Trump, rese dei conti, minacce e volgarità: "Via Waltz, arriva Rubio. I big di Internet ora mi baciano il c..."
In una nuova serie di dichiarazioni, il presidente Usa decapita il consigliere per la Sicurezza Nazionale dopo il "chatgate", e fa causa miliardaria a i giornalisti
Trasccorsi i primi 100 giorni della seconda presidenza Trump, cominciano le rese dei conti. E sono interne allo staff di The Donald che appena poche ore fa ha ribadito che negli Usa è appena cominciata una "nuova età dell'oro". Con li economisti preoccupati per gli effetti recessivi dei super dazi proclamati da Trump, Israele in guerra con Gaza e assediato da incendi record e nessuna pace in Ucraina, il presidente è tornato a parlare con i suoi modi aggressivi e ha annunciato un cambio pesante nel suo staff. Primo atto: il consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz e il suo vice Alex Wong vengono rimossi dagli incarichi avuti finora.
Avanti con Rubio
Sul suo social chiamato Thruth ("Verità") Donald Trump ha scritto: "Sono lieto di annunciare che nominerò Mike Waltz ambasciatore Usa alle Nazioni Unite. Da quando indossava la divisa sul campo di battaglia, al Congresso e come mio consigliere per la Sicurezza Nazionale, Mike Waltz ha lavorato duramente per mettere al primo posto gli interessi della nostra nazione. So che farà lo stesso nel suo nuovo ruolo. Waltz paga lo scandalo del cosiddetto Chatgate, quando condivise informazioni riservsate via Signal sui bombardamenti Usa in Yemen contro gli youthi, includendo nella chata anche Jeffrey Goldberg, giornalista e direttore di The Atlantic che si è vista servire su un piatto d'argento l'inchiesta che ha svelato il pressappochismo del team di Trump nel divulgare notizie ad alta riservatezza e, come tali, "classificate". Waltz paga anche le sue posizioni da ultra falco sui temi di guerra, che hanno spaccato il movimento Maga (Make America Great Again) e creato molte tensioni all'interno dello staff di Trump. Al posto di Mike Waltz sarà Consigliere per la Sicurezza azionale Marco Rubio. Quest'ultimo si è subito preso il ruolo con una dichiarazione: "Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati è necessaria molto presto. E ha poi aggiunto che le posizioni di Russia e Ucraina "si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l'una dall'altra. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che "l'Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014". Nel mentre è stato perfezionato l'accordo con Zelensky per le forniture di terre rare agli Usa. E questo riavvicina almeno temporaneamente Kiev a Washington.
Gli insulti ai big di Internet e la causa miliardaria ai giornalisti
Donald Trump è poi tornato ad usare parole aggressive e volgari parlando dei padroni di Internet, i capi delle big tech che influenzano in vario modo lo scenario mondiale (Bezos, Zuckerberg, Pichai ecc..), molti dei quali stanno negli Usa ed erano presenti attorno al presidente nel giorno del suo insediamento. Rivolgendosi agli studenti dell'Università dell'Alabama, Trump ha detto: "I grandi di Internet mi stanno baciando il culo. Elon Musk è fantastico ma gli altri mi odiavano, e ora mi baciano il c...è impressionante. Ora va molto meglio, davvero". Poi un richiamo a valori ultra conservatori e intransigenti: "Dovete rompere le regole del sistema se volete aver successo. Agli uomini non dovrebbe essere permesso competere negli sport femminili. Noi crediamo nella libertà e nella famiglia. In Dio e nella patria. Celebriamo la nostra Costituzione, veneriamo la nostra Bibbia e rendiamo omaggio alla nostra bandiera". Come risultato, Trump ha fatto causa alla rete televisiva Cbs, che produce lo show 60 Minutes, il più visto della tv americana, e chiede 20 miliardi di dollari di danni per non aver riportato correttamente le dichiarazioni della sua rivale politica, Kamala Harris. I giornalisti hanno risposto di avere il diritto di scegliere quanto spazio dare a dichiarazioni e risposte anche per restare entro la durata dello show. Ma il presidente non si ferma, e i legali della rete tv stanno negoziano i termini economici delle richieste di Trump. Che dopo aver colpito con cause milionarie l'Abc e il Washington Post, ora punta il dito contro il New York Times, il quotidiano più influente del mondo e suo severo critico. Nel mentre ad avere problemi è anche Elon Musk, che potrebbe presto lasciare il Doge, il dipartimento di efficientamento dello Stato, dato che da quando è in carica le azioni e i profitti della sua Tesla sono crollati e gli altri azionisti minacciano di mettere qualcun'altro al posto suo.