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Stati Uniti d’Europa: c’è la lista e c’è il simbolo con l’adesione di cinque partiti

Ieri una nuova riunione “molto positiva”. Come capolista nell’Italia centrale Giandomenico Caiazza, l’ex presidente delle Camere Penali. La definizione delle candidature rinviata a dopo Pasqua. Più il progetto della lista di scopo va avanti e più aumentano i tentativi di boicottarla

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
Il simbolo
Il simbolo

Le idee c’erano già. In politica si chiama programma: Stati Uniti d’Europa vorrà dire ad esempio basta con il potere di veto con cui ogni singolo paese può fermare ogni decisione; vuol dire una Difesa e quindi anche un esercito comune e la politica estera perché i confini d’Europa saranno i confini di casa. Stati Uniti d’Europa vorrà dire giustizia, nel senso di garantismo, per cui avrà vita difficile un’inchiesta scandalo come quella che ha tenuto in carcere per mesi la vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaiili, nonostante una figlia di due anni e presunte prove col passare delle settimane sempre meno convincenti. Vuol dire essere riformisti e progressisti.

La grafica

Da ieri c’è anche il simbolo: un quadrato azzurro che comprende un tondo con una citazione di giallo e quattro stelle, il nome Stati Uniti d’Europa con un font pulito, stampatello cangiante dal verde al blu e un po’ di amaranto. Nella parte bassa, in un ovale bianco i cinque simboli dei partiti che hanno firmato l’intesa: Europa di Emma Bonino; Italia viva di Matteo Renzi, il Partito socialista con i segretario Enzo Maraio, i Libdem di Andrea Marcucci e Volt, il partito paneuropeo. I tondi grafici sono tutti occupati. Non c’è Azione: Calenda continua a ripetere che non lo avranno mai, soprattutto mai con Renzi (che lo ha accolto nel 2022 per le politiche quando il leader di Azione ruppe il patto con +Europa e Pd). A forza di dirlo lo hanno preso sul serio e ora far cambiare idea potrebbe essere molto difficile. “Noi non accettiamo veti e non mettiamo veti, cerchiamo invece i voti di chi crede nella politica e nell’Europa” ha ripetuto ieri sera Maria Elena Boschi dopo l’ennesima riunione presso la sede di +Europa, piazza della Minerva, a due passi dal Pantheon a Roma. “Questa è una lista di scopo come ha ben spiegato Emma Bonino in un ragionamento perfetto. Sarà la vera novità delle prossime elezioni europee e faremo un grandissimo risultato".

Ago della bilancia

Un risultato che potrebbe essere decisivo per il futuro dell’Europa: se i centristi riformatori italiani degli Stati Uniti d’Europa riusciranno a mandare all’europarlamento una pattuglia di 7-8 persone, sarà benzina preziosa per la famiglia dei liberali-centristi di Renew Europe e di Edp (Partito democratico europeo). L’ago della bilancia per la formazione di una maggioranza in Europa, l’impedimento all’ingresso dei Conservatori di Giorgia Meloni nel governo della nuova Europa.

Stati Uniti d’Europa, dunque. La riunione di ieri sera ha fatto un nuovo importantissimo passo avanti. Prima di tutto la nascita della lista con le regole d’ingaggio, il simbolo e le prime indicazioni sulle candidature.  Per tenere alta la bandiera del garantismo gli Stati Uniti d’Europa ha accettato la sfida un nome di altissima qualità come Giandomenico Caiazza, l’avvocato penalista ex presidente delle camere penali, grande divulgatore e volto mediatico grazie alla sue prese di posizione chiare e nette. Molto gettonato - anche qui la decisione sembra ormai presa - il nome della vicedirettrice del Tgla7 Gaia Tortora che segue in particolar modo il mondo carcerario. Due nomi di qualità, volti nuovi, un bella presentazione per la lista. “Sulle candidature potremo essere più precisi la prossima settimana” spiegava ieri sera chi ha preso parte alla riunione. C’erano Emma Bonino, Riccardo Magi, Raffaella Paita (responsabile dell’organizzazione per Italia viva), Boschi, Giachetti.

Il comunicato ufficiale

Il comunicato diffuso dopo la riunione è avaro di ulteriori informazioni. “Il percorso della lista Stati Uniti d'Europa marcia positivamente. Oggi abbiamo concordato le caratteristiche del simbolo con prevalente spazio alla definizione Stati Uniti d’Europa. Il simbolo contiene anche i singoli loghi delle forze aderenti. La prossima settimana proseguirà il confronto sulle candidature, i capilista e il programma politico per poi procedere alla condivisione del percorso da parte delle singole forze politiche coinvolte”. Il cammino di questa lista è stato ostacolato in mille modi perché disturba manovre e programmi a destra e sinistra, toglie voti un po’ a tutti, di qua e di là rompendo quella narrazione un po’ stucchevole per cui anche per rinnovare il Parlamento europeo vale il criterio del bipolarismo e del voto utile. Una fesseria da smontare in ogni modo, cominciando dal fatto che l’8-9 giugno di vota con i sistema proporzionale e che la maggioranza per il nuovo governo di Bruxelles sarà decisa in base ai risultati. Un percorso boicottato da chi non la vuole ad ogni costo. E in ogni modo.

