Stallo su Gaza: "Negoziati a un punto morto". La Croce Rossa: "Intervento umanitario sull'orlo del collasso". Droni colpiscono nave di aiuti
Doha: "Facciamo di tutto per riportare le parti al tavolo". La Freedom Flottilla denuncia: "Nostra nave colpita in acque internazionali". La Cicr: "Gli aiuti umanitari riprendano immediatamente". Intanto non cessano di tuonare le bombe lanciate dall'Idf: nella Striscia 31 morti. Incertezza sul numero delle persone nelle mani di Hamas ancora vive
I negoziati tra Hamas e Israele su Gaza sono a un punto morto. Uno stallo che va avanti ormai da diversi giorni e che non sembra poter trovare soluzione, mentre le bombe di Tel Aviv continuano a piovere su varie aree della Striscia. Almeno stando a quanto riferisce Majed al Ansari, consigliere del premier del Qatar e portavoce del ministero degli Esteri di Doha. Ansari ha però assicurato che il Qatar, assieme a Egitto e Stati Uniti, lavora incessantemente per riportare le parti al tavolo negoziale. "Siamo in una fase complicatissima, dire che è una situazione difficile è un eufemismo", ha detto Ansari, che segue i negoziati tra Hamas e Israele dall'indomani dello scoppio della crisi 18 mesi fa. Ma una tregua è quanto mai necessaria, soprattutto perché la crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli di insostenibilità totale.
L'ultimo allarme è stato lanciato dalla Croce rossa internazionale che dice, senza mezzi termini, che l'intervento umanitario a Gaza è "sull'orlo del collasso totale". "Se gli aiuti umanitari non riprenderanno immediatamente - dice la Cicr - il Comitato Internazionale della Croce Rossa non avrà più cibo, medicine e beni essenziali per continuare molti dei suoi programmi a Gaza", afferma un comunicato reso noto oggi a Ginevra. Sei settimane di intense ostilità, unite a due mesi di blocco totale degli aiuti umanitari, hanno privato i civili dei mezzi necessari per sopravvivere, aggiunge la nota.
Freedom Flottilla: colpiti in acque internazionali
Un'imbarcazione della Freedom Flotilla in viaggio con aiuti e 30 attivisti internazionali verso la Striscia di Gaza è stata colpita nella notte da un drone al largo di Malta, in acque internazionali: l'ong Freedom Flotilla Coalition, impegnata per porre fine al blocco israeliano su Gaza, ha pubblicato un video sul suo canale X documentando le fiamme scaturite dopo il primo impatto e il rumore degli impatti sulla "Conscience". "Alle 00:23 ora maltese, una nave della Freedom Flotilla è stata vittima di un attacco con drone" si legge su X. "La parte anteriore è stata colpita due volte, provocando un incendio e una breccia nello scafo". Al segnale di SOS ha risposto una motovedetta maltese giunta in soccorso dell'imbarcazione. L'incendio a bordo della Conscience è stato domato grazie a un rimorchiatore presente nelle vicinanze e "tutti i membri dell'equipaggio stanno bene ma si sono rifiutati di salire a bordo del rimorchiatore" recita la nota riportata dai media maltesi. La nave "rimane al di fuori delle acque territoriali" maltesi "ed è monitorata dalle autorità competenti".
BREAKING: At 00:23 Maltese time, a #FreedomFlotilla ship was subjected to a drone attack. The front of the vessel was targeted twice, resulting in a fire and a breach in the hull. The ship is currently located in international waters near #Malta. An #SOS distress signal was sent. pic.twitter.com/J6oEQafuOb
— Freedom Flotilla Coalition (@GazaFFlotilla) May 2, 2025
Bombe israeliane su Gaza e Damasco
Le forze militari israliane continuano con la loro campagna bellica su più fronti. Gaza continua incessantemente a essere bersagliata da attacchi militari con un numero di vittime stimato in 31 nelle ultime 24 ore. Secondo l'emittente Al Jazeera, l'Idf ha bersagliato da ultimo il campo profughi di Bureij, dove cinque persone sono state uccise. Ma la furia di Tel Aviv si è concentrata anche su Damasco, la capitale della Siria, prendendo come bersaglio un obiettivo vicino al palazzo presidenziale a "scopo precauzionale". Circostanza confermata dalle stesse Idf.
In una dichiarazione congiunta, il presidente Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa, Israel Katz, hanno detto che "questo è un messaggio chiaro al regime siriano. Non permetteremo alle truppe siriane di spostarsi a Sud di Damasco o di rappresentare una minaccia per la comunità drusa".
Il dilemma degli ostaggi israeliani prigionieri di Hamas
Sulla questione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas nella Striscia non c'è nessuna certezza. Sulla questione è intervenuto anche il presidente Usa, Donald Trump, per il quale "su 59, 24 erano ancora in vita, e ora capisco che non è nemmeno questo il numero", ha detto durante un evento della Giornata nazionale di preghiera alla Casa Bianca. Israele ha sempre sostenuto che delle 59 persone israeliane imprigionate "fino a 24 sono vivi", come affermato dallo stesso Netanyahu durante un incontro pubblico, rispondendo alla moglie che aveva affermato, interrompendolo, che in realtà "meno del numero ufficale era ancora vivo".