Israele attacca l'ospedale di Kahn Yunis alla ricerca di "ostaggi". L'ong Medici Senza Frontiere denuncia: "Feriti e morti nell'attacco"
"Il nostro personale medico costretto ad abbandonare i pazienti", rende noto l'organizzazione in una nota. Israele a Hezbollah: "Potremmo attaccare Beirut"Hezbollah: "All'escalation rispondiamo con escalation". La lega araba: "Violati i principi internazionali"

In seguito ai bombardamenti di questa mattina, il team di Medici Senza Frontiere in azione all'ospedale Nasser" di Khan Yunis "riporta una situazione caotica, con un numero imprecisato di morti e feriti. Dopo l'attacco, un membro dello staff di Msf risulta ancora irreperibile". Lo rende noto l'ong in una nota. "Il personale medico di Msf è stato costretto ad abbandonare l'ospedale, e soprattutto i pazienti al suo interno. Le forze israeliane hanno istituito un posto di blocco per controllare l'uscita dal complesso ospedaliero; un membro dello staff di Msf è stato trattenuto".
L'ospedale Nasser a Khan Younis è sotto attacco
"Nonostante le forze israeliane avessero detto al personale medico e ai pazienti che potevano rimanere nella struttura. A migliaia di sfollati che avevano ritrovato rifugio nell'ospedale è stato ordinato di abbandonarlo lo scorso 13 febbraio", prosegue Medici senza Frontiere nella nota. Msf chiede, infine, alle forze israeliane di "interrompere immediatamente questo attacco, poiché mette in pericolo il personale medico e i pazienti che sono ancora bloccati all'interno della struttura". "Ci sono informazioni credibili che nell'ospedale Nasser a Khan Yunis, Hamas abbia tenuto ostaggi israeliani e che ci possano essere i corpi di nostri rapiti nella struttura dell'ospedale", ha detto il portavoce dell'esercito Daniel Hagari riferendosi agli "sforzi in atto" dell'Idf nell'ospedale della città del sud della Striscia per "trovare e recuperare i corpi degli ostaggi". "Come è stato dimostrato all'ospedale Shifa, al Rantisi, all'Amal e in molti altri, Hamas - ha aggiunto - usa sistematicamente gli ospedali come centri del terrore".
Israele a Hezbollah: "Possiamo attaccare anche Beirut"
"Hezbollah ha intensificato di mezzo clic, noi abbiamo intensificato di un passo intero". Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant precisando che quello di Israele è solo "un passo su 10, non possiamo attaccare solo 20 chilometri all'interno del Libano ma anche 50. A Beirut e altrove". Gallant - che ha parlato nel nord del paese - ha tuttavia aggiunto che Israele "non vuole una guerra ma se è forzato prenderà i provvedimenti per consentire ai civili di ritornare alle loro case al nord".
L'esercito israeliano ha confermato di aver ucciso in "un'operazione mirata a Nabatieh" in Libano Ali Muhammad al-Dabs, un comandante della Forza Redwan, unità di elite degli Hezbollah, oltre al suo vice Ibrahim Issa e ad un terzo operativo. Lo ha detto il portavoce militare aggiugendo che Al-Dabs "era tra quelli che hanno diretto l'attacco terroristico a Megiddo in Israele nel marzo del 2023. Ha condotto, programmato e compiuto - ha aggiunto - attività terroristica contro Israele, specialmente durante questa guerra".
Hezbollah, a escalation Israele rispondiamo con escalation
All'escalation di Israele rispondiamo con l'escalation, se costringono i nostri civili ad abbandonare le case, costringiamo i loro civili a lasciare le loro case, se distruggono le nostre case, distruggiamo le loro case: è quanto ha detto, citato dai media libanesi, un alto rappresentante di Hezbollah, shaykh Nabil Qawuq. Qawuq, membro del Consiglio centrale di Hezbollah, ha così commentato "il massacro di civili" compiuto da Israele nella notte a Nabatiye, capoluogo del sud del Libano. Nel raid di Israele sono state uccise almeno 13 persone, tra queste figurano civili, inclusi donne e bambini secondo fonti locali.
