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Trump insiste: "Israele ci consegnerà Gaza". La replica di Hamas: "Difenderemo la nostra terra"

Per Netanyahu "l'idea del presidente americano è straordinaria". Tajani insiste su "due Stati". Il tycoon, secondo fonti russe, potrebbe incontrare Vladimir Putin a febbraio o marzo

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Gaza
Gaza (Foto Ansa)

Nonostante il coro internazionale di no, a parte gli amici Orbán e Farage, Donald Trump insiste sulla sua idea shock di assumere il controllo di Gaza e guidare il processo di ricostruzione, mentre Israele ha colto la palla al balzo e prepara un piano per consentire un non meglio precisato sfollamento "volontario" dei palestinesi dalla Striscia. Trump, secondo fonti russe, potrebbe incontrare Vladimir Putin a febbraio o marzo mentre il segretario di stato Rubio sarà in Israele e Stati Arabi a febbraio

Trump insiste: "Israele ci consegnerà Gaza"

"La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele alla fine dei combattimenti per cui non ci sarebbe bisogno di soldati americani" precisa in un post su Truth. "Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero lentamente e attentamente la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra" e "la stabilità della regione regnerebbe".

Escluso l’intervento dell’esercito Usa

Anche la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha assicurato che il piano di Trump per Gaza non comporterà la presenza sul campo, escludendo un possibile intervento dell'esercito Usa, e ha aggiunto che "non sarà finanziato dai contribuenti americani". Leavitt ha dichiarato a Fox News che il tycoon sta "cercando di trovare un accordo per garantire che Gaza possa effettivamente essere un luogo abitabile per gli esseri umani che vogliono vivere in pace con un reale sviluppo economico" e ha aggiunto che "i partner nella regione hanno iniziato a discuterne con noi".

Il piano di Trump, Israele e l'Italia

L’idea di Trump di trasformare Gaza nella Riviera del Medioriente è stata affrontata dal ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, e dal titolare della Farnesina, Antonio Tajani, arrivato a Ashdod per la consegna di 15 camion e 15 tonnellate di aiuti, donati dal governo italiano al Pam per la popolazione di Gaza. Il piano di Trump trova terreno fertile qui nel sud dello Stato ebraico. ''Israele e Italia sono stretti alleati e i nostri governi oggi sono stretti alleati con il presidente Trump e la sua amministrazione. Credo sia importante ascoltare attentamente le nuove idee che sono state proposte. Gaza è un'esperienza fallita" e "nel suo stato attuale non ha futuro. Dobbiamo cercare di trovare una soluzione diversa", ha chiarito Sa'ar nel corso di una conferenza stampa congiunta con Tajani.

Tajani: "Due popoli e due Stati"

Tajani, dal canto suo, è arrivato ad Ashdod per il terzo incontro con Sa'ar dall'entrata in vigore del cessate il fuoco con le idee chiare sul futuro di Gaza, sui rapporti con Israele e sulla guerra. ''Pragmatismo'' è la parola chiave che il vicepremier sottolinea più volte davanti alla stampa. ''Siamo qui per aiutare, vogliamo essere presenti e svolgere un ruolo attivo perché la tregua vada avanti e si possa passare dalla prima alla seconda fase con l'obiettivo finale di poter unificare la Palestina. La posizione italiana è chiara: due popoli e due Stati, ma il neonato Stato palestinese dovrà riconoscere Israele ed essere riconosciuto da Israele. Ogni altra mossa sarebbe velleitaria, sbagliata e direi controproducente'', ha affermato Tajani, in un riferimento indiretto al piano Trump.

Hamas: "Difenderemo la nostra terra"

Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, ha commentato ad Al Jazeera il piano di Donald Trump per Gaza, ribadendo che i palestinesi sono determinati a garantire i loro diritti e non rinunceranno a questa ricerca che dura da decenni. "Dopo 15 mesi di aggressioni israeliane, è chiaro che non si può sconfiggere il popolo palestinese. Questa nazione lotta per i suoi legittimi diritti da oltre 75 anni e non ci arrenderemo".

"Per Trump è una questione immobiliare"

Secondo il portavoce, Trump affronta il tema dei palestinesi come fosse una 'questione immobiliare', invece di riconoscere il profondo legame che i palestinesi hanno con la loro patria. "Nessuno venderà questa terra. E nessuno accetterà nient'altro in cambio", ha detto Hamdan. "Invece di aiutare i palestinesi, Trump sta parlando di aiutare l'occupazione", ha aggiunto, esortando l'ex presidente ad agire nella "giusta direzione". "Se deciderà di trasferire i palestinesi dalla loro terra, creerà una nuova equazione nella comunità internazionale in cui qualsiasi popolo può essere trasferito, qualsiasi Paese può essere distrutto e l'occupazione può continuare".

Netanyahu: "Non sono necessarie le truppe Usa"

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato Trump per le sue idee non convenzionali. Per il primo ministro israeliano, inoltre, ha detto alla Cbs News, non sono necessarie truppe americane per trasformare in realtà il piano del presidente americano sulla Striscia di Gaza.

La seconda fase dell'accordo

E' in forse la partenza della delegazione israeliana per Doha, dove dovrebbero tenersi i colloqui per la seconda fase dell'accordo sulla Striscia di Gaza. Lo scrive il quotidiano Israel Hayom citando una fonte dello staff di Netanyahu. Se una delegazione israeliana partirà per Doha, precisa la fonte, si tratterà di un team tecnico. All'inizio della settimana l'ufficio di Netanyahu aveva detto che la delegazione sarebbe partita oggi, dopo gli incontri del premier con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Washington e alti funzionari della sua amministrazione.

Israele: “Colpiti due siti in Libano”

L'esercito israeliano ha annunciato di aver colpito "due siti militari in territorio libanese che contenevano armi di
Hezbollah, in violazione dell'accordo di cessate il fuoco". Nella sua dichiarazione trasmessa su X, l'esercito ha aggiunto
che "continua a operare per eliminare ogni minaccia contro lo Stato di Israele".

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