Il drone uccide, ma a Tel Aviv la vita continua tra normalità e schizofrenia
"Ero seduta a casa mia alle 3 di notte a guardare una serie tv quando ho sentito un’esplosione molto forte" racconta una ragazza
A Tel Aviv la vita continua normalmente, in una bolla di schizofrenica normalità. Sul lungomare c’è chi va a fare il bagno, chi in infradito si ferma per fare qualche foto all’edificio colpito all’alba di ieri da un drone yemenita. "Ero seduta a casa mia alle 3 di notte a guardare una serie tv quando ho sentito un’esplosione molto forte. Non era il solito rumore che fa il sistema di intercettazione missilistico quando distrugge un drone. Era più forte. - Spiega Rashel, una giovane ragazza che vive qui. - Il rumore non era accompagnato da quello delle sirene, o dell’allarme. Poi mi sono arrivati alcuni messaggi di amici che mi chiedevano se fosse tutto a posto, perché io abito a 15 minuti a piedi da qui, erano preoccupati che fossi morta. Solo allora ho capito che si trattava di qualcosa di molto grave”.
"A Mona è stata tranciata la mano dai pezzi del drone"
Ieri mattina l'Iron dome, il sistema di intercettazione missilistico di Israele, non ha funzionato. Le forze di difesa israeliane parlano di un “errore umano”, un errore costato la vita ad un uomo e ferito dieci persone. Il portavoce militare degli Houthi Yahya Sare’e ha dichiarato che a venire utilizzata è stata una inedita tecnologia che risulta invisibile ai radar. In seguito all’attacco, il gruppo yemenita ha dichiarato «zona non sicura» la stessa «area occupata di Giaffa», che sarebbe l’attuale Tel Aviv, annunciando una «operazione speciale» contro la capitale israeliana. “Conoscevo l’uomo che è morto, gli davamo spesso da mangiare, viveva nel tetto della casa di fronte all’edificio più colpito”, spiega Ruth, una donna che vive a qualche minuto dal luogo dell’esplosione. “È morto sul tetto dell’abitazione a causa di alcune schegge del drone che gli sono arrivate addosso. Qui vive anche la mia amica Mona, a lei è stata tranciata la mano dai pezzi del drone”, conclude.
La prima volta che un drone colpisce una zona così sensibile
Il drone è caduto a terra, a pochi metri dall’ambasciata statunitense, l’esplosione ha causato la rottura dei vetri degli edifici circostanti e di alcune macchine. “Siamo abituati a questo - dice Michael, un passante indicando quel che rimane dell’edificio più colpito - anche se è la prima volta che un drone colpisce una zona così sensibile di Tel Aviv, adesso le nostre forze di difesa hanno una sfida: capire perché non siano stati in grado di intercettarlo”.