Raid Israele in Yemen: "Aeroporto Sana'a fuori uso". Hamas: "Negoziati su Gaza ora senza senso"
Secondo l’IDF, l’aeroporto di Sana'a veniva utilizzato dai ribelli Houthi per il trasferimento di armi e personale e operava regolarmente per scopi terroristici.

L’aeroporto internazionale di Sana'a, nello Yemen, è stato completamente distrutto da un raid aereo israeliano. Lo ha reso noto l’esercito israeliano (IDF), che ha confermato di aver colpito l’“aeroporto degli Houthi” e altri obiettivi strategici nel territorio yemenita. L’azione militare è una risposta diretta agli attacchi missilistici e con droni lanciati dagli Houthi contro Israele, incluso un recente tentativo di colpire l’aeroporto Ben Gurion.
Obiettivo strategico: fermare il traffico di armi degli Houthi
Secondo l’IDF, l’aeroporto di Sana'a veniva utilizzato dai ribelli Houthi per il trasferimento di armi e personale e operava regolarmente per scopi terroristici. Israele aveva invitato i civili a evacuare immediatamente l’area dello scalo prima del bombardamento. Fonti locali riferiscono che le strade d’accesso all’aeroporto sono state bloccate e che il personale presente ha abbandonato la struttura prima dell’attacco, come riportato dalla tv satellitare al-Arabiya.
Il messaggio dell’IDF: "Allontanatevi o sarete in pericolo"
Il portavoce dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha diffuso un messaggio su X (ex Twitter) in cui ha esortato i civili a lasciare immediatamente l’area: “Vi chiediamo di evacuare immediatamente l'area circostante l'aeroporto e di avvertire chiunque si trovi nelle vicinanze di fare lo stesso. Altrimenti potreste essere in pericolo". Nel frattempo, il premier Benjamin Netanyahu si è recato presso la sede dell’IDF alla Kirya di Tel Aviv per seguire da vicino l’evolversi della situazione.
Raid su Hodeida e Bajil: morti e feriti tra i civili yemeniti
In seguito agli attacchi israeliani, i ribelli Houthi hanno denunciato la morte di quattro civili e 39 feriti. In particolare, tre persone sono decedute e 35 sono rimaste ferite in un cementificio a Bajil, mentre una persona è morta e quattro sono rimaste ferite nel porto di Hodeida. Le vittime civili sono state confermate anche dal ministero della Salute yemenita, citato dall’emittente Al-Masirah, controllata dagli Houthi.
Houthi minacciano ritorsioni: "Risposta dolorosa e imminente"
Dopo i raid, Hezam al-Asad, membro dell’ufficio politico degli Houthi, ha minacciato una risposta eclatante contro Israele. In un post su X, ha definito i bombardamenti come un “crimine efferato che non passerà senza risposta”, promettendo attacchi profondi e dolorosi nel territorio israeliano. “Continueremo a sostenere Gaza con fede e determinazione, a colpire in profondità finché l’aggressione non si fermerà e l’assedio non verrà revocato”, ha aggiunto.
Hamas: "Nessun senso continuare i negoziati per la tregua"
Nel frattempo, Hamas ha annunciato che i negoziati per una tregua a Gaza non hanno più senso, dopo che il premier israeliano Netanyahu ha minacciato una “grande offensiva” se non verranno rilasciati gli ostaggi. Bassem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire per fermare quella che definisce “la guerra della fame e di sterminio nella Striscia di Gaza”. Ha accusato Israele di affamare, assetare e uccidere la popolazione civile.
Timori per gli ostaggi: il rischio di ritorsioni
L’ex generale israeliano Nitzan Alon, capo negoziatore per il rilascio degli ostaggi, ha espresso forte preoccupazione: “Più le IDF intensificano l’offensiva, più Hamas potrebbe diventare violento nei confronti degli ostaggi”, ha detto a Channel 12, criticando la gestione militare della crisi.