Dazi: Cina con Ue contro Trump "bullo". E la fretta del presidente sulla Russia e l'Iran, che non cedono
Sono ore convulse per l'amministrazione Usa, divisa al suo interno, attaccata per le scelte economiche e finaziarie, e con i rivali esteri che resistono

Dazi, controdazi, rialzi dei dazi, anzi no, dietrofront. Nel mezzo, i primi sospetti di insider trading, cioè che il presidente Usa Donald Trump abbia provocato lo sconquasso nei listini di mezzo mondo ma fatto volare per qualche ora Wall Stree per specularci su, arricchirsi a titolo personale e agevolare i suoi amici. E la risposta di quelli che un tempo erano ex alleati ora più vicini al "nemico" degli ultimi anni. Il leader cinese Xi Jinping, nell'incontrare il premier spagnolo Pedro Sanchez, ha mandato un chiaro segnale che si puà estendere a tutta l'Ue: "Resistiamo insieme alle prepotenze globali e al bullismo". E quel bullo è Donald Trump, che scivola nei sondaggi e ha una fretta tremenda di avere segnali positivi dal fronte russo e d quello iraniano.
I numeri pazzi del presidente
Il 51% degli americani interpellati in un rilevamento The Economist/YouGov disapprova l'operato del presidente Trump, mentre il 43% lo approva. Lo stesso sondaggio due settimane fa aveva visto l'opinione pubblica divisa: 48% favorevoli e 49% sfavorevoli. Il 52% dei cittadini disapprova la guerra dei dazi da lui innescata. A rendere più difficile la posizione di Trump sono anche le divisioni interne con ex alleati, i nervosismi reciproci con Elon Musk, con i repubblicani e l'uscita allo scoperto di Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock, uno dei fondi d'investimento più importanti e potenti del mondo che ha detto: "Gli Usa sono molto vicini se non già tecnicamente in recessione. In 49 anni di finanza, per la mia esperienza, con i dazi siamo andati oltre qualsiasi cosa avrei potuto immaginare". Pechino non cede di un millimetro e mentre si avvicina all'Ue, fa salire contro i prodotti Usa dall'84% al 125%. E filtra l'indiscrezione secondo cui entro il 2030 la Cina è intenzionata a portare a zero i dazi sui prodotti di tutti i Paesi "non ostili". Un altro messaggio all'amministrazione Trump.
L'Ue, la Russia, l'Iran
Anche l'Unione europea risponde ai dazi statunitensi, ma lo fa in modo più cauto e incline alla trattativa. Minacciando però ritorsioni se non si troverà un punto di ricaduta dell'attuale muro contro muro. La presidente Ursula Von Der Leyen ha detto che l'Europa sta pensando ad una nuova "Web Tax che colpirebbe le Big Tech della Silicon Valley". Il cuore tecnologico, produttivo e speculativo degli Usa. Tornando a Trump, il presidente Usa ha fretta di chiudere un accordo con la Russia di Putin che nel frattempo ha proseguito le operazioni di guerra in Ucraina. Per la terza volta in due mesi l'inviato americano Steve Witkoff è arrivato in Russia per incontrare il presidente Vladimir Putin nel tentativo di spingere per un cessate il fuoco in Ucraina. Di fronte alle resistenze di Mosca, Donald Trump ha manifestato la sua impazienza, affermando che "la Russia si deve muovere", mentre il portale Axios, citando alcune fonti, ha scritto che il rappresentante del presidente Usa ha consegnato al capo del Cremlino un ultimatum: se non accetterà di porre fine ai combattimenti entro la fine di aprile, non solo non potrà sperare nella revoca delle sanzioni, ma dovrà subirne altre ancora più pesanti. Gli Stati Uniti e l'Ucraina hanno intanto riaperto le trattative per l'accordo sui minerali. E filtra l'idea americana di proporre la cessione di quattro regioni ucraine a Mosca per poi chiudere effettivamente con la cessione della sola Crimea. Poi c'è il dossier iraniano, altrettanto delicato. Gli Stati Uniti sono pronti a un compromesso con l'Iran. Lo ha detto Steve Witkoff, l'inviato speciale di Donald Trump, in vista delle trattative che si aprono oggi. La posizione di partenza degli Usa è lo "smantellamento del programma sul nucleare" iraniano ma questo "non significa che non troveremo modi per raggiungere un compromesso", ha spiegato Witkoff precisando che la "linea rossa" sta nel prevenire che Teheran usi come arma le sue capacità nucleari. La tappa successiva del viaggio dell'inviato, dopo Russia e Iran sarà l'Oman.