Von der Leyen presenta piano per riarmare l'Europa: "Dobbiamo difenderci". Trump sospende gli aiuti militari. Kiev sotto shock
La pausa durerà fino a quando il presidente non avrà determinato la buona fede dell'impegno di Zelensky verso la pace. La presidente della Commissione Ue: "Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza è minacciata'"
"Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell'Europa è minacciata in modo serio, la questione ora è se saremo in grado di reagire con la rapidità necessaria". Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen a pochi giorni dal vertice straordinario sulla difesa presentando il piano ReArm Europe in 5 punti.
Punto 1: clausola salvaguardia
"La prima parte di questo piano di riarmo dell’Europa - spiega in dichiarazioni alla stampa a Bruxelles, senza che siano consentite domande - è quella di consentire l’uso dei finanziamenti pubblici e della difesa a livello nazionale". Gli Stati membri, continua von der Leyen, "sono pronti a investire di più nella propria sicurezza se dispongono di spazio fiscale. Dobbiamo quindi consentire loro di farlo. Ed è per questo motivo che proporremo di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del patto di stabilità e crescita". Questo, prosegue, "consentirà agli Stati membri di aumentare significativamente le spese per la difesa senza innescare la procedura per i disavanzi eccessivi".
Punto 2: Nuovo trumento Ue, 150 miliardi di prestiti
Il secondo punto del piano "sarà un nuovo strumento. Fornirà 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa". "Si tratta fondamentalmente - continua von der Leyen- di spendere meglio e di spendere insieme. E stiamo parlando di ambiti di capacità paneuropei come, ad esempio, la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria, i missili e le munizioni, i droni e i sistemi antidrone, ma anche di rispondere ad altre esigenze, dalla mobilità informatica a quella militare, ad esempio. Ciò aiuterà gli Stati membri a mettere insieme la domanda e ad acquistare congiuntamente". E naturalmente, aggiunge, "con queste attrezzature, gli Stati membri possono aumentare in modo massiccio il loro sostegno all’Ucraina".
Punto 3: “Con Rearm Europe fondi per 800 miliardi'”
Oltre alla clausula nazionale di salvaguardia del patto di stabilità e ad un nuovo strumento da 150 miliardi, "il terzo punto è utilizzare il potere del bilancio dell’Ue e c’è molto che possiamo fare in questo ambito nel breve termine per indirizzare più fondi verso investimenti legati alla difesa", afferma von der Leyen. È per questo motivo, prosegue la presidente, "che posso annunciare che proporremo ulteriori possibilità e incentivi affinché gli Stati membri decidano se utilizzare i programmi della politica di coesione per aumentare la spesa per la difesa. "L’Europa è pronta ad assumersi le proprie responsabilità. L’Europa potrebbe mobilitare quasi 800 miliardi di euro di spese per la difesa per un’Europa sicura e resiliente. Naturalmente continueremo a lavorare a stretto contatto con i nostri partner nella Nato", ha ribadito
Punti 4 e 5: “Mobilitare capitale privato”
Gli ultimi due ambiti di azione mirano a mobilitare il capitale privato accelerando l’Unione del risparmio e degli investimenti e attraverso la Banca europea per gli investimenti". "L’aumento degli investimenti pubblici è indispensabile. Ma non sarà sufficiente da solo. Dobbiamo garantire che le nostre imprese e le nostre industrie abbiano il miglior accesso possibile al capitale e ai finanziamenti, per portare le loro soluzioni a livello industriale e garantire un’ottimale copertura finanziaria lungo l’intera catena produttiva, dalla ricerca e sviluppo alla consegna", ha dichiarato ancora la presidente della Commissione Ue. Per assicurarsi che i miliardi di risparmi degli europei vengano investiti nei mercati all’interno dell’Ue è "fondamentale completare l’Unione dei mercati dei capitali", ha rimarcato. Questa misura da sola "potrebbe attrarre centinaia di miliardi di investimenti aggiuntivi ogni anno nell’economia europea, rafforzandone la competitività”
Usa sopendono aiuti militari all'Ucraina
La pausa durerà fino a quando il presidente Donald Trump non avrà determinato la buona fede dell'impegno di Voldymyr Zelensky verso la pace. Il presidente americano ha ordinato al capo del Pentagono, Pete Hegseth, di eseguire la sua disposizione. Lo stop temporaneo segue lo scontro fra Trump e Volodymyr Zelensky. Secondo l'agenzia Bloomberg, la pausa riguarderà tutti gli aiuti militari che non sono al momento in Ucraina, incluse le armi in transito e quelle nelle aree di transito in Polonia citando un funzionario del ministero della difesa.
Kiev sotto shock: "Peggio di Monaco '38"
Oleksandr Merezhko, presidente della commissione per gli affari esteri dell'Ucraina, afferma che la decisione dell'amministrazione Trump assomiglia all'accordo di Monaco del 1938 quando Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia raggiunsero un accordo che consentì alla Germania nazista l'annessione del Sudeti, l'allora Cecoslovacchia occidentale. "Fermare gli aiuti significa aiutare Putin. Questo è peggio di Monaco, perché almeno lì non hanno cercato di dipingere la Cecoslovacchia come l'aggressore", ha affermato secondo i media stranieri. "Stiamo discutendo con i partner europei" la possibilità di sostituire gli aiuti militari americani: lo scrive su Telegram Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "E tuttavia non ignoriamo la possibilità di negoziati con i nostri partner americani", aggiunge.
Zelensky: "La fine della guerra è ancora molto lontana"
Donald Trump non chiude del tutto la porta a Zelensky ma lo avverte che il tempo stringe e la pazienza della sua amministrazione non è illimitata, quindi o accetta le condizioni imposte da Washington per la pace in Ucraina oppure lui e il suo Paese saranno abbandonati dagli Stati Uniti in tutti modi possibili. "Questa è la peggiore affermazione che avrebbe potuto fare e l'America non lo tollererà ancora a lungo", ha tuonato il presidente americano su Truth commentando le dichiarazioni di Zelensky in Gran Bretagna secondo cui "la fine della guerra è ancora molto, molto lontana". C'è "molta strada da fare", aveva dichiarato l'ucraino prima di lasciare Londra ribadendo che un accordo dovrà essere "onesto", "equo" e "stabile", con "garanzie di sicurezza molto specifiche".
Vance: "Porta aperta quando Zelensky vorrà parlare seriamente di pace"
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sarà pronto a nuovi colloqui con Volodymyr Zelensky quando il presidente dell'Ucraina mostrerà il suo vero impegno a risolvere il conflitto con la Russia. Lo ha detto il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in un'intervista con Fox News. "Certo, la porta è aperta quando Zelensky sarà disposto a parlare seriamente di pace", ha sottolineato il vicepresidente degli Stati Uniti. JD Vance si è detto fiducioso che il leader ucraino Zelensky accetterà alla fine i colloqui di pace con la Russia dopo il fallito incontro con Donald Trump di venerdì. Vance ha affermato che il presidente ucraino ha "mostrato un chiaro rifiuto di impegnarsi nel processo di pace" auspicato dal presidente americano. "Penso che Zelensky non fosse ancora pronto - ha detto - e penso, francamente, che non lo sia ancora, ma penso che prima o poi ci arriveremo. Dobbiamo farlo".