Trappole e sgambetti

Tra i più decisi oppositori alla nascita della lista c’è Federico Pizzarotti, il primo sindaco 5 Stelle, primo cittadino a Parma e di recente - estromesso dal Movimento perché dette il via libera all’inceneritore - diventato presidente di +Europa. Pizzarotti in mattinata ha parlato di “forzatura”. Secca e chiara la risposta di Magi ieri pomeriggio, una delle tante del resto: “Ovviamente sto portando avanti un percorso avendo un mandato dalla direzione di Più Europa che riversato all'interno della prossima riunione di direzione che prenderà le decisioni in base allo statuto. Non c’è nessuna forzatura. C’è un lavoro che svolgo come segretario. Noi abbiamo lavorato a questo progetto negli ultimi mesi a partire da una proposta di Emma Bonino, anche con una convention organizzata il 24 febbraio, sull’idea che serva una lista di scopo per gli Stati Uniti d’Europa”.

Uno dei modi più utilizzati per boicottare la nascita della lista è stato quello di mettere in giro voci su alleanze e candidature. Pizzarotti ha detto che saranno candidati Totò Cuffaro e Francesca Donato, meglio nota come “ladyonorato”, la moglie dell’imprenditore palermitano Angelo Onorato, senza dubbio entrambi grandi raccoglitori di voti e preferenze. Secca la risposta di Magi: “Per quanto riguarda la partecipazione della Dc di Cuffaro al progetto noi non abbiamo avuto interlocuzione con la Dc. I soggetti sono quelli che abbiamo raccolto al tavolo”. Ancora più secca la smentita dell’ufficio stampa di Italia viva: “A differenza di ciò che scrive il sito Ultimora politcs (sito di cui non sono chiare la proprietà e la direzione, ndr), nelle liste Stati Uniti d’Europa non ci saranno né Totò Cuffaro né Francesca Donato”. E’ importante la smentita di Italia viva perché il maggiore indiziato di aver cercato voti al sud è Matteo Renzi. Il quale ha dato mandato di denunciare per danni il sito. Ormai volano querele e richieste di risarcimento danni. Anche Cateno de Luca, ex sindaco di Messina e ora di Taormina, ha nel mirino Renzi e la lista Stati Uniti d’Europa. Sta mettendo su una lista che “realizza la promessa fatta a suo tempo: il sud chiama e il nord risponde”. Una lista che tiene insieme da Laura Castelli (ex viceministro 5 Stelle) al Capitano Ultimo e pezzi vari della Lega. Una lista di centro, dice de Luca, che - in. Mio un po’ velleitario - pensa di essere competitiva con Stati Uniti d’Europa e non perde occasione per seminare bugie e veleni.

Tempo quasi scaduto

Il più grande “nemico” della lista è Carlo Calenda. Raffaella Paita, la coordinatrice di Italia viva, ha seguito passo passo tutte le riunioni. “Parto da un dato: il Terzo Polo lo ha sfasciato Calenda; sempre Calenda non ha contribuito a costruire la lista Stati Uniti d’Europa. Due prove fanno la sostanza. E oggi, chi sta cercando di farla saltare con motivazioni risibili (anche Calenda ma non solo, ndr), ci chiederà di farne parte tempo un paio di settimane”. Calenda ha un problema: si chiama Matteo Renzi, non riesce ad andare oltre, è prigioniero di se stesso e per questo cade un giorno dopo l’altro in contraddizione. Ad esempio ha attaccato Mastella, sindaco di Benevento, un altro costruttore del progetto Stati Uniti d’Europa. A questa tipologia di attacchi ha provveduto a rispondere Davide Faraone, capogruppo di Iv alla Camera: “Alle anime belle che in queste ore si chiedono che cosa hanno in comune Bonino e Mastella, ricordo da storico iscritto ai Ds e poi al Pd che entrambi erano membri del governo Prodi nel 2006".

Oltre il 10%

La lista Stati Uniti d’Europa va avanti, tra sgambetti e boicottaggi e la forte curiosità degli elettori. Prime stime non ufficiali la danno ben sopra il 10 per cento. Matteo Renzi ha detto a suo tempo ciò che doveva dire. Era il 24 febbraio: “Se il progetto della lista va avanti sono anche disponibile a fare un passo di lato se serve”. Ieri lo ha ripetuto Boschi: “Come ha detto Emma Bonino, chi si candida per l’Europa deve poi andare realmente a lavorare in Europa”.  E Paita, ieri sera, lasciando la riunione: “Italia viva si conferma una forza in campo per costruire e non per demolire, per dare all’Europa una classe dirigente all’altezza delle nuove sfide”.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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