Lite violenta nella base antartica Sanae IV: ricercatori bloccati per 10 mesi
Un membro del team ha aggredito il caposquadra e avrebbe molestato delle colleghe. Il Sudafrica indaga, ma nessuno può raggiungere la base prima della fine dell’inverno antartico

Allarme nella stazione di ricerca sudafricana Sanae IV, situata nel cuore dell’Antartide. La struttura, dal 1959 gestita dal governo sudafricano, ospita un gruppo di nove ricercatori selezionati che dovranno convivere nella base per circa 10 mesi. Nella squadra vi sarebbe però uno scienziato con gravi squilibri mentali. Secondo l'email mandata da una delle scienziate l'uomo starebbe diventando sempre più violento, arrivando perfino ad aggredire sessualmente le colleghe della spedizione. Il team sarebbe giunto a Sanae IV il primo febbraio e tra i principali compiti ha quello di studiare i cambiamenti climatici della regione.
Dopo un viaggio di circa due settimane, tutto sembrava procedere normalmente, ma il 27 febbraio un'email inviata al Ministero dell’Ambiente del Sudafrica ha fatto scattare l’allarme. Il messaggio, scritto da una scienziata del team, denunciava un episodio di aggressione fisica da parte di un collega, descritto come “profondamente inquietante”. La situazione, si legge nella mail, ha generato un clima di paura e insicurezza tra i membri della missione.
La denuncia: “Mi sento in pericolo, serve un’azione immediata”
Il contenuto della mail, diffuso dal South Africa’s Sunday Times, è preoccupante. La scienziata afferma che il comportamento del collega “è gravemente peggiorato” e che fatica a sentirsi al sicuro in sua presenza. “È imperativo che sia presa immediatamente un’azione per garantire la mia sicurezza e quella degli altri impiegati”, scrive.
Secondo il quotidiano sudafricano, la mail menziona minacce di morte, episodi di violenza fisica e un presunto caso di violenza sessuale. Uno dei passaggi recita: “Rimango profondamente preoccupato per la mia sicurezza, chiedendomi costantemente se potrei diventare la prossima vittima”.
Il governo sudafricano conferma l’aggressione
Il ministro dell’Ambiente Dion George ha confermato che c’è stato un episodio violento: “C’è stato un diverbio tra il leader del team e questa persona, poi è andato oltre e lo ha aggredito fisicamente”.
Il governo ha smentito le voci più estreme circolate sulla stampa, in particolare quelle riguardanti uno stupro, che sono state definite “inesatte”. Tuttavia, le accuse di molestie sessuali restano al centro di un’indagine formale da parte delle autorità sudafricane.
La distanza e l’isolamento impediscono qualunque intervento immediato. Il punto abitato più vicino si trova a circa 150 km di distanza, presso una base tedesca, ma le condizioni meteorologiche rendono impossibile raggiungere Sanae IV durante l’inverno antartico.
Il ministero ha spiegato che tutti i membri della spedizione erano stati sottoposti a test psicologici e medici prima della partenza. Tuttavia, sarà ora necessario rivedere le procedure di selezione, poiché l’equilibrio mentale richiesto in queste missioni è fondamentale.
Il peso dell’isolamento estremo sul comportamento umano
L’ambiente della base non è facile: assenza di colori, silenzio assoluto e luce riflessa costante sulla neve. Elementi che possono avere un impatto profondo sulla psiche. Lo ha spiegato l’esploratore Alan Chambers, intervistato dal Sunday Times: “È tutto bianco, nessun rumore, niente che vedresti come normale. Il comportamento di tutti – incluso il tuo – viene ingigantito. Devi davvero stare bene con te stesso, perché lì sei costretto a trascorrere tanto tempo nella tua mente”.
Secondo le autorità sudafricane, la persona accusata avrebbe accettato di sottoporsi a una nuova valutazione psicologica, avrebbe mostrato rimorso, scritto una lettera di scuse alla vittima e si sarebbe detto disponibile a seguire tutte le misure indicate dal ministero.
Cosa succederà ora
Il governo ha assicurato che sta seguendo la situazione con massima urgenza, ma al momento non è possibile evacuare né sostituire alcun membro del team. Le operazioni di supporto o di rientro potranno avvenire solo alla fine della missione, ovvero tra circa 10 mesi. Nel frattempo, gli altri componenti della spedizione dovranno convivere con l’autore dell’aggressione, sotto monitoraggio remoto delle autorità.