dirlo ma è lunico modo per avere la certezza di salvare il Pnrr". Parliamo quindi di strade, ferrovie, ponti, infrastrutture digitali, messa in sicurezza. Dovrebbero, potrebbero sparire del tutto o quasi la maggior parte dei piani urbani integrati, cioè quei due miliardi che hanno a disposizione i comuni per fare asili, palestre, scuole, migliorare la viabilità, fare piste ciclabili. Sono tutte opere che il governo giudica non realizzabile entro la data capestro del Pnrr: entro dicembre 2026 devono almeno essere stati fissati i collaudi delle nuove strutture. Vedremo. Tutta questa parte sarà chiarita tra aprile e maggio. Di sicuro non si toccano i progetti che riguardano la sicurezza energetica, le infrastrutture legate  ai trasporti e al digitali.

Nuovi progetti. Ma quali?

LEuropa dovrebbe accettare la flessibilità richiesta dallItalia, ovverosia di far trasmigrare alcuni progetti su altri Fondi europei (di coesione e il Repower Ue che finanzia la transizione e lindipendenza energetica). Si tratta di capire quali altri progetti mettere nel Pnrr la cui realizzazione è blindata per la date previste. Se i comuni del sud montano le barricate - giù le mani dai nostri soldi - quelli del nord sono pronti ad investire in progetti già pronti, esecutivi, e che sono stati tagliati fuori dal Pnrr. Ci manca solo la guerra tra nord e sud. Tra i progetti più in crisi - la cui realizzazione entro il 2026 è definita dal governo "impossibile" - ci sono asili nido e le Case di comunità (presidi sanitari territoriali): in entrambi i casi i comuni non vogliono realizzarli perchè poi non potrebbero assumere il personale necessario (il Pnrr non può essere usato per pagare stipendi).

Idee un po' più chiare il governo sembra averle sul Repower (anche qui la scadenza è maggio). Si tratta di 20-40 miliardi che si aggiungono al Recovery. Ci sono piani di infrastrutture per le aziende dellenergia a controllo pubblico, cioè Terna (potenziamento rete di trasmissione dal sud al nord), Enel (nuovo rigassificatore a porto Empedocle e una nuova fabbrica di pannelli fotovoltaici) , Eni e Snam.

Potenziare la Pa

La Corte dei conti ha parlato di "difficoltà nel garantire la continuità operativa delle strutture" a causa della precarietà del personale, mentre "necessiterebbero un quadro di risorse certo per tutto l'orizzonte temporale del Piano"LOsservatorio Pnrr di The European House - Ambrosetti stima che solo il 6% dei finanziamenti è stato speso e solamente l'1% dei progetti è stato completato. Il documento annota anche come il 65% dei progetti passa dai Comuni ed il 60% di questi sono paesi con meno di 5.000 abitanti, con notevoli difficoltà dunque nella gestione dei fondi.

Per mettere al sicuro il Pnrr si lavora anche a potenziare la P.a. La struttura burocratica della pubblica amministrazione - ha detto il ministro delleconomia Giancarlo Giorgetti "probabilmente non era e non è all'altezza di sostenere questo tipo di choc di domanda". Il ministro ha annunciato misure per "migliorare l'organizzazione della struttura della Pubblica amministrazione per il Pnrr". Si sta lavorando a un provvedimento, che potrebbe approdare in Consiglio dei ministri giovedì, per rafforzare la capacità amministrativa di enti centrali e locali. Una misura strutturale, non legata nello specifico al Pnrr e quindi con limiti temporali anche pr quello che riguarda lassunzione dei tecnici. Parlaim odi ingeneri, geometri, figure qualificate che finora, specie al sud, hanno spesso rifiutato quei posti perchè a tempo determinato.

Sempre Giorgetti ha voluto fare il punto della situazione sul Pnrr: l'Italia ha conseguito tutti gli obiettivi previsti per il 2021-2022, 151 sui 527 in programma fino al 2026. Nel 2023 dovrà centrarne altri 96, di cui 27 nel primo semestre e altri 69 nel secondo. Se nel primo biennio si è trattato soprattutto di redigere riforme strutturali ora prende il via la fase della realizzazione delle opere infrastrutturali e dei programmi di transizione energetica che diano sostanza sui territori al piano varato dalla Ue. Finora sono stati erogati dall'Ue 66,9 miliardi di euro in favore dell'Italia, poco meno di un terzo del totale dei 191,5 previsti.

Il decreto Pnrr

Un altro passaggio essenziale per il Pnrr è lapprovazione entro il 25 aprile del decreto che approva una nuova governance (pensate quando tempo perduto nel passaggio delle consegne e per far capire ai nuovi come muoversi) e nuove semplificazioni. Fitto confida molto in questo testo. Lì ci sono le risposte e le soluzioni a molte criticità sollevate ad esempio dalla Corte dei Conti

Il voto in aula al Senato dovrebbe arrivare dopo Pasqua, e poi quello alla Camera necessariamente entro la scadenza del 25 aprile. Già si parla, comunque,  di un nuovo decreto per incrementare le strutture dei ministeri. In pratica non si finisce mai di correggere, potenziare, rivedere. Non sono le premesse per un buon lavoro in tempi certi. Lunica cosa certa è che servono subito 70 persone esperte - e non selezionate con lo spoil system - che si mettano pancia a terra a lavorare al Piano. Quelle che cerano, e che erano state formate, sono state mandate via a metà febbraio.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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