Tensione alle stelle dopo la strage del Golan. La Turchia minaccia Israele: "Possiamo invaderlo". La risposta: "Farà la fine di Saddam"
Il presidente Erdogan lancia una minaccia pesante come mai aveva fatto prima. Il minsitro degli esteri di Tel Aviv posta un'immagine del turco affiancato all'ex dittatore iracheno. In corso colloqui tra le intelligence a Roma

Aria pesante in Medioriente dopo che un razzo ha colpito un campo di calcio nel Golan uccidendo 12 bambini. Accuse e contraccuse tra Israele ed Hezbollah che rischiano di portare a un'escalation nell'area. E a vanificare gli sforzi per la pace in Palestina, in corso a Roma tra emissari dell'intelligence di Israele, Usa, Qatar ed Egitto che ora sono chiamati a trovare la quadra per evitare anche quest'ultima possibile deriva. Ma alla tensione si aggiunge la Turchia che minaccia di invadere Israele.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha parlato esplicitamente della possibilità di invadere Israele in risposta all'operazione militare in corso a Gaza. "Dobbiamo essere forti affinché Israele non possa fare questo ai palestinesi. Come abbiamo fatto in Karabakh, in Libia, possiamo fare lo stesso con loro", ha affermato Erdogan in un intervento trasmesso in televisione. In passato, il presidente turco ha usato più volte parole durissime nei confronti dello Stato ebraico e del premier Benjamin Netanyahu. Mai, però, si era spinto fino ad una minaccia tanto esplicita.
Il ministro israliano: "Erdogan come Saddam"
A stretto giro, è arrivata la risposta di Israel Katz, ministero degli Esteri israeliano. "Erodgan segue l'esempio di Saddan Hussein e minaccia di attaccare Israele. Dovrebbe solo ricordare com'è andata in quel caso e com'è finita", recita il tweet del ministro che ha fatto riferimento al dittatore iracheno, condannato a morte.
ארדואן הולך בדרכו של סדאם חוסיין ומאיים לתקוף את ישראל. רק שיזכור מה קרה שם ואיך זה הסתיים.@RTErdogan pic.twitter.com/6GykLtLoh4
— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) July 28, 2024
Le parole di Erdogan rischiano di alzare ulteriormente la tensione in un momento cruciale, segnato dall'attacco contro la cittadina israeliana di Majdal Shams, sulle Alture del Golan che secondo l'intelligence israeliana e quella americana è stato sferrato da Hezbollah.
Dopo quattro ore di riunione, il gabinetto di sicurezza israeliano ha conferito al primo ministro Netanyahu e al ministro della Difesa Yoav Gallant l'autorità di decidere sulla portata e sui tempi della risposta di Israele: secondo le indiscrezioni, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir si sarebbero astenuti dal voto mentre nei prossimi giorni sarà convocata una nuova riunione per parlare delle prossime mosse nella Striscia di Gaza.
Gallant: "Hezbollah ha superato le linee rosse"
"Sono venuto presso il Comando Settentrionale per esaminare i piani di risposta, che riguardano Hezbollah, il rappresentante dell'Iran nella regione. Hezbollah non la farà franca, nemmeno con le sue ridicole smentite. Hanno sparato loro, ne subiranno le conseguenze e pagheranno un prezzo elevato per le loro azioni", ha detto Gallant durante la riunione di valutazione operativa presso il Comando Settentrionale. Nella serata del 28 luglio, secondo media libanesi, aerei israeliani hanno compiuto raid nelle aree delle città di Houla e Markaba, nel sud del paese. Il Times of Israel ha riferito che l'attacco non sembra la risposta di Israele all'attacco di Hezbollah.
Il messaggio a Israele dell'Iran
Nelle stesse ore, l'Iran ha messo in guardia Israele dal lanciarsi in "un nuovo avventurismo" in Libano, dopo il rischio di un'escalation provocato dall'attacco di Hezbollah. "Qualsiasi azione ignorante del regime sionista può portare all'ampliamento del livello di instabilità, insicurezza e della guerra nella regione", ha dichiarato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani, aggiungendo che Israele sarà responsabile "delle conseguenze e delle reazioni impreviste a tale stupido comportamento".