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Il Papa ad Assisi: Francesco firma un Patto con i giovani per cambiare l'economia. Di cosa si tratta

Il patto, in 12 punti, è stato sottoscritto a conclusione di una tre giorni di lavori di un’ampia rappresentanza giovanile che hanno aderito al progetto lanciato dallo stesso papa nel 2019 con il nome “Economy of Francesco”.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
Il Papa ad Assisi: Francesco firma un Patto con i giovani per cambiare l'economia. Di cosa si tratta

La firma di un patto tra papa Francesco e mille giovani economisti, imprenditori, change makers provenienti da 120 Paesi del mondo ha suggellato ad Assisi l’avvio di una sfida che punta a cambiare l’attuale economia capitalista definita un sistema economico che uccide. Il patto, in 12 punti, è stato sottoscritto a conclusione di una tre giorni di lavori di un’ampia rappresentanza giovanile che hanno aderito al progetto lanciato dallo stesso papa nel 2019 con il nome “Economy of Francesco”. Quello di oggi è stato il primo evento in presenza, rinviato più volte a causa della pandemia.

I giovani, individualmente e tutti insieme si impegnano a promuovere una nuova economia “di pace e non di guerra, un’economia che contrasta la proliferazione delle armi, specie le più distruttive, un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda”.  I giovani che vi prendono parte non sono tutti cattolici, ma tutti si impegnano a spendersi  “affinché l’economia di oggi e di domani diventi un’economia del Vangelo” a servizio “della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili, un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza, un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari”.

Utopia? No: i giovani firmatari e ancor più il papa ci credono fermamente. Preferiscono perciò parlare di profezia che già oggi lavora per inverare il nuovo annunciato. “Noi in questa economia crediamo. Non è un’utopia, perché la stiamo già costruendo. E alcuni di noi, in mattine particolarmente luminose, hanno già intravisto l’inizio della terra promessa”. Si tratta di un’economia non manipolata dalla finanza e guidata invece dall’etica. Che riconosce dunque “e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in particolare per le donne, un’economia dove la finanza è amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di essi, un’economia che sa valorizzare e custodire le culture e le tradizioni dei popoli, tutte le specie viventi e le risorse naturali della Terra”.

Un’economia che combatte la miseria in tutte le sue forme, riduce le diseguaglianze e sa dire, con Gesù e con Francesco, ‘beati i poveri’, un’economia guidata dall’etica della persona e aperta alla trascendenza, un’economia che crea ricchezza per tutti, che genera gioia e non solo benessere, perché una felicità non condivisa è troppo poco”. Monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e presidente del Comitato organizzatore definisce l’economia di Francesco “Economia della fraternità”. L’incontro del papa con i giovani è stato articolato, interessante e festoso.

Per l’occasione i giovani avevano preparato con cura uno spettacolo di musica, canti e analisi del lavoro svolto finora con diverse esperienze. Testimonianze di piccole ma innovative iniziative per promuovere- con un coordinamento unitario -  il cambiamento nei più diversi contesti e territori d’Europa, Africa, Asia, Americhe, Oceania. Caratteristica dell’incontro tra papa e giovani è stata la gioia e la familiarità tipica non solo tra alleati, ma tra persone che respirano amicizia e fiducia reciproca. Elementi usciti rafforzati dal discorso di Francesco letto e completato da numerose aggiunte a braccio originate dalla volontà del papa di sottolineare i principali messaggi dei giovani.

Non giovanissimi, ma giovani sotto i 35 anni già inseriti nell’ambito produttivo, ove vanno sperimentando le idee basilari dell’economia di Francesco che non ha rinunciato anche a qualche battuta spiritosa: “Se non avete niente da dire, almeno fate chiasso”. Serve una nuova economia – ha ribadito il papa – che ascolti il grido dei poveri e della terra. Dai giovani economisti e imprenditori il papa si attende la capacità di mettere in discussione l’attuale modello di sviluppo ma non solo in teoria quanto piuttosto con buone pratiche che confermino nella convinzione che cambiare sistema economico è possibile.

L’attuale situazione dell’economia mondiale richiede nuovi paradigmi che mettano al centro i poveri, l’ambiente il lavoro, la pace. Passare da un’economia che uccide, tipica del paradigma economico del Novecento che produce crescita a spese della terra e delle disuguaglianze, a un’economia della vita è una cosa grande. Ma Francesco è fiducioso e conta sui giovani per un cambiamento rapido. “Voi giovani, con l’aiuto di Dio, lo sapete fare, lo potete fare; i giovani l’hanno fatto altre volte nel corso della storia”. Divenendo “cercatori di senso”, coltivando un “capitale spirituale” controcorrente è possibile andare oltre il consumismo imperante che genera “una carestia di felicità”.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
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