La storia di Karem Rohana, italo palestinese bloccato a Gerusalemme
Ho provato ad informarmi con la Farnesina, ma rivela: "Non ha mai risposto nessuno alle decine di chiamate che gli ho fatto"
“Sono rimasto qui perché la mattina di sabato mi avevano detto che il volo era stato cancellato, poi che sarebbe stato rimandato, ma non so se è davvero mai partito perché l'aeroporto di Ben Gurion è rimasto chiuso praticamente tutto il giorno, sono partiti pochissimi voli”, racconta a Tiscali Karem Rohana, logopedista Italo-Palestinese che lavora in un ospedale di Firenze. Era in vacanza in Palestina quando sabato mattina sono stati lanciati i primi razzi da Gaza verso Israele. “Arrivare a Tel Aviv non era praticabile, non potevo riprogrammare il volo perché erano tutti pieni e parecchio costosi. Ho provato ad informarmi con la Farnesina, sotto la pressione di mamma che era molto preoccupata.
La Farnesina non risponde
La Farnesina non ha mai risposto alle decine di chiamate che gli ho fatto. Hanno risposto solo una volta, mi hanno chiesto il nome e poi hanno riattaccato. Ho deciso di cogliere l’occasione per restare qui a documentare ciò che sta accadendo, perché alla fine anche questa è casa mia. Nonostante in Italia abbia il mio lavoro, il mio gatto, la mia vita, anche la Palestina è parte della mia vita ed è importante che io sia qui”. Karem Rohana dice di sentire continuamente le sirene anti missile e gli aerei da caccia passare sopra la sua testa “il cielo è come un’autostrada in questo momento”. Mentre racconta la sua esperienza ne sentiamo altri in volo.
Gerusalemme
“La situazione a Gerusalemme è spettrale - continua Karem - i negozi sono chiusi, ci sono soldati armati in ogni angolo della città. La notte abbiamo il coprifuoco, chiude tutto molto presto, consigliano di stare in casa il più possibile, di non uscire, di non fare spostamenti, di non andare assolutamente a sud verso Gaza, di stare sempre vicino ai bunker”. Nonostante ciò Karem, adesso, si sente al sicuro: “sono nella città vecchia di Gerusalemme. Qui, a parte in dei punti un pò più critici, si può girare abbastanza tranquillamente. La sera diventa più pericoloso stare fuori dal quartiere cristiano. All’esterno della città vecchia, invece, ho avuto tanta paura.
Le ronde di coloni
Ci sono video di coloni che girano per la città a fare le ronde e che cercano gli arabi da picchiare, hanno iniziato ad utilizzare le pistole contro le macchine. Quando sono arrivato a Gerusalemme e sono sceso dall’autobus, mi sono sentito in grave pericolo. Ho preso un taxi. Il tassista non voleva darmi un passaggio, fino a che non ho detto di essere italiano. Mi ha portato alla città vecchia e da lì non mi sono più spostato. Qui mi sento al sicuro, ho amici, conoscenti, è come se fossi a casa anche in questo momento molto difficile”.
La situazione a Gaza
Dopo l’attacco di Hamas e la risposta di Israele sulla striscia di Gaza la situazione è diventata molto tesa anche in Cisgiordania, dove fino ad adesso ci sono stati diciotto morti. Le famiglie, inoltre, hanno cominciato a fare rifornimento di acqua e cibo per paura che nei prossimi giorni sarà difficile reperire i beni di prima necessità anche li, non solo a Gaza dove è già in corso un assedio totale. Nel frattempo il Consolato si è messo in moto per far rimpatriare alcuni turisti italiani rimasti bloccati in Israele e nei territori della Palestina occupata. Tanti altri connazionali, invece, restano ancora nella speranza di essere rimpatriati al più presto.