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Il Parlamento Ue dà l'ok alla trascrizione dei figli delle coppie omosessuali in tutti gli Stati. Italia compresa

Nuovo passo avanti per la raccomandazione che impone agli Stati di registrare il minore "indipendentemente da come sia stato concepito o sia nato". Si riapre il dibattito sulla genitorialità

Antonella A. G. Loidi Antonella Loi   
Il Parlamento Ue dà l'ok alla trascrizione dei figli delle coppie omosessuali in tutti gli Stati...
(Ansa)

Il dibattito sul tema è quanto mai aperto. E ancora di più lo sarà dopo che l'Ue avrà emanato la sua raccomandazione a che gli Stati membri riconoscano la genitorialità stabilita in un altro Stato membro. nei confronti della quale un altro passo è stato fatto visto il parere positivo del Parlamento europeo, tappa fondamentale dell'iter legislativo. Per il testo in itinere gli Stati dovranno limitare i casi di non trascrizione degli atti di nascita indipendentemente da come il figlio sia stato concepito o sia nato. Quindi anche il bimbo nato a seguito di procreazione medicalmente assistita o gestazione per altri, l'iscrizione all'anagrafe dovrà essere effettuata dal Paese nel quale i genitori hanno la cittadinanza.

Una raccomandazione destinata a riaprire il dibattito italiano e non solo intorno al riconoscimento dei figli avuti con pratiche proibite Italia (la gestazione per altri) ma, come vedremo, anche con la procreazione medicalmente assistita eterologa che invece è partica legale. La Commissione giuridica dell'Eurocamera con il suo assenso - i voti a favore del provvedimento sono stati 14 solo 4 i contrari e nessun astenuto - chiede di limitare i casi per i Paesi dell'Ue di rifiutarsi di riconoscere la genitorialità stabilita in un altro Stato membro. 

Una raccomandazione rivolta a tutti gli Stati. Il progetto di legge Ue sul riconoscimento transnazionale della genitorialità, stando al parere del Pe - passo importante verso la sua definitiva approvazione -, prevede che la genitorialità continuerebbe a essere stabilita a livello nazionale ma gli Stati dovrebbero riconoscerla come tale in tutti i paesi dell'Ue, "indipendentemente da come il bambino è stato concepito o è nato".

L'Italia contro i figli delle coppie omosessuali

L'Italia è uno dei Paesi europei che più si oppongono al riconoscimento della genitorialità, soprattutto per quanto riguarda i figli delle coppie omosessuali. Il govenro guidato da Giorgia Meloni, in particolare, ha tracciato un percorso contro il riconoscimento della genitorialità quando questo riguardi coppie dello stesso sesso e che passa, inevitabilmente, anche per una proposta di legge, già approvata dalla Camera, che rende l'accesso alla gestazione per altri "reato universale", ovvero perseguibile anche se la pratica sia effettuata all'estero. La gestazione per altri, detta anche "maternità surrogata", in Italia è già considerata reato perché contraria all'ordine pubblico. La questione è al centro del dibattito politico sociale, viste le importanti connotazioni etiche che comporta. 

La sentenza che ha riaperto il dibattito sulla genitorialità

Il dibattito sulla genitorialità in Italia è stato riaperto dalla circolare n.3 del 2023 emanata dal ministero dell'Interno lo scorso 19 gennaio, con la quale si dava seguito alla pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (n.38162 del 30.12.2022), con la quale i giudici avevano negato la trascrizione in Italia di un atto di nascita di un bambino nato in Canada con la pratica della gestazione per altri e figlio di due uomini, cittadini italiani. Nell'ordinanza ministeriale si esortavano i sindaci al "rispetto delle indicazioni giurisprudenziali" della sentenza. Ma a porre ben più di un innesco nel focoso dibattito sulle trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali era stato il prefetto di Milano, il quale, dando seguito alla circolare, aveva chiesto agli ufficiali dello stato civile del comune lombardo di interrompere questo tipo di trascrizioni

Non finisce qui, perché nell'aprile aprile 2023 è stata la procura di Padova a fare di più, impugnando retroattivamente, a partire dal 2017, i certificati di nascita di 33 fra bambini e bambine, figli di due mamme, nati da fecondazione eterologa. La cosa ha suscitato molto scalpore perché ha rimesso in discussioni delicati diritti già acquisiti dai minori e dalle loro famiglie, ma anche messo in discusisone il ruolo svolto dalla Procura che dovrebbe essere quello di tutela dei minori.

La lettera appello dei 276 giuristi

Contro questa impugnativa, furono 276 i giuristi firmatari di una lettera-appello che sostenenva che questa protezione speciale venisse meno proprio perché si sottraeva a dei minori inermi il diritto al rapporto di filiazione, sottoponendoli a una inaccettabile discriminazione per il fatto di avere genitori dello stesso sesso. In questo caso infatti i dettagli aprono a uno scenario ben più ampio perché i 33 minori sono figli di coppie di donne che avevano fatto ricorso non alla gestazione per altri ma alla procreazione medicalmente assistita eterologa alla quale, a ben vedere, ricorrono anche le coppie eterosessuali. 

Come spesso avviene in Italia, anche a seguito di questo caso si è formata una polarizzazione su maternità surrogata sì o no, restringendo a questo argomento il confronto. Ma in realtà lo spettro della questione è ben più ampio perché semplicemente rischia di incancrenirsi su un atto capace di discriminazione, quale quello di non trascrivere i figli di genitori dello stesso sesso. Cosa che la raccomandazione del Parlamento europeo mira a contrastare spingendo gli Stati verso l'anteposizione a ogni altro principio del diritto del minore. Quando la raccomandazione Ue concluderà il suo iter, gli Stati avranno ben pochi spazi di manovra al di fuori della trascrizione dei certificati di nascita dei figli delle coppie omogenitoriali, ancorché concepiti con la gestazione per altri. 

Antonella A. G. Loidi Antonella Loi   
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