Putin “offre” un giro sulla limousine made in Russia all’amico Kim
Kim Jong-un e Vladimir Putin, sorridenti e divertiti, si fanno da autisti a vicenda alla guida di una limousine Aurus, la vettura presidenziale made in Russia appena regalata per la seconda volta dal capo del Cremlino al maresciallo della Corea del Nord. Non si tratta di un set delle major di Hollywood ma di un episodio ripreso dalle tv di Mosca nel parco del Kumsusan Palace, subito dopo la firma dei due leader in calce all'accordo sulla creazione del nuovo asse per la cooperazione militare, comprensiva dell'impegno di difesa reciproca in caso di attacco. Insomma, la nascita di "un'alleanza", secondo Kim.
L'episodio è solo uno dei tanti segnalati nelle 24 ore di visita di Putin, tra eccessi e scenari inediti. A partire dalla camminata impaziente e nervosa del giovane generale, ripresa durante l'estenuante attesa sul grande tappeto rosso allestito all'aeroporto di Pyongyang per l'arrivo del suo illustre ospite, ritardatario seriale. In piena notte finalmente l'incontro, la stretta di mano e l'abbraccio, prima del viaggio insieme verso Pyongyang. Questa mattina la prova dell'accoglienza in pompa magna: il lungo corteo presidenziale di Putin ha tagliato le strade della città tra due ali di folla fino a Piazza Kim Il-sung.
Lo zar è sceso dalla sua Aurus Senat, in stile retrò ispirata alla limousine ZIL dell'era sovietica e ad attenderlo c'era Kim, sotto i grandi ritratti dei due leader. Non è stata una semplice cerimonia di benvenuto con l'omaggio al picchetto d'onore, ma una parata militare in grande stile che ha sorpreso lo stesso capo del Cremlino. Il tutto in un'atmosfera di entusiasmo che ha richiamato alla memoria un commento letto sui social mandarini in occasione della visita del 2019 fatta a Pyongyang del presidente cinese Xi Jinping: "C'era il clima ideale per rafforzare l'autostima di chiunque".
Finita la parata tra cori e sventolii di fiori di plastica, i due leader hanno lasciato piazza Kim Il-Sung sull'Aurus, sbucando dal tettuccio per ricambiare i saluti della folla, mobilitata in gran numero dall'efficiente macchina organizzativa del Nord. Si sono diretti al Kumsusan Palace per i negoziati e i colloqui durati circa un'ora e mezza: nella sala per le firme dell'accordo, la gran cerimoniere è stata Kim Yo-jong, la potente sorella minore del leader, a dimostrazione del suo crescente potere nel Paese eremita. Ha dispensato sorrisi (pochi) e indicato al fratello dove firmare, aiutandolo ad alzarsi e a risistemare la sedia. Poi lo scenario inedito del supremo comandante che rilascia commenti di fronte a un'audience non strettamente domestica.
Interessante il capitolo dei regali: i russi hanno scelto per Kim un servizio da tè e uno spadino da ammiraglio, quasi in risposta alla spada di fine cesello degli armaioli nordcoreani ricevuta da Putin nel summit dei due leader di settembre 2023. Il leader supremo ha ricambiato con ritratti e busti di Putin creati dai raffinati pittori e scultori del Paese eremita, molto attento alla cura delle arti. In conclusione, Putin ha ringraziato Kim per il sostegno della Corea del Nord alla sua guerra in Ucraina, parte di una più ampia "lotta alle politiche egemoniche imperialiste degli Stati Uniti e dei suoi satelliti contro la Federazione Russa". Il Cremlino è "l'alleato più onesto e fidato", ha replicato Kim, ringraziando lo zar - primo leader mondiale a visitare il Nord in cinque anni - descritto come "il più caro amico del popolo coreano". Giudizi riportati dai media russi che non saranno stati apprezzati a Pechino.