L’Inghilterra schiera la Regina contro l’ondata No Vax
Metà inglesi sono scettici: il vero problema del Covid non è il vaccino ma convincere le persone. Elisabetta II scenderà in campo?
L’ultima volta che è apparsa in tv per parlare, ai suoi sudditi, era stato lo scorso aprile. La Regina Elisabetta II, dal castello di Windsor, dove si è, con un elegantissimo abito verde, notoriamente il colore della speranza, aveva infuso fiducia ai propri cittadini e li aveva invitati a rispettare il Lockdown per frenare il virus del Covid.
Apparizioni centellinate
Era stato un evento eccezionale, seguito da un altro, l’8 maggio, per il 75esimo anniversario del Victory Day, la vittoria della Seconda Guerra Mondiale. A distanza di chiesi la sovrana. Lei che è la monarchia più longeva della stira d’Inghilterra, e trai più duraturi al mondo, ha fatto come del suo regno, la rarità dei suoi discorsi, centellinati in modo sapiente, così come le sue apparizioni pubbliche. Fin dai tempi della rivoluzione di Oliver Cromwell, d’altronde, la Corona si è auto-imposta il principio di non interferire mai nella politica e nelle vicende del paese. Di solito, la sovrana si rivolge agli inglesi solo il giorno di Natale per i tradizionali auguri. Non a caso, Elisabetta ha parlato solo cinque volte ai cittadini nei suoi oltre 65 anni di regno, fuori dal 25 dicembre. L’ultima volta era stato 18 anni fa: nel 2002 la regina era apparsa in tv per annunciare la morte della Regina Madre, Anne Bowes-Lyon, la moglie di Giorgio VI, il papà di Elisabetta, vissuta fino a 102 anni.
Un 2020 da record anche per la regina
Ma il terribile 2020, che ha sconvolto il pianeta, passerà alla Storia anche per l’anno dei record anche per i discorsi pubblici della Regina: Elisabetta, che ha già parlato due volte alla nazione,. E prima del 31 dicembre potrebbe addirittura apparire una terza volta, fatto unico di tutto il suo eterno regno. Ma questi sono tempi eccezionali e anche la Sovrana deve rinunciare alle secolari regole auree della corona. A Oxford, il colosso farmaceutico AstraZeneca, che ha costruito la sua faraonica sede vicino ai laboratori della prestigiosa università, sta lavorando al vaccino per il Covid: è probabile che il medicinale più invocato al mondo (dove c’è anche un grosso contributo dell’Italia, con l’Università di Siena e i laboratori di Pomezia) arrivi molto presto. Tutto il mondo è in trepidante attesa per un vaccino che renda possibile la in egual modo elogiata e vituperata immunità di gregge; ma soprattutto che metta fine alle quarantene, responsabili della recessione e della crisi economica. Ma ora il Ministero della Salute inglese si sta accorgendo che il vero problema non è la corsa al vaccino, cosa già difficile di suo, con i suoi costi esorbitanti, è un altro: la riluttanza della gente a farsi vaccinare. Più che il Covid, sono i No Vax l’ostacolo maggiore.
Il movimento no vax in Gran Bretagna
Anche la Gran Bretagna è alle prese coi No Vax, il movimento trasversale che riunisce fette diverse di popolazione, dai benestanti ai poveri, dagli acculturati ad analfabeti ignoranti. Un fronte disomogeneo che fa di tutta l’erba dei vaccini un fascio, accusandoli di inutilità e di gonfiare solo i profitti del Big Pharma. Le prime stime fatta dalla NHS, il sistema sanitario pubblico inglese, e consegnate sul tavolo del Segretario alla Salute Matt Hancock, sono allarmanti: metà degli inglesi è restio a farsi inoculare il vaccino anche quando sarà disponibile. L’allarme è stato lanciato da Heidi Larson, scienziata esperta di disinformazione sui vaccini, ascoltata dal Governo inglese: una soluzione proposta è che personaggi amati dalla gente e di cui i cittadini si fidano. Chi meglio della Regina, riconosciuta come simbolo di unità e di guida per il paese, anche da quelli che la monarchia la vorrebbero abolire. Contro il popolo, intransigente e talebano, dei No Vax il Regno Unito potrebbe scatenare il suo più antidoto più potente: Buckingham Palace. Solo la Regina potrà convincere i riottosi inglesi a farsi vaccinare. E a lasciarsi alle spalle la peggiore crisi dai tempi della guerra.