Leader Hamas, per intesa serve cessate il fuoco e ritiro Idf
Qualsiasi accordo raggiunto da Hamas con Israele deve "garantire il cessate il fuoco, il ritiro dell'esercito dalla Striscia e un importante accordo sullo scambio di ostaggi". Lo ha detto il leader di Hamas Ismail Haniyeh citato dalla tv Al Quds, l'emittente della fazione islamica.
Lega araba contro Israele: "Ha violato i principi internazionali"
La guerra a Gaza "ha rivelato il lato brutto delle norme politiche internazionali": "i principi si sono rotti e sono scomparsi quando si sono scontrati con il muro della realtà e sono cadute le maschere dai volti di coloro che pretendono di difendere i valori umani": è il durissimo giudizio espresso oggi dal segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit contro Israele e i suoi sostenitori nel suo intervento alla riunione dei ministri dell'Economia e delle Politiche sociali presso la sede del Segretariato generale della Lega, al Cairo.
Hezbollah: "All'escalation rispondiamo con escalation"
"All’escalation di Israele rispondiamo con l’escalation, se costringono i nostri civili ad abbandonare le case, costringiamo i loro civili a lasciare le loro case, se distruggono le nostre case, distruggiamo le loro case". Lo ha detto poco fa, citato dai media libanesi, un alto rappresentante di Hezbollah, shaykh Nabil Qawuq. Qawuq, membro del Consiglio centrale di Hezbollah, ha così commentato "il massacro di civili" compiuto da Israele nella notte a Nabatiye, capoluogo del sud del Libano. Nel raid di Israele sono state uccise almeno 13 persone, tra queste figurano civili, inclusi donne e bambini secondo fonti locali.
L'Oms: sistema sanitario al collasso se si attaccasse Rafah
Un'offensiva militare israeliana a tutto campo contro Rafah causerebbe "una catastrofe umanitaria oltre ogni immaginazione", ha avvertito l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), secondo la quale un tale attacco ridurrebbe il sistema sanitario al collasso. Quest'ultimo allarme, lanciato dal rappresentante dell’Oms nei Territori palestinesi occupati, Rik Peeperkorn, arriva in un momento in cui gli ospedali sono "completamente sovraccarichi e sull’orlo del collasso", ha aggiunto Peeperkorn, sottolineando che 1,5 milioni di abitanti di Gaza sono ora stipati in tende di fortuna e rifugi "dappertutto".
Gli estremisti del governo di Netanyahu si opporranno al piano di pace
I ministri di destra radicale del governo di Netanyahu hanno attaccato l’annunciato Piano Usa e di Paesi arabi per la nascita di uno Stato palestinese. Il ministro della Sicurezza nazionale e leader di Potere ebraico, Itamar Ben Gvir, ha detto che "l’intenzione degli Usa insieme ai Paesi arabi di stabilire un stato terrorista a fianco di Israele è deludente e parte della concezione sbagliata che dall’altra parte ci sia un partner per la pace". Anche il ministro delle finanze e leader di Sionismo religioso, Bezalel Smotrich, ha attaccato chiedendo al Gabinetto si sicurezza che "sia presa un decisione chiara con l’opposizione al Piano".
Canada, Australia e Nuova Zelanda: operazione a Rafah catastrofica
In una dichiarazione congiunta rilasciata oggi i primi ministri di Australia, Canada e Nuova Zelanda hanno affermato di essere "seriamente preoccupati dalle indicazioni secondo cui Israele sta pianificando un'offensiva di terra su Rafah". "Un'operazione militare" nella città del sud della Striscia di Gaza - si legge nel comunicato - "sarebbe catastrofica: circa 1,5 milioni di palestinesi si stanno rifugiando nella zona, tra cui molti nostri cittadini e le loro famiglie".