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Ilaria Salis, Orban picchia duro: "Non è un'eroina: aggressioni premeditate". Ecco quali le possibili prove "segrete"

La prossima udienza del processo contro la 39enne italiana è fissata per il 24 maggio. Possibili altri video nelle mani della procura con esame biometrico: ma si saprà nelle prossime sedute. La denuncia di Amnesty: "Violati i diritti a un giusto processo"

Antonella A. G. Loidi An. Loi   
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Tramontata la possibilità di una candidatura di Ilaria Salis alle Europee con il Pd, decisione presa a seguito di un colloquio tra la segretaria Elly Schlein e il padre della donna detenuta in Ungheria, continua il dibattito intorno al caso. L'attenzione è massima. La prossima udienza del processo davanti alla corte di Budapest, che vede la 39enne accusata del reato di lesioni personali e di appartenere all’organizzazione antifascista Hammerbande, che ha come obiettivo quello di "colpire" presunti neonazisti, è fissata per il 24 maggio. Le immagini della donna in catene in catene e con il guinzaglio, esibita davanti alle telecamere, hanno fatto il giro del mondo. 

E nonostante la pressione politica esercitata dall'indirizzo italiano, il portavoce del governo di estrema destra guidato da Orban, ha dichiarato che Salis "non è un'eroina, lei e i suoi compagni sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi". Zoltan Kovacs, il portavoce del governo, ha detto anche che "questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione politica, e noi difenderemo la reputazione e l'integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo".

La vicenda e le prove

Nonostante le tre richieste di arresti domiciliari avanzate dagli avvocati difensori e sempre respinte, la maestra di Monza continua a restare in carcere. I fatti che le sono addebitati risalgono al febbraio del 2023. Salis, secondo le accuse che le vengono mosse, avrebbe partecipato a due assalti, uno in piazza Gazdagre’ ti contro un uomo scambiato per un militante di estrema destra, e un altro in via Bank contro il musicista militante La’ szlo’ Dudog, le cui foto con il volto tumefatto fecero poi il giro del web. Contro queste accuse, compresa la militanza alla Hammerbande, lei si dichaira innocente.

Le analisi biometriche sui video

Ma il tribunale di Budapest sostiene di avere delle prove, ad alcune delle quali non è stato permesso l'accesso da parte dei suoi legali, che dimostrerebbero la partecipazione della donna agli assalti. Ne riferisce Open che, citando una fonte anonima del tribunale ungherese, sostiene che gli inquirenti sarebbero in possesso di un video dpove la donna sarebbe a volto scoperto ripreso con le telecamere di videosorveglianza dei luoghi in cui è avvenuta l'aggressione, che potrebbe venire presentato nelle prossime udienze.

Immagini che, secondo il giornale diretto da Mentana, sarebbbero state analizzate da un esperto in antropometria forense. Ovvero una "tecnica digitale utilizzata per misurare le strutture anatomiche del corpo umano" e arrivare così all'identificazione della persona ripresa dalla videosorveglianza. Elementi probatori che si aggiungerebbero all’acquisto dei biglietti insieme ai coimputati e il possesso del numero di telefono di un legale ritenuto difensore della stessa organizzazione. Il coimputato di Salis, un tedesco arrestato insieme a lei, ha patteggiato una pena a tre anni di carcere. Nell'udienza del rinvio a giudizio dello scorso novembre l'accusa ha chiesto per la donna 11 anni di carcere. Ma ne rischia fino a 24. 

La denuncia di Amnesty

Amnesty International Italia ha avanzato le sue proteste per il "trattamento degradante" subito nelle carceri ungheresi dalla 39enne italiana. L'associazione per i diritti umani ha evidenziato come la mancanza di traduzione di una parte degli atti processuali e di accesso ai video depositati come prove incriminanti violino il diritto, internazionalmente riconosciuto, a un processo equo. Le tre istanze per chiedere che le misure cautelari fossero svolte nello stato di residenza dell’imputata, in ottemperanza alla Decisione quadro 2009/829/GAI del Consiglio, presentate dai legali della donna, tutte respinte, non sono state sostenute dall'ambasciata italiana a Bustapest, sottolinea Amnesty. E qui la lettura non può che essere politica. 

Antonella A. G. Loidi An. Loi   
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