Razzi dal Libano su Israele, l’Idf risponde agli attacchi colpendo Hezbollah nel sud del Paese
L’Onu teme una nuova escalation. Salam: “Il Paese rischia una guerra disastrosa”

La tensione torna ad accendersi al confine tra Israele e Libano. Nella mattinata di oggi, l'Aeronautica israeliana ha intercettato tre razzi lanciati dal territorio libanese verso il nord di Israele. In risposta, l'esercito israeliano (Idf) ha annunciato un'immediata operazione militare, colpendo obiettivi riconducibili a Hezbollah nel sud del Libano. “Risponderemo severamente all’attacco”, è quanto dichiarato dalle forze armate israeliane, che hanno attivato anche unità di terra per operazioni di rastrellamento nella zona di Hamames, secondo quanto riferito dall’agenzia Ani.
A livello politico, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno dato istruzioni chiare: colpire con forza decine di obiettivi considerati terroristi. “Israele non permetterà alcun danno ai suoi cittadini e alla sua sovranità”, si legge in un comunicato ufficiale dell’ufficio di Netanyahu. Il governo ha anche attribuito al Libano la piena responsabilità per quanto accade sul suo territorio, ribadendo che “agirà in ogni modo per garantire la sicurezza degli israeliani e delle località del nord”.
Hezbollah intanto si affretta a negare qualsiasi responsabilità. Il lancio che ha provocato la reazione israeliana non sarebbe stato sferrato da loro. In una dichiarazione, Hezbollah "ha negato qualsiasi coinvolgimento nel lancio di razzi dal Libano meridionale" e ritiene che "le accuse del nemico israeliano facciano parte dei pretesti per continuare i suoi attacchi contro il Libano, che non si sono fermati dall'annuncio del cessate il fuoco", entrato in vigore il 27 novembre scorso.
L’Onu lancia l’allarme: “Situazione estremamente fragile”
La missione di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) ha espresso forte preoccupazione per la piega presa dagli eventi. In un messaggio pubblicato su X (ex Twitter), si legge che attorno alle 7:30 sono stati rilevati quattro proiettili lanciati dal Libano verso Israele nei pressi di Metula, evento che ha provocato la pronta risposta da parte dell’esercito israeliano. Secondo la missione ONU, “la situazione resta estremamente fragile”. Unifil ha esortato entrambe le parti a rispettare i rispettivi impegni, precisando che le forze di pace rimangono operative in tutte le loro postazioni.
Il premier libanese Salam: “Il Libano rischia una nuova guerra”
Il primo ministro libanese Nawaf Salam ha commentato con preoccupazione l’evolversi degli eventi, dichiarando che il Paese rischia di essere trascinato in una “nuova guerra” con Israele, un conflitto che avrebbe “conseguenze disastrose”. Dall’ufficio stampa del premier è stato ribadito l’impegno a evitare un’escalation militare e si sottolinea come “solo lo Stato debba avere il potere di decidere sulla guerra e sulla pace”. Salam ha inoltre contattato il ministro della Difesa per monitorare direttamente la situazione e rafforzare il controllo istituzionale sulle decisioni militari.
Il contesto resta esplosivo lungo la linea di confine
L’area al confine tra Israele e Libano si conferma come uno dei punti più sensibili del Medio Oriente. Il lancio di razzi, le operazioni militari e le dichiarazioni incrociate aumentano il rischio di una nuova escalation, in un contesto già segnato da profonde tensioni regionali. La comunità internazionale segue con attenzione l’evolversi della situazione, mentre le autorità militari e diplomatiche sono al lavoro per evitare un nuovo conflitto aperto.