"L'ordine mondiale in mano a Usa e Occidente è finito": Putin, Xi e la sfida del vertice di Kazan
Le parole più volte ribadite dal leader russo fanno il paio con il saggio cinese commentato da Jinping, sul probabile scoppio di una terza guerra mondiale
Tatarstan, sub regione e repubblica inserita all'interno dello Stato Russo. A circa 800 chilometri da Mosca, quasi 4 milioni di abitanti. La sua capitale diventa fino a mercoledì 23 ottobre il centro del mondo per chi non ne può più di questo mondo in mano ai grandi poteri occidentali e più di tutti, agli Usa. E' a Kazan, capitale del Tatarstan, che Vladimir Putin dà il benvenuto come padrone di casa ai Brics. Il raggruppamento di Paesi che attorno a Brasile, Russia, India, Cina e Sudarica (questo in significato delle lettere che compongono la sigla) non si vogliono riconoscere più nell'attuale egemonia mondiale. Putin ne già parlato apertamente più volte, il leader cinese Xi Jinping che oggi arriva a Kazan ha commentato con favore il saggio geopolitico che dà una possibile terza guerra mondiale vicina allo scoppio a partire proprio dall'Asia, mentre Pechino avvia esercitazioni a fuoco libero circondando Taiwan.
Più Pil dell'Occidente e quasi la metà della popolazione del pianeta
I Brics rappresentano il 36% del Prodotto interno lordo mondiale e il 45% della popolazione della Terra, tutti insieme i Paesi del G7 vicini agli Usa e agli interessi occidentali superano di poco il 30%. E ci sono altri 40 Paesi interessati a un progetto di diversa egemonia mondiale, vicino a quello dei Brics. A Kazan oltre a Putin e a Xi arrivano il leader indiano Modi, l'egiziano Sisi, il turco Erdogan nel suo solito ambiguo ruolo di osservatore bipartisan, che da un lato flirta con l'Occidente e bussa per l'ingresso nell'Ue, dall'altro parla cordialmente con tutti gli "avversari". Putin lo ribadisce da tempo e la sostanza delle sue parole è che "l'ordine mondiale in mano a Usa e Occidente è finito".
Quasi 20 anni di unione molto controversa
La creazione dei Brics risale al 2006, nello scetticismo generale. Ma quasi 20 anni sono serviti a dimostrare quanto i Paesi che ruotano nella sfera d'influenza di Brasile, Russia, Cina e India sappiano essere capaci di fare lega e influenzino la ricchezza globale. Restano divisioni, soprattutto sul come trattare l'Occidente avversario. Putin e Xi Jinping non nascondono affatto di volersi opporre agli Usa e ai loro alleati, Brasile e India sono invece per un approccio più collaborativo con l'aquila americana, pur nel riequilibrio dei poteri. Né India né Brasile hanno mai apertamente approvato l'invasione armata dell'Ucraina da parte della Russia. Tutti i Brics sono però d'accordo su una cosa: il mondo a guida unicamente americana è finta democrazia, è impero, va sgretolato e ribilanciato. Tutto questo, mentre 12mila soldati della Corea del Nord sono arrivati in Russia per aiutare nella guerra all'Ucraina, come denunciato dal presidente Zelensky.